Coronavirus, Cirio: “In Piemonte restano misure ferree, io avrei mantenuto il blocco fino al 20 aprile”

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Nella serata di ieri è tornato a parlare dopo alcuni giorni il Governatore del Piemonte Alberto Cirio, che, in diretta sulla propria pagina Facebook, si è rivolto a tutti i piemontesi, facendo il punto della situazione in Regione.

Al centro dell’intervento di 11 minuti del Presidente è stato il concetto di “sforzo comune”, con la volontà di ribadire che le misure adottate per combattere il Coronavirus resteranno in vigore e che nessuno dovrà pensare di poter “abbassare la guardia”.

“Servirà lo sforzo comune di tutti per poter continuare a migliorare. Non a caso il Governo ha disposto il prolungamento al 13 aprile delle misure restrittive. Vi dico la verità: io negli incontri dei giorni scorsi avevo proposto addirittura il 20, perchè ritengo che i tempi per una riapertura non saranno comunque maturi dopo pasquetta”.

Queste le parole di Cirio, che ha poi precisato come in Piemonte saranno mantenute misure molto più restrittive rispetto a quelle nazionali: “Come previsto dalla legge, noi governatori possiamo inasprire laddove necessario le misure. Ecco perchè sin da subito ho fatto sapere che quanto emerso nella circolare diffusa ieri dal Ministero degli Interni non avrà validità in Piemonte. Credo onestamente che sia stata una circolare un po’ infelice, nella quale si apriva alle camminate con i minori: assolutamente no. No a jogging, attività motoria fine a se stessa e gite al parco. Si esce solo per reale necessità, perchè non è tempo per abbassare la guardia”.

Il Presidente ha poi sottolineato, comunque, come qualche risultato si stia vedendo: “La linea del contagio sta giorno dopo giorno perdendo un punto percentuale. Il tempo dei raddoppi dei contagi in Piemonte è passato da due giorni e mezzo a più di otto giorni, il che significa che siamo sulla strada giusta. Il dato che più mi incoraggia è quello legato ai posti letto da terapia intensiva occupati: sono passati da 458 a 456, per la prima volta in calo”.

Un quadro che lascia comunque delle linee di ottimismo, anche grazie al grande sforzo messo in atto dal personale sanitario: “Si è fatto un lavoro eccezionale. Prima del contagio in regione contavamo 287 posti letto di terapia intensiva, oggi sono diventati 600. L’ospedale di Verduno ha aperto i battenti e sarà fondamentale, anche grazie all’apporto dato dai 21 medici della task force scelti a livello nazionale che arriveranno proprio nelle prossime ore”.

Insomma, le istituzioni hanno fatto il loro ma ora i cittadini devono sostenerle: “Chiudo ricordando a tutti come senza lo sforzo collettivo tutto ciò rischia di essere vanificato. Dobbiamo continuare a lottare ed a controllarci vicendevolmente: solo così potremo vincere definitivamente questa sfida”.