CGIL, CISL, UIL: “la salute deve venire prima di tutto. E’ necessario rafforzare le funzioni ispettive e di prevenzione”

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Siamo francamente stupiti della posizione delle associazioni datoriali della nostra provincia
in merito all’ipotesi di assunzione di ispettori del lavoro su tutto il territorio nazionale.
Nella nostra provincia, a novembre 2019 avevamo organizzato un’iniziativa sulla sicurezza
ed avevamo denunciato che dall’inizio dell’anno c’erano già stati 19 morti sul lavoro (la provincia di Torino con 4 volte gli abitanti aveva quasi lo stesso numero di morti).

Avevamo chiesto il rafforzamento degli ispettorati del lavoro, tanto più in un sistema come
quello cuneese fatto di piccole e medie imprese, contrastando la logica dell’appalto, del subappalto e della precarietà che sono le cause principali della crescente insicurezza per chi lavora. La sicurezza è una responsabilità che deve interrogare tutti: lavoratori, sindacato, organizzazioni datoriali, imprese e Istituzioni.

I morti, gli infortuni sul lavoro, le malattie professionali sono in drammatico aumento,
parliamo ormai di una vera e propria strage: sono i numeri purtroppo a dirlo. Ha ragione il
Presidente Mattarella: la sicurezza sul lavoro è una priorità sociale e non si possono accettare
passivamente le tragedie che si ripetono.

Per aumentare la sicurezza sul lavoro è necessario rafforzare le funzioni ispettive e di
prevenzione negli ispettorati e nelle ASL, nei vigili del fuoco, il che significa assunzioni e risorse. Serve un’azione continua, rigorosa, di prevenzione, che può che essere messa in atto dagli ispettori. La sicurezza di chi lavora non solo è “una priorità sociale” ma è anche uno dei fattori più rilevanti per la qualità della nostra convivenza civile. Ora di fronte ad un virus pericoloso e letale come quello di questi giorni, assumere ispettori del lavoro in provincia di Cuneo non riuscirebbe nemmeno a coprire le carenze attuali di organico in un territorio vasto come la provincia di Cuneo, ma andrebbe nella giusta direzione.

Lavorare in sicurezza e tutelare la salute nei luoghi di lavoro per sconfiggere il virus, sono la
condizione necessaria per rilanciare la nostra economia e difendere l’occupazione. Lo dobbiamo anche a quei lavoratori della sanità che sono in prima linea nel combattere il virus e hanno rischiato e rischiano la vita tutti i giorni. Non possiamo permetterci di ritornare ad un situazione emergenza drammatica e sprecare i sacrifici fatti.

Nella prima fase del virus in alcune realtà, per far rispettare le norme previste dal protocollo
sulla sicurezza, abbiamo dovuto dichiarare delle azioni di sciopero. Scioperi poi rientrati perché i rappresentanti dei lavoratori e i datori del lavoro hanno trovato un’intesa. Quindi, non capiamo la posizione espressa dai rappresentati delle imprese in quanto la stragrande maggioranza delle aziende lavora in sicurezza, sottoscrive con i rappresentanti dei lavoratori i protocolli previsti, lavora e fa lavorare rispettando la salute e la sicurezza. Poi, come sappiamo tutti, ci sono realtà dove la sicurezza e la salute dei lavoratori non è rispettata e queste situazioni vanno denunciate e ricondotte al rispetto delle norme, anche e soprattutto da un sistema sano (Istituzioni, imprese e sindacato) come quello cuneese.

La salute e la sicurezza dei lavoratori e la ripresa economica vanno di pari passo e non ci
possono essere divisioni sul tema.

c.s.