Mondovì: le considerazioni di alcuni lettori in merito al progetto del 3° lotto della tangenziale

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

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Pur apprezzando la preparazione tecnica e la professionalità sia dei progettisti che degli amministratori coinvolti nel progetto per il “completamento del III° lotto della tangenziale di Mondovì”, presentato nella video conferenza pubblica lo scorso 22 giugno, e condividendo l’dea che la viabilità e le condizioni ambientali dell’abitato andrebbero migliorate, per numerose ragioni il progetto suscita fortissimi dubbi e sconcerto.

Prima di tutto, va sottolineato che il mega-progetto ANAS del sistema tangenziale, giunto ormai alla fase progettuale definitiva, non raggiungerà l’obbiettivo di migliorare la situazione del traffico nel centro di Mondovì, né l’ipotizzato ponte del Borgato risolverà l’occasionale disagio causato dai mezzi pesanti in manovra in quel rione. Quanti cittadini sanno che, secondo lo scenario dell’ANAS “Stato del Progetto al 2025 e 2045”, la riduzione effettiva del traffico nei tratti interni alla tangenziale, di accesso all’abitato di Mondovì, sarebbe pari soltanto al 6? Siamo veramente tutti d’accordo per spendere oltre €115.000.000 di fondi pubblici sull’ulteriore cementificazione del Monregalese quando si stima che nel 2045, con l’ipotetico 3° lotto della tangenziale compiuto, 94 dei 100 automezzi attualmente in transito sulle vie di Mondovì continueranno a percorrere le stesse strade?

A nostro parere, il progetto di completamento della tangenziale, insieme ad infrastrutture sovradimensionati già realizzati (15 caselli autostradali, centro commerciale ed impatto su commerci nel centro storico) ed altre ambiziose proposte in fase di costruzione o studio (erezione antenna 5G a Monastero Vasco e progetto retro-porto di Savona con asfaltatura di decine di migliaia di metri quadri di terreno fertile a Pogliola), vanno colti come l’opportunità per porre domande ed aprire un dialogo molto più esteso e coinvolgente sulla natura del nostro rapporto con questo territorio.

Nonostante il rigore tecnico, il progetto per il sistema tangenziale rispecchia le procedure standard di un sistema “lineare”. Questo paradigma riduttivo ed antropocentrico di dominio sul mondo naturale impone con forza un disegno astratto per lo sfruttamento e la regimentazione di un eco-sistema vivente irriducibilmente complesso e “non-lineare” caratterizzato da nessi, rapporti e stimoli auto-rafforzanti. Poiché non riconosce che siamo parte integrante della Natura e non separati da essa, la visione meccanicistica non considera ed esternalizza inevitabilmente tutta una serie di costi significativi ed impatti qualitativi difficilmente quantificabili o riducibili ad uno dato statistico.

Tra questi dobbiamo chiederci come verrà compensato l’aumento di emissioni di CO2 in atmosfera per la durata del cantiere, nonché nel lungo termine. Come verranno mitigati i danni al loro luogo di origine, all’atmosfera e al sistema idrico dalla produzione di ingenti quantità di cemento, acciaio ed asfalto per costruire le mega-strutture? Come e dove verranno smaltite le enormi quantità di terra da scavo provenienti dall’ipotetico tunnel e galleria artificiale; e quali danni ambientali risulteranno della conversione su questa scala di beni naturali in rifiuti e chi ne vedrà i benefici economici? Che impatto avrà sul clima, sulla salute del suolo e delle acque sotterranee e superficiali l’abbattimento di alberi ed il sollevamento di metri cubi di terra sul percorso ipotizzato dei raccordi est e ovest? Quale sarà il costo alla fauna che vive e si muove in prossimità di questi tracciati?

Conoscendo l’alto rischio di frane della Collina di San Lorenzo, delle sponde del fiume Ellero e del torrente Ermena, vogliamo insistere nell’imporre questo disegno quando gli stessi progettisti citano la fragilità idro-geologica del territorio come motivo principale che ha condizionato la scelta dei percorsi e la necessità di prevedere misure straordinarie di contenimento del terreno e di drenaggio delle abbondanti falde acquifere? Quali saranno gli effetti a lungo termine delle vibrazioni causate dal transito di automezzi per l’ecosistema Collina, per i suoi residenti ed utenti? E ancora, quale miglioramento a livello visivo, acustico e di vivibilità aggiungeranno le imponenti strutture edilizie, considerando che la Collina di San Lorenzo costituisce la cornice imprescindibile di Mondovì Piazza, riconosciuta recentemente dalla Regione Piemonte come luogo di interesse storico-culturale?

Non serve aprire il catalogo degli effetti nefasti sul clima e la massiccia estinzione di biodiversità in corso. A livello globale e anche locale, le conseguenze imprevedibili ed incontrollabili della nostra manipolazione di sistemi viventi complessi, oltre che riconosciute dalla scienza, sono sotto gli occhi di tutti. E’ chiaro ed evidente che le modalità finora adottate non stanno più funzionando e comportano costi ambientali, sociali ed economici sempre più elevati. Alla fine siamo chiamati ad ricordare la verità ineluttabile che tutto è collegato – ciò che facciamo alla Terra e agli “altri”, lo facciamo a noi stessi. Oggi, quindi, è giunta l’ora di adeguare i nostri sistemi umani a questa verità ed evolvere da l’attuale modello di dominazione verso un modello di collaborazione.

Questo è il problema. E questa è l’opportunità.

Concludiamo allora con un invito, un invito a trovare coraggio. Il coraggio di partecipare attivamente con saperi e tradizioni locali per co-creare una nuova realtà collettiva come abitanti che amano un territorio condiviso. Il coraggio di individuare obiettivi di beneficio reciproco per sostenere e tutelare con gratitudine il proliferare di ogni forma di vita in questa parte della Terra che chiamiamo casa. Il coraggio di noi cittadini di sostenere politici ed amministratori coraggiosi con visioni coraggiose di rigenerazione del territorio per evolvere verso il più bel futuro possibile per il Monregalese.

Il coraggio di fermare un progetto che sposterebbe soltanto il 6% del traffico dal centro cittadino e lascerebbe per sempre un buco nel cuore della collina.

Comitato Spontaneo Cittadino “Amiamo la Collina – Così Com’è” 27 luglio 2020