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Accordo Regione Intesa Sanpaolo per l’anticipo della cassa

Dalla banca in arrivo anche nuove donazioni

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È entrato in vigore, in pie­na fase 2, l’accordo firmato da Regione Pie­monte, Intesa San­paolo e sindacati per l’anticipo della cassa integrazione da parte dell’Istituto di credito, coperto grazie a un fondo di garanzia da 5 milioni di euro che annulla i costi di apertura del conto corrente per chi non è cliente della banca torinese, copre gli interessi e anche eventuali errori per le pratiche non accolte da parte dell’Inps perché non corrette.

Intesa Sanpaolo, con questa concreta azione, è una delle poche banche che, in termini di processo di moratoria, di anticipazione sociale, di liquidità per le imprese, ha avviato tempestivamente processi di richiesta a distanza. Una facilitazione che permette al cliente di non recarsi in filiale,  ma di richiedere il supporto delle “task force” aggiuntive della banca che vanno a rinforzare l’attività di chi opera in filiale, a vantaggio di risposte rapide e puntuali. Con un importante sforzo della Banca, inoltre, sono già state raccolte 430.000 richieste di sospensioni a livello nazionale, tra privati e aziende, per un totale di finanziamenti residui di circa 38 miliardi. Il 40% delle richieste è concentrato al Nord e, in particolare, in Lombardia (19.7%), Veneto (12,1%) e Piemonte (8,5%). Solo nel Nord Ovest Intesa Sanpaolo sta gestendo quasi 15.000 richieste di finanziamento fino a 25.000 euro previste dal Decreto Liquidità.

Intesa Sanpaolo ha inoltre prorogato le linee di finanziamento a breve termine non rateale, con scadenza fino al 30 settembre a circa 20 mila clienti, per un importo pari a circa 3 miliardi. In un contesto di difficoltà operativa per le imprese, la nota positiva da segnalare è la concretezza di Intesa Sapaolo che ha realizzato e porta avanti operazioni di finanza strutturata per circa 200 milioni e operazioni di “basket bond” per circa 60 milioni a favore delle piccole e medie imprese.

Il particolare e difficile momento economico ha acceso i riflettori sulle banche e sulla loro capacità di mediazione: Intesa Sanpaolo, a questo proposito, può contare su una squadra di lavoro molto coesa, uno storico radicamento territoriale e una forte solidità finanziaria.
È stata la prima banca ad attivare la moratoria per i finanziamenti, dai mutui ai prestiti personali, senza distinzione di importo o tra prima e seconda casa; la prima a fare arrivare sui conti dei clienti i finanziamenti “25.000” e l’anticipo della cassa integrazione in deroga. Questi due mesi di “lockdown”, anche in Piemonte, hanno generato una significativa riduzione dei fatturati aziendali. Un fenomeno marcato nei settori più esposti alla crisi, ma che si è riflesso immediatamente anche sulle richieste in termini di sostegno finanziario. Le imprese chiedono finanziamenti per sostenere le spese vive, per pagare gli affitti e gli stipendi. A tal proposito, le misure del Governo sono state importanti, ma servono soluzioni per accompagnare le imprese ad affrontare la crisi e risolvere i problemi immediati. Oggi appare importante confrontarsi con un contesto completamente diverso, in cui le imprese italiane devono fare i conti con le esigenze di crescita, patrimonializzazione, crescita di­men­sionale attraverso aggregazioni, evoluzione dei modelli di business e riconversioni industriali.

Questo è lo scenario a tendere a cui Intesa Sanpaolo sta guardando con la consapevolezza che la ripresa deve necessariamente passare da un sistema economico e produttivo che sia più digitale, che abbia a disposizione gli incentivi giusti per crescere dimensionalmente e che voglia rafforzarsi sotto il profilo patrimoniale.
Occorre tornare a pensare agli investimenti in “circular economy”, agli investimenti per la transizione verso il “green deal”, a un potenziamento del piano “Industria 4.0”. Questi temi hanno rappresentato l’agenda di Intesa Sanpaolo fino a febbraio 2020: ora occorre iniziare a porre le basi per ricominciare, anche attraverso un sistema di incentivi e di agevolazioni, a investire concretamente.

«La nostra risposta all’emergenza sanitaria è stata significativa», ribadisce Teresio Testa, alla guida della direzione regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo. «La nostra Banca, i suoi manager, tutte le nostre persone sul territorio hanno messo in campo una cifra superiore ai 100 milioni per il rafforzamento delle strutture sanitarie e per progetti a elevato impatto sociale. Ora vogliamo rafforzare in maniera rilevante queste misure: abbiamo deciso di destinare 125 milioni del nostro “fund for impact”, ovvero il 50% della dotazione totale, al contrasto degli squilibri socio-economici causati dalla pandemia».

E non è tut­to: Intesa Sanpaolo interviene in Pie­monte con due nuove donazioni, rien­tranti nel perimetro dei 100 milioni annunciati qualche mese fa dal Gruppo e messi a disposizione della sanità italiana per il tramite del Commissario straordinario e della Protezione civile. La prima erogazione, per un ammontare di 540 mila euro, è destinata all’Asl Torino 3, per la fornitura di strumentazione e di reagenti necessari per la produzione di kit diagnostici Covid. Il secondo intervento, per un ammontare di 600 mila euro, va all’Asl Torino 4, per l’acquisto di apparecchiature per la gestione di pazienti Covid-19, tra cui 11 ventilatori con doppia funzione di anestesia e ventilazione e una centrale di monitoraggio (inclusi 8 monitor per la terapia intensiva). Quest’ultima strumentazione, in particolare, è stata destinata alle tre rianimazioni dei presidi ospedalieri di Ivrea, Chivasso e Ciriè. Intesa Sanpaolo aveva già sostenuto con 600 mila euro la realizzazione presso l’Istituto di Candiolo di un nuovo laboratorio di diagnostica e “screening” Covid-19, a disposizione degli enti pubblici della Regione.

BaNNER
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