Covid-19, il sindacato dei medici del Piemonte: “Disorientanti le parole dell’Assessore Icardi sui tamponi”

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Foto Regione Piemonte

Siamo piuttosto disorientati in merito alle recenti dichiarazioni dell’Assessore Regionale alla Sanità, Luigi Icardi, rispetto al tema dei tamponi. Esiste eccome una forte correlazione rispetto all’andamento dei decessi. Il problema continua ad essere, anche tra il personale sanitario, quello relativo ai positivi asintomatici. Senza il tampone chiunque può mettere in serio pericolo la propria vita, quella dei familiari e, se è un medico o un infermiere, anche quella dei pazienti. Occorre che la Regione li intensifichi in modo determinante e controlli che vengano predisposti dalle ASL a tappeto anche negli Ospedali e nelle Case di Riposo”.

A dichiararlo è Sebastiano Cavalli, Segretario di Cimo Piemonte, il sindacato dei medici, che sottolinea anche il deficit negli ospedali piemontesi del materiale di protezione: dalle mascherine FFP2-FFP3, ai camici, ai guanti e a tutto l’occorrente necessario per proteggersi e proteggere i pazienti. Inoltre il sindacato ha chiesto, tramite una lettera ufficiale, un incontro urgente con i vertici regionali, per rendere possibile, come per altro è accaduto in altre regioni italiane, l’erogazione di un contributo straordinario una tantum pari 1.000 euro per tutti medici piemontesi.

Siamo in trincea – prosegue il dottor Cavalli di Cimo – ma non vogliamo essere definiti eroi. Lavoriamo con dedizione per il bene della salute dei nostri pazienti, ma ci sentiamo poco riconosciuti da chi esterna a parole lodi, ma nel concreto risulta essere molto meno presente in termini decisionali. Vorremmo anche capire come l’Assessore Icardi intende distribuire al personale sanitario i circa 18 milioni di euro destinati al Piemonte all’interno del contributo straordinario di 250 milioni deciso dal Governo. Chiediamo fatti concreti, decisioni veloci, ascolto continuo”.

“Effettuare i tamponi significa individuare i positivi asintomatici e bloccare sul nascere l’aggravarsi della patologia e del contagio. Continuiamo a chiedere alla Regione di intensificare i controlli in modo rilevante sul personale sanitario, i soggetti più esposti, ma non abbiamo ottenuto alcuna rassicurazione concreta. – prosegue il sindacato –Basta chiamarci eroi: desideriamo solo svolgere la nostra professione nella massina sicurezza, invece i tamponi vanno a rilento, le mascherine ad alta protezione non sono sufficienti a coprire i turni e lo stress delle terapie intensive piemontesi non diminuisce.

Come CIMO PIEMONTE chiediamo con urgenza la convocazione di un tavolo con i vertici regionali, serve una tutela maggiore anche dal punto di vista economico per i nostri medici. Come accaduto in altre regioni italiane, proponiamo un contributo una tantum di 1000 euro per tutto il personale sanitario“.

c.s.