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«Il primo obiettivo? Divertirsi insieme»

Sergio Panero spiega difficoltà e prospettive per Sportiamo odv di Bra in tempo di Covid-19

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Operaio di professione, fossanese di na­scita e braidese d’a­dozione. Lui è Ser­gio Panero, presidente del­l’Asd Sportiamo odv (organizzazione di volontariato, ndr) di Bra, in carica dall’autunno del 2019. A IDEA racconta co­me l’associazione e i suoi atleti abbiamo af­frontato la pandemia.

Come ha vissuto la fase più dura dell’emergenza legata al Covid-19 e il “lockdown”?
«Sono state due situazioni abbastanza traumatiche. Per molti dei nostri atleti praticare attività sportiva rappresenta l’unica valvola di sfogo settimanale e una delle poche attività sociali che riescano a svolgere. Molti non lavorano e hanno finito il ciclo di studi. Lo sport praticato con Sportiamo per loro è davvero molto importante.

Come dirigenti, allenatori e volontari, è stato difficile comunicare e spiegare le decisioni prese dall’alto che andavano rispettate da tutti i cittadini, anche se non facili da far accettare. Ovviamente, con responsabilità ci siamo immediatamente adeguati per la salute e la sicurezza di tutti noi. Però, è stato un compito tutt’altro che facile.

Oltre alla disabilità, diversi nostri ragazzi hanno altre patologie e sono soggetti molto più a rischio di altri. In questi casi, non puoi permetterti errori e sottovalutazioni. Fare sport è bellissimo, ma davanti a tutto c’è la salute».

Gli atleti, invece?
«Come tutti gli sportivi che amano lo sport che praticano: hanno accettato con rammarico e facendo sacrifici, ma con la speranza di ripartire al più presto. Non esistono differenze tra un normodotato che gioca a calcio gli amici e un diversamente abili che gioca a baskin (basket inclusivo, ndr) con gli amici. Come l’ha vissuta l’uno, l’ha vissuta anche l’altro. Sono consapevoli che è stato giusto fermarsi e aspettare a riprendere. Più volte ci siamo sentiti telefonicamente, abbiamo fatto delle videochiamate. Hanno accettato tutto, con grande maturità».

L’unica disciplina attualmente ripartita è il nuoto.
«Fino a nuove disposizioni, la nostra sede (in via Piumati, 112 a Bra, ndr) rimarrà chiusa al pubblico. Diversi no­stri atleti, però, sono in possesso di ingressi per la piscina coperta in via Sartori e, date le direttive governative e ministeriali, hanno avuto la possibilità di ritornare a nuotare. Nel rispetto delle linee guida, ma come attività di nuoto libero. Le lezioni “uno a uno” non sono ancora consentite e chi ha bisogno di un supporto in acqua, deve rimandare il ritorno in acqua. Una ripartenza limitante, ma almeno è stato un primo spiraglio di ritorno alla normalità».

Sergio, secondo lei quando si potrà ripartire completamente con le vostre attività sportive?
«Spero tra settembre e ottobre, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Al momento non abbiamo notizie ufficiali. In Italia, è ripartito il calcio professionistico. La gestione della premiazione della finale di Coppa Italia tra Juventus e Napoli è stata sconfortante. Avrebbero dovuto mul­tarli tutti. Zero rispetto delle distanze di sicurezza, mascherine abbassate, abbracci. Così come la consegna delle medaglie e la Coppa. Che esempio è?

L’altra settimana c’erano milioni di spettatori incollati davanti alla tv. Se l’esempio dato dallo sport professionistico è quello, non ripartiremo mai. Una vergogna. Fosse per me, avrei di nuovo fermato tutto. In quelle condizioni, non si può fare sport in sicurezza».

Da vicepresidente a presidente. Un passaggio di testimone per cause di forza maggiore.
«Ho accettato con grande voglia, spinto dagli insegnamenti ricevuti da una grande donna e presidente che mi ha preceduto come Veronica Ternavasio. Gran­de onere e grande onore, per me. L’onere è alleviato dal fatto che sono circondato da persone eccezionali che mi supportano in ogni modo. Vera ha fatto un grande lavoro, anche dal punto di vista umano.

Col­la­borazione e serenità erano le sue caratteristiche principali. Un suo motto era che siamo tutti volontari, se qualcuno sbaglia qualcosa, nessuno punta il dito. Ho ereditato un am­biente sereno, sano».

Cos’è per lei Spor­tiamo?
«Una famiglia allargata. Non riuscirei a immaginare la mia vita senza Spor­tiamo. Ora l’o­biet­tivo è ripartire, per tornare a divertirsi insieme. Gli obiettivi sportivi? Certo, ma a tempo debito!».

BaNNER
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