Una donna che racconta da sempre il senso di una vita vissuta controcorrente, fuori dai cori del conformismo. Daniela Garnero Santanchè è nata a Cuneo, e qui ha vissuto con la la sua famiglia, il padre Ottavio, imprenditore titolare di un’agenzia di spedizioni, la “Unione corrieri cuneesi”; la mamma Delfina, la sorella Fiorella ed il fratello Massimo sino a quando per laurearsi in Scienze politiche si è trasferita a Torino.

Imprenditrice, controversa, divisiva, nota per la tenacia con cui difende le proprie idee, si impegna in politica nel 1995 e attualmente siede in Senato nelle file di Fratelli d’Italia, il movimento politico guidato da Giorgia Meloni.

Onorevole, come giudica l’atteggiamento delle opposizioni in questo contesto storico?
«Sin da quando è scoppiata questa guerra, rappresentata dal coronavirus, che sta davvero facendo danni maggiori di qualsiasi conflitto accaduto nel passato, il nostro atteggiamento è stato di massima responsabilità. Essendo per natura patrioti, non vogliamo comportarci da disertori, ma pienemanete consapevoli del nostro ruolo in guerra vogliamo combatterla e vincerla.

Sin da subito, il nostro approccio si è dimostrato collaborativo nei confronti del Governo: abbiamo offerto un aiuto concreto per poter celermente agire, decidere, fare… Quando poi ci siamo resi conto che da parte di Giuseppe Conte vi era una chiusura totale, che al termine dei tavoli di confronto con le associazioni di categoria a cui partecipavamo per farci promotori di soluzioni di buon senso, le risposte ai provvedimenti suggeriti erano sempre negative, abbiamo compreso, come buona parte degli italiani, che questo Governo è l’essenza di grandi proclami e niente fatti. Hanno messo la fiducia ai provvedimenti, ma per collaborare bisogna essere in due o no?».

L’operato del Governo Conte nella difficile gestione della crisi dovuta al Covid-19 le è parso all’altezza?
«All’inizio vi era una grande paura nei confronti di questo virus peraltro poco conosciuto anche dalla comunità scientifica che non si è dimostrata molto competente in merito… Si pensi solo al balletto mascherina no, mascherina sì… distanziamento tra soggetti e così via.

Questo atteggiamento ha generato tantissima confusione, specie nella prima parte della gestione dell’emergenza. Altro errore clamoroso: la comunicazione. Chi non ricorda il Presi­dente del Consiglio in conferenza stampa la sera del 7 marzo annunciare che il giorno seguente l’Italia intera sarebbe stata bloccata e ciascun italiano posto agli arresti domiciliari? Io quella serata la ricordo bene, perché ero a Cuneo e sono ripartita di corsa verso Milano.

Già ai caselli autostradali vi erano code lunghissime, per non parlare di che cosa, poche ore dopo è accaduto nelle stazioni ferroviarie dove sono stati presi d’assalto i treni in partenza verso le regioni del Sud. Il mio giudizio di questi mesi, e non solo, non è affatto positivo. Sono stati fatti gravissimi errori. Superata l’iniziale emergenza sanitaria, oggi che fortunatamente, come ribadisce anche il professor Zangrillo, il coronavirus clinicamente non esiste più, ritroviamo sul campo un disastro sociale ed economico, in cui la ripartenza non è facilmente attuabile.

I famosi 80 miliardi di euro a disposizione, sono anche un atto di responsabilità dell’opposizione: senza il nostro voto in Senato, infatti, il Governo non avrebbe avuto la maggioranza per approvare lo spostamento di bilancio. Dispiace che questa somma sia stata spesa male e tardi, perché ciò che Conte e i suoi ministri non hanno compreso è che questo denaro deve andare subito nelle tasche dei lavoratori, degli imprenditori, dei commercianti, degli artigiani, parte fondante della forza economica del nostro paese.

E devono essere elargiti con urgenza: le categorie produttive di questo Paese non hanno tempo. In autunno lo scenario economico cambierà, così come la tenuta sociale. E allora cosa faremo quando un ristorante, un’azienda su quattro non riapriranno? Cosa risponderanno dal Governo?».

A livello locale, le sue considerazioni in merito alla gestione della crisi in Piemonte differiscono rispetto a quelle livello nazionale?
«Il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna sono state certamente le regioni più colpite. Ci sarà stato anche qualche errore, ma sono certa che il governatore Alberto Cirio come i suoi colleghi , governatori del nord avrà fatto tutto il possibile, compatibilmente alla gestione di situazione emergenziale che facile non è stata».

Ora come si riparte? Quali le ricette di Fratelli d’Italia, il suo partito?
«Prima di tutto occorre smettere con questo terrorismo psicologico. Il fatto di non sapere se i confini di Piemonte e Lombardia ad esempio, così come per altre regioni, saranno aperti ha giocato sull’esclusione, per adesso, dai corridoi turistici.

Ci lamentiamo che la Grecia e l’Austria non ci vogliono, ma a generare ciò sono stati questo Governo e alcuni governatori. Secondo lei se diamo l’uno all’altro l’appellativo di untori, gli stranieri verrano volentieri in Italia? Per ripartire secondo noi di Fratelli d’Italia c’è bisogno di libertà: d’impresa, di semplificazione, abolendo i balzelli della burocrazia. E aggiungo un terzo elemento essenziale: soldi per il turismo.

Al Governo tutti ne parlano, ma concretamente nessuno pensa al danno economico per il comparto turistico che produce un contributo diretto del 5% al Pil italiano. Se consideriamo l’indotto nel suo complesso il contributo totale sale al 13%. In Germania investono 18 miliardi, in Spagna e Francia 15 miliardi, mentre noi siamo la Cenerentola d’Europa con appena 4 miliardi. Poi come se non bastasse è stata varata la presa in giro del “bonus vacanze”. In questo modo dove vogliamo andare?».

Secondo gli ultimi sondaggi Giorgia Meloni ha incrementato di molto il suo consenso personale a discapito di Salvini. Un suo giudizio in merito?
«La leadership di una donna come Giorgia Meloni e la coerenza: sono questi i segreti di Fratelli d’Italia. Nessun partito ha un leader donna: solo Fratelli d’Italia. Abbiamo le carte in regola anche su questo. Una donna leader politico fa la differenza nelle scelte di tutti i giorni e penso che sia venuto il tempo per pensare a una figura femminile al Governo. Con gli uomini abbiamo già provato e mi auguro che gli italiani adesso capiscano che è meglio avere una donna al comando».

Lei è di origini cuneesi. Torna mai da queste parti? Che ricordi conserva della sua città d’origine?
«Certo. La Granda è un territorio bellissimo e io quando torno a Cuneo, sento davvero il profumo di casa, perché ritrovo lo spirito di una terra di grandi lavoratori, di eccellenze agroalimentari come il prezioso tartufo bianco d’Alba, la Nutella, che tutto il mondo ha cercato di copiare senza riuscirci, alla grande e significativa filiera agricola, all’allevamento di bestiame. Imprenditori e persone che lavorano dal mattino alla sera, e oggi si ritrovano a chiudere a causa di questo Governo, oppure a indebitarsi per continuare a produrre. Un territorio laborioso che da anni aspetta infrastrutture, che andranno gestite come per il ponte con il modello Genova».

Tornerà mai vivere nelle nostre zone?
«Non è nei miei progetti, perchè ho le mie aziende a Milano, faccio il Senatore delle Repubblica a Roma, ma quando posso a Cuneo ed in provincia torno sempre con immenso piacere».