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Mons. Pietro Delbosco «La forza della speranza per ricostruire la vita»

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Nel giorno di Pasqua le campane suoneranno a festa! Interromperanno il flusso di immagini desolanti che imperversano su giornali, televisione, social media. Suoneranno per ringraziare i
bambini: siete stati buoni nel sopportare sacrifici quotidiani per tutelare i grandi e gli anziani dal contagio! Suoneranno per gli adolescenti: il vostro bisogno di amicizia, di contatto, di confusione è stato mortificato, ma non vi siete ribellati! Suo neranno per cantare un inno agli adulti, ai genitori, alle badanti, alle commesse e ai commessi di negozi, farmacie, edicole… a quanti continuano a lavorare per servizi essenziali! Suoneranno per ringraziare gli operatori sanitari che non si sono tirati indietro di fronte al carico di fatica e di rischio che il loro lavoro comporta in questo momento! Suoneranno per uomini e donne di Chiesa che hanno cercato nuovi canali di comunicazione con le persone, per sostenere, incoraggiare, consolare! Le
campane di Pasqua suoneranno a festa per annunciare la Risurrezione!
La risurrezione di Cristo è avvenuta nella notte, cioè nel momento in cui nessuno poteva vederla. Non c’era nessuno che potesse documentare e fare vedere a tutti quello che era successo. Proprio perché la speranza umana non dipende da quello che sta sulla scena principale. In questo momento, in modo particolare, lo scenario globale è poco incoraggiante. Non ci sono i numeri per grandi speranze. Ma la speranza non viene dai numeri! Ogni epoca della storia ha un elenco schiacciante di numeri che depongono contro la speranza. Miliardi di persone vivono in condizioni di povertà economica o senza riconoscimento adeguato della
propria dignità. Milioni di persone soffrono fame e malnutrizione. Oltre cinquanta milioni sono le vittime della tratta umana, ossia donne, uomini e bambini ridotti a corpi da sfruttare. Aggiungiamo a questi le migliaia di contagiati dal coronavirus e lo spettacolo dei numeri diventa angosciante.
Nel giorno di Pasqua, sui campanili di tutte le chiese, le campane suoneranno per spostare il nostro sguardo. I segni della speranza non sono sulla scena dei media. Eppure, c’è un mondo che sta risorgendo! Ci sono fiori nei campi, canti di uccelli in cielo, alberi che germogliano, torrenti che scorrono e neve che scioglie! Ma ci sono anche gesti af fettuosi nelle case, generosità nel servizio, esemplarità di pazienza! Ci sono persone che si affidano a Dio e pregano per gli al tri! Ci sono donne e uomini che sorridono per offrire uno spiraglio di buon umore!
Ci sono ancora saluti, scherzi, gesti di riconciliazione! C’è un fermento di risurrezione che non
appare sulla scena principale.
La risurrezione di Cristo è avvenuta nella notte, perché la speranza non si può imporre con la forza. Va accolta in modo personale e riconosciuta nella povertà dei suoi segni. A Pasqua le campane suoneranno per il fatto che nel mondo ci sono discepoli della speranza, che hanno gli occhi aperti su umili segni. Da qui viene una speranza per tutti, perché da cuori consolati
provengono menti e forze umane per ricostruire. Il mondo, la Chiesa, le nostre famiglie attendono la forza della speranza per ricostruire con nuova sapienza la vita sulla terra. Dopo lo spettacolo della Croce, essa accoglie ora il miracolo nascosto della Risurrezione! Le campane di
Pasqua suonano anche quest’anno per incoraggiarci a vederlo!

BaNNER
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