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Federazione Centri di Aiuto alla Vita e Movimenti per la Vita – Piemonte e Valle d’Aosta: ci scrive il presidente

"Si proponga l’offerta di un aiuto solidale e concreto per le donne che si trovano ad affrontare gravidanze difficili, perché non si sentano più sole e siano davvero libere di non abortire e di accogliere il figlio. Si pensi quindi a tutelare prima di ogni altra cosa il diritto alla vita e la maternità"

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Partendo da un presupposto tutto da dimostrare e probabilmente falso (impossibilità di
accesso all’Ivg), con una lettera aperta al Ministro della Salute, Roberto Saviano, Laura
Boldrini e altri noti personaggi tentano di trasformare anche l’emergenza epidemiologica e
sanitaria del Covid-19 in occasione per rivendicare ancora una volta l’inesistente e
ideologico diritto di aborto, chiedendo di favorire l’aborto farmacologico a domicilio e di
ampliarlo fino alla nona settimana di gestazione, ignorando che, oltre ad essere una
richiesta contraria alla legge 194/78 (loro baluardo), condannano così le donne a vivere
ancor più da sole questo dramma. Senza tralasciare che la donna, dopo l’assunzione della RU486, rischia comunque di dover ricorrere all’aborto chirurgico e quindi a un ricovero che la esporrebbe a un probabile contagio.

Ancora una volta, banalizzando il dramma dell’aborto, non solo dimenticano la prevista e
inapplicata fase preventiva d’individuazione e rimozione delle cause, ma in particolare
che, oltre alla salute della donna, c’è in gioco la vita di un essere umano unico e irripetibile,
il figlio, che ha diritto di vivere proprio come chi ha presentato questa assurda e ideologica
proposta.

Piuttosto si proponga l’offerta di un aiuto solidale e concreto per le donne che si trovano
ad affrontare gravidanze difficili, perché non si sentano più sole e siano davvero libere di
non abortire e di accogliere il figlio. Si pensi quindi a tutelare prima di ogni altra cosa il diritto alla vita e la maternità.

Per questo anche in Piemonte i Centri di Aiuto alla Vita, con i loro volontari, sono sempre
disponibili ad aiutare una madre a rendere concreta la possibilità di accogliere il proprio
figlio che, sin dal 20mo giorno di gravidanza, ha già il cuore che batte, visibile in una
semplice ecografia.

A supporto dei Cav ci sono inoltre i fondamentali i servizi del Progetto Gemma e di SOS Vita (numero verde: 800813000) ai quali ogni donna può rivolgersi e trovare conforto“.

Il presidente Claudio Larocca
Federvi.P.A. – Federazione Centri di Aiuto alla Vita e Movimenti per la Vita– Piemonte e Valle d’Aosta

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