La testimonianza di un operatore sanitario in prima linea al Mauriziano: “Spero non mi abbandonino grinta e determinazione”

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Entri nel reparto ti vesti con la divisa gialla (uguale covid), chiudi tutta la tua roba in un sacco con il tuo nome e la sposti nel locale dove ti cambierai quando esci. Entrati in reparto ti prendi la temperatura e ritiri il tuo kit con due camici, due copricapo, 4 mascherine da cambiare ogni due ore e gli occhiali. Il reparto ha zone pulite e altre “sporche”, confini invalicabili.

Si trascorre metà turno da una parte e metà dall’altro al cambio mangi bevi e vai in bagno. Chi è nel pulito non è a contatto con i malati prepara terapie, scrive consegne registra dati, stampa svolge la parte burocratica e organizzativa in modo che chi è nello “sporco” a contatto con i malati possa essere operativo. Nello sporco ci sono due infermieri, un oss e un medico, nel pulito un infermiere, un oss e un medico .

Entrare nello “sporco” significa bardarsi come si vede in tv, con doppio paio di guanti, il secondo si cambia in continuo tra una operazione e l’altra e comunque ogni volta che si esce da una stanza. Ho iniziato il turno nello sporco affiancato all’infermiera a fare terapia orale, poi quella endovenosa che l’infermiera del pulito ci sporgeva giò preparata e cosi via
Sono quasi tutti anziani, molto soli, in reparto non c’è neanche un’ombra di un parente.

Pazienti molto affaticati dal punto di vista respiratorio con febbre e dolore, la morfina fa la sua parte. Una signora da noi chiede sempre del marito al piano di sotto!!! Qualcuno ha il cellulare ma la metà non sarebbe in grado neanche di fare una conversazione telefonica.
Detto questo penso di farcela ho sentito una determinazione e una grinta che spero non mi abbandoni.

Lettera Firmata