Confindustria Cuneo, le aziende della meccanica: “Ci diano le leve per stimolare la ripresa”

Oltre al rinnovo del contratto di lavoro, alle novità normative sulla cassa integrazione, alle responsabilità in caso di contagio (con un richiamo all’importanza del rispetto dei protocolli di sicurezza) e alle possibilità di porre le basi per l’export in Cina, sono stati analizzati i preoccupanti dati congiunturali nazionali e locali che dimostrano come siano necessari immediati interventi concreti per alimentare una domanda che langue

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La Sezione Meccanica di Confindustria Cuneo presieduta da Marco Costamagna si è riunita in videoconferenza. Sono stati forniti i dati macroeconomici del settore, gli aggiornamenti sul rinnovo del contratto di lavoro e sulle novità normative inerenti alla cassa integrazione guadagni (in Granda si va verso le 500 domande presentate da marzo a giugno; a gennaio erano una decina…), oltre a un approfondimento sul tema della responsabilità per le imprese in caso di contagio da Covid-19 in azienda.

Nel corso dell’incontro on-line è stato presentato il progetto di Confindustria Cuneo “Digital buyer China” che ha l’obiettivo di permettere alle imprese di trovare partner commerciali selezionati in Cina tramite strumenti digitali.

Il quadro della situazione sia nazionale che locale è stato illustrato da Elena Angaramo, responsabile del Centro studi di Confindustria Cuneo.

La presentazione dell’analisi congiunturale è partita dai dati appena diffusi da Federmeccanica, secondo i quali lo shock da Covid-19 avrà sull’economia ricadute ben più gravi delle crisi del 2008 e del 2011.

«Per la produzione metalmeccanica sono stati rilevati, a livello nazionale, volumi dimezzati ad aprile rispetto a febbraio e la tendenza si conferma recessiva per il secondo semestre del 2020», commenta Elena Angaramo.

In particolare, il 63 per cento delle imprese italiane intervistate dichiara un portafoglio ordini in peggioramento, il 71 per cento prevede ulteriori cali di produzione rispetto al trimestre in parte caratterizzato dal lockdown e il 34 per cento ritiene che nei prossimi sei mesi dovrà ridimensionare i propri livelli occupazionali.

«A breve disporremo dei risultati dell’indagine congiunturale da noi svolta nelle prime settimane di giugno e potremo verificare se il sentiment dei nostri imprenditori confermi il quadro nazionale», conclude Elena Angaramo.

Per quanto riguarda la nostra regione e la Granda, guardando in particolare all’export, con i dati trimestrali dell’Istat che si fermano al primo mese di isolamento in seguito all’emergenza sanitaria, il comparto manifatturiero dimostra un calo del 5,8% in Piemonte e del 3% in provincia di Cuneo rispetto a un anno prima, con una situazione più pensante per la metalmeccanica (rispettivamente -10,6% e -6,9%).

Il dettaglio per settore relativo alla Granda, sempre confrontando il primo trimestre 2020 con l’analogo periodo del 2019, evidenzia come nell’àmbito della citata diminuzione del 6,9% delle esportazioni si registri un -23,3% delle macchine per impieghi speciali, un -19,2% per metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti, e un -18,4% per gli apparecchi elettrici.

Le cifre assolute sono queste: 791 milioni di euro di export provinciale nel primo trimestre 2019 per la meccanica, a fronte di 736 milioni da gennaio a fine marzo 2020 (-55 milioni di euro).

Un dato generale è il peggioramento della situazione della liquidità aziendale, ritenuta cattiva o pessima dal 32 per cento degli imprenditori intervistati nella penisola, a fronte di percentuali che non superavano il 10 per cento nelle indagini più recenti.

«Va segnalato che si tratta di statistiche sulle quali influiscono i dati solo del primo mese di lockdown. Siamo in attesa, anche a livello locale, di quelli relativi al periodo successivo e, obiettivamente, coltivare l’ottimismo non è facile», ribadisce il presidente Marco Costamagna. «Ricordo che, mentre non era stato recuperato il terreno perso a seguito delle crisi globali del 2008 e del 2011, già a fine 2019 si stava delineando un netto rallentamento della ripresa dell’economia italiana. La Granda negli ultimi anni ha saputo reagire meglio di altre aree della regione e della penisola in virtù della sua diversificazione produttiva, ma ciò non è più sufficiente. Il Covid-19 ha mutato il quadro, girandolo verso una preoccupante recessione. Ad alimentare i timori è il fatto che, come evidenziato con forza dal presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi, gli imprenditori a tutt’oggi vivano nell’incertezza rispetto alle misure concrete che verranno adottate al di là degli annunci e, quindi, non sappiano ciò che potrà accadere domani. È una questione addirittura di sopravvivenza. Occorre che il Governo agisca con tempestività, senza altri indugi, predisponendo interventi effettivi per alimentare la domanda e azioni efficaci che garantiscano la liquidità. Oggi mancano le leve di stimolo alla ripresa».

Costamagna ha rivolto, inoltre, una ferma raccomandazione alle aziende: «L’epidemia non è finita ed è importante che le imprese continuino ad applicare alla lettera i protocolli di sicurezza. Non si tratta solo di essere in regola in caso di controlli, bensì di evitare le pensanti conseguenze, anche sul piano dell’operatività, che sarebbero originate dalla scoperta di qualche caso di positività al virus».

A tal proposito, il prossimo appuntamento on-line per le aziende associate alla Sezione Meccanica è fissato per il pomeriggio di giovedì 2 luglio, quando si terrà il workshop promosso dal pool “Riorganizzazione in sicurezza” di Confindustria Cuneo, durante il quale, alla presenza dei Rspp (responsabili del servizio di prevenzione e protezione), saranno analizzati i protocolli di sicurezza, individuandone le eventuali possibilità di miglioramento.

c.s.