Ceva, l’ex convento dei Cappuccini ospiterà il Museo del Fungo: «Un sogno che diviene realtà»

Un unicum a livello nazionale che punta ad essere un importante centro scientifico e didattico.

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“Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei loro sogni” recita una nota frase di Eleonor Roosvelt e lo sanno bene i cebani che nel corso del tempo hanno portato avanti la tradizione legata a una nota eccellenza del loro territorio: il fungo, cui verrà dedicato un museo, ospitato nell’ex convento dei Cappuccini. 

IL PUNTO

Il Comune di Ceva, d’intesa con il Gruppo Micologico Cebano, ha chiesto con fiducia il coinvolgimento e il sostegno di realtà che, da sempre, credono e investono sul territorio per la sua valorizzazione, per la realizzazione di un museo dedicato al fungo e a tutti i materiali raccolti e catalogati dal 1962, anno di fondazione del Gruppo Micologico, secondo in Italia.

«Il progetto era nel cuore dei volontari del Gruppo Micologico da decenni. Sono orgoglioso di quanto si stia concretizzando, anche perché credo fermamente nell’importanza dei prodotti, delle tipicità e peculiarità di un territorio come il nostro, che ha ancora tanto da offrire» – commenta il Sindaco Vincenzo Bezzone.

A fargli eco è il vicesindaco Lorenzo Alliani: «Il sogno si sta per realizzare e non esiste soddisfazione maggiore di quando un sogno diventa realtà». 

Un grande risultato, frutto della sinergia tra amministrazione e Gruppo Micologico Cebano, come spiega il Presidente Giorgio Raviolo: «Siamo molto contenti per questo importante risultato, che rappresenta la prima tappa di un progetto ambizioso, atteso da decenni e nel quale crediamo molto. Raccogliamo anche l’eredità di chi, prima di noi, ha sognato e pensato a questo traguardo. Siamo orgogliosi di aver posato il tassello iniziale, anche per conto loro. Il Museo del Fungo costituirebbe infatti la naturale e doverosa evoluzione degli sforzi e dell’impegno di questi anni. Diventerebbe un centro studi, punto di riferimento importante per il nostro sodalizio, la Città e il territorio intero, dal punto di vista scientifico e culturale. L’iniziativa avrebbe pure un’importanza rilevante sotto l’aspetto turistico. Un fondamentale strumento didattico per ragazzi e studenti. Un compito che ci prefiggiamo sempre è quello di sensibilizzare alla conoscenza e al rispetto dell’ambiente, della natura, del bosco e dei funghi in particolare. E’ una sfida che il Gruppo Micologico Cebano è pronto ad affrontare con l’impegno e la dedizione che gli sono propri e riconosciuti. Grazie all’Amministrazione comunale, a chi ci aiuterà con il sostegno economico e a tutti i nostri soci. Noi ci siamo».

Il primo finanziamento è arrivato dalla Fondazione CRC, che, nella sessione generale di pochi giorni fa, ha deciso di assegnare al Comune di Ceva, un contributo complessivo di 60.000 euro per la realizzazione del Museo del Fungo nell’ex convento dei Frati Cappuccini.

Una conferma della vicinanza della Fondazione e del suo presidente Giandomenico Genta (socio onorario del Gruppo Micologico Cebano) alla città e ai suoi progetti.

Anche il presidente della Fondazione CRT, Giovanni Quaglia (anch’egli socio onorario del Gruppo Micologico), ha confermato che la Fondazione torinese – chiamata nelle prossime settimane a deliberare per le assegnazioni dei vari bandi e settori – sosterrà il progetto.

«Ogni specificità del territorio è un bene da coltivare, custodire, salvaguardare e promuovere» – ha sottolineato il presidente del Gal Mongioie, Beppe Ballauri -. «Saremo al fianco del Gruppo Micologico, nei modi in cui ci sarà possibile, in un progetto nel quale crediamo fortemente fin dal principio».

Anche il governatore della Regione, Alberto Cirio, si è detto attento al progetto cebano: «Una storia lunga più di 50 anni… Un Museo che saprà custodire ciò che è stato fatto e diverrà solida base per il futuro, anche dal punto di vista dello studio scientifico su questi preziosi doni del sottobosco».

IL MUSEO

I locali dell’ex convento dei Cappuccini (che saranno attrezzati in modo da consentire la visita anche a persone diversamente abili) sono adiacenti alla chiesa, accessibili attraverso un’ampia scalinata e affacciati su un piazzale a parcheggio gratuito. Si tratta di un complesso su due piani, che si sviluppa attorno a un piccolo chiostro, circondato per tre lati da un porticato con ampie vetrate sul quale si affacciano i numerosi ambienti.

UN PRIMO VIAGGIO IMMAGINARIO…

L’entrata sarà dal portone e passando per il sagrato si raggiungerà la reception, che conduce al porticato intorno al chiostro (dove si potrà ammirare il giardino botanico, ndr) con una serie di pannelli didattici.

Al piano terreno ci saranno il bookshop e sala conferenze, dove verranno proiettati video che raccontano la struttura, la storia del Gruppo Micologico, il mondo dei funghi e della natura in genere.

Al piano superiore, nelle ex celle dei monaci, un apposito allestimento narrerà la storia del Gruppo Micologico e dei soci fondatori, ricordando i due primi presidenti:Ernesto Rebaudengo (studioso e fra i migliori disegnatori al mondo di tavole micologiche dal vivo), primo presidente del Gruppo, morto nel settembre 2000 e Giovanni Scola, in carica fino all’ottobre 2016.

La visita immaginaria continua con le salette che ospitano il materiale del Gruppo Micologico: la collezione dei piatti celebrativi in ceramica, disegni e tavole micologiche, immagini storiche delle varie edizioni della Mostra del Fungo, dei mercati e delle presenze sul territorio. Uno spazio verrò poi dedicato al “re del bosco” in tavola con la ricetta “de.co.”, ossia  i Ravioli di Ceva ai funghi porcini.

Plastici, cartine Igm in scala e tecnologia all’avanguardia illustreranno le zone di diffusione dei vari tipi di funghi e piante sull’area cebana.

Seguiranno spazi che ricreeranno ambienti naturali, accogliendo le esposizioni di funghi liofilizzati e ipogei, quelli in resina realizzati da Mario Strani, quelli lignicoli e le specie usate in micoterapia. A rimarcare ulteriormente l’elevata valenza scientifica, le postazioni saranno dotate di microscopi, non mancheranno il prezioso erbario (che conserva gli exicata frutto di mezzo secolo di raccolta da parte di Ernesto Rebaudengo e altri soci del Gruppo) e l’esposizione di oltre cento essenze arboree.

Il viaggio immaginario termina nel giardino, dove una parte espositiva racconta la storia del complesso conventuale e delle sue figure più significative: gli orti didattici (in collaborazione con le scuole), giardino botanico e un’area dedicata alla dimostrazione di come si possono coltivare alcune specie particolari di funghi.

 

IL CONVENTO DEI CAPPUCCINI

Nel 1577, la nobildonna Eleonora della Rovere acquistò alcune terre nella parte orientale di Ceva per farne dono ai Padri Cappuccini di Genova che, grazie al contributo dei fedeli e della pubblica amministrazione vi fondarono convento e chiesa. La struttura fu quasi totalmente ripristinata tra il 1709 e il 1712.

Nel 1802, con la soppressione degli ordini religiosi durante la dominazione francese, il monastero fu chiuso e vi fu trasferito l’orfanotrofio femminile; nel 1816 tornarono i frati. Nel 1903 don Eugenio Michelotti riscattò i fabbricati del convento, grazie alle elargizioni raccolte dai cebani e si adoperò per il rifacimento della chiesa con una nuova facciata, quella attuale. Padre Michelotti faceva parte della congregazione degli Oratoriani di San Filippo Neri quindi la chiesa e il convento per un po’ di tempo furono chiamati “dei Filippini”, che rimisero gli edifici religiosi ai Cappuccini che, in un primo tempo, vi trasferirono una loro piccola comunità profuga da Lione. Nel 1912 rientrarono i frati piemontesi che vi rimasero fino al 2012. Data della chiusura obbligata, vista la carenza di nuove vocazioni e il numero ormai ridottissimo di religiosi. Nella chiesa attigua, tuttavia, si è continuato e si continua tuttora, grazie alla disponibilità della fraternità cappuccina, a celebrare la messa