«Una scelta dolorosa ma giusta, che sarà di sicuro ricompensata»

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«Dispiace dover rinunciare a un’edizione dell’“Ancalau”, perché è un premio che, grazie all’ingegno e all’impegno di Silvio Saffirio e del sindaco Ettore Secco, ogni anno innalza il proprio livello», commenta Oscar Farinetti di “Eataly” uno degli sponsor della manifestazione.

«L’idea che sta alla base del premio, secondo me, è geniale, perché considero un gesto di grande significato dimostrare come da un piccolo paesino dell’alta Langa si possa mandare un messaggio al mondo: quello di osare. Io sono dalla parte degli organizzatori sempre, li adoro perché sono persone che si inventano un evento culturalmente alto. Perché il sentimento dell’osare, dell’audacia è il vero sentimento del futuro e il fatto che il manifesto dell’osare prenda le mosse da un piccolo comune dell’alta Langa è un segnale meraviglioso». «È andata così», conclude l’imprenditore, «anche se per quella data nessuno sa come saremo messi e magari la situazione sarebbe stata migliore del previsto. Io ho l’impressione che potremo gradualmente uscire di casa e ritornare alle nostre vite, però adesso era giusto prendere queste decisione: vorrà dire che il prossimo anno faremo i fuochi d’artificio!».

Sulla stessa linea le considerazioni di Tino Cornaglia, presidente della Banca d’Alba, altro valido supporto della manifestazione: «È un dispiacere dover saltare l’edizione 2019, ma di certo ci rifaremo l’anno prossimo, con un evento ancora più significativo. D’altronde i cambiamenti determinati dall’emergenza che stiamo vivendo potrebbero anche portare a nuove idee. Rivederci per il premio sarà anche un modo per tirare le somme rispetto a questo periodo e per vedere se ci sono state ripercussioni positive sulle “start up” presentate. Tutti noi abbiamo avuto qualche mese a disposizione per riflettere su tante cose, chissà che non si riesca a metterle a frutto».

A PierPaolo Carini, amministratore delegato di Egea, altro partner dell’evento, le ultime considerazioni in merito alla decisione presa: «L’emergenza sanitaria in cui ci troviamo ci costringe a porre l’attenzione e indirizzare le nostre energie per affrontare altre urgenze. In ogni caso, la scelta di non organizzare l’edizione mi pare saggia e quasi inevitabile, perché quella dell’“Ancalau” è una festa dell’incontro, del ritrovarsi, dello stare insieme e del fare comunità, quindi non sarebbe lo stesso se dovessimo ancora sottostare a ferree regole di distanziamento sociale. Sono certo che l’edizione 2021 saprà ripagare del sacrificio che dobbiamo imporci quest’anno e che sarà un nuovo inizio per tutti noi».