Carlo Alberto De Casa, un saluzzese a Londra nel gregge auspicato da Johnson: “Speriamo ci ripensi”

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Le parole del Primo Ministro Boris Johnson sull’approccio della Gran Bretagna sul CoronaVirus hanno spaventato tutti per la freddezza che le ha accompagnate.

Parole che non ci riguardano? Non esattamente. Gli italiani che lavorano e vivono nell’isola divisa dall’Europa solamente dalla Manica si stimano, infatti, in 700.000 circa: un bel numero che certamente non può lasciarci a cuor leggero.

Ideawebtv.it ha contattato il saluzzese Carlo Alberto De Casa, residente da anni a Londra con la compagna ed i figli, analista di mercato del gruppo ActivTrades, che ci ha raccontato l’atmosfera della capitale inglese in questi giorni.

L’emergenza CoronaVirus sta investendo tutta l’Europa e non solo: da Londra che idea ti sei fatto della situazione italiana?

“L’Italia sta mostrando grande dignità in una fase difficilissima dove occorre rimanere uniti e seguire le regole. Ma avremmo pensato ad una situazione simile, ma ora bisogna fare quanto possibile per frenare l’emergenza. È uno scenario paradossale, ma bisogna stare a casa. Il virus può fare strage, come purtroppo visto in Lombardia e non solo.”

Attualmente qual’è la situazione dei contagi nel Regno Unito?

“La BBC stima fra i 35.000 ed i 50.000 contagi nel Regno Unito, anche se quelli ufficiali sono 1.500/2.000. Qui non fanno i tamponi, hanno adottato una strategia opposta all’Italia. C’è grande confusione, la gente è preoccupata e teme che il governo lasci diffondere la malattia, come dichiarato da uno dei suoi portavoce sanitari. Hanno infatti dichiarato che per avere un’immunità di gregge sarebbe necessario che il 60% della popolazione la prendesse. Questo può anche voler dire un effetto collaterale di mezzo milioni di morti. Ossia una strage, soprattutto fra i ceti più deboli, come anziani, malati e poveri.”

Le parole del Primo Ministro inglese Boris Johnson hanno lasciato molte perplessità: come hanno preso questa dichiarazione gli inglesi?

“Si, hanno fatto scalpore anche perchè io non so come si possa pensare ad un piano che possa prevedere, come effetto collaterale, circa mezzo milione di morti. Il problema statisticamente potrebbe non riguardare me, per età e per buona salute, ma le fasce più deboli della popolazione e per gli anziani. La situazione è stata sottovalutata ampiamente e l’idea di far prendere il Coronavirus al 60% della popolazione per creare l’immunità di gregge è una follia che potrebbe portare tra poche settimane ad avere gli ospedali pieni. Ovviamente molti, noi compresi, stiamo valutando di prendere delle contromisure. Lo scenario, infatti, è paradossale in quanto il sistema sanitario britannico ha meno posti letto di quello italiano per un numero più elevato di abitanti. La situazione italiana, che ha preso le contromisure, è molto complicata: non posso neanche immaginare cosa potrebbe succedere qui in assenza totale di contromisure, dopo aver perso tempo nelle settimane di ritardo che il Covid-19 gli ha concesso”.

A tuo avviso ci sono margini per un ripensamento da parte del Governo Inglese?

“Considerando che non è neanche detto che creando l’immunità di gregge il virus possa veramente non presentarsi più… spero di si! Già nella giornata di ieri (lunedì 16 marzo, ndr) il Governo britannico ha fatto un piccolo passo indietro consigliando di evitare contatti. Le persone si sono rese conto della situazione, ben distanti dal volersi ‘abituare a perdere i propri cari’ come dichiarato da Johnson per il bene della scienza. Un piccolo passo verso quelle posizioni che in Italia definiremmo di buon senso”.