Coronavirus, i calciatori piemontesi hanno le idee chiare: “Se l’allarme rientra entro metà aprile, vogliamo finire la stagione”

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Foto Federico Rava

Lo stop imposto dal coronavirus all’attività calcistica nazionale ha creato evidenti problemi nella gestione delle competizioni, come ben riassunto dalle recenti ipotesi fatte per la chiusura del campionato di Serie A 2019/2020.

Problemi che, ovviamente, a cascata riguardano tutte le categorie, sia professionistiche che dilettantistiche, seppur con sfumature e conseguenze diverse. A dialogare, alla ricerca di un’ipotesi che soddisfi tutte le parti in gioco, saranno (sempre dato per assunto che si possa riprendere dopo il 3 aprile) tre attori: la Federazione, con le sue scadenze inderogabili (30 giugno), le società, alle prese con bilanci, gestione dei campi e altre questioni, e i giocatori.

Proprio i giocatori, ad esempio, a livello nazionale si sono fatti sentire nelle scorse settimane, con le dure parole di Damiano Tommasi che scatenarono la diatriba con il Ministro Spadafora prima di Parma-Spal. E, ora che è tutto fermo, a livello locale cosa pensano?

“L’associazione è solidale ai giocatori e quindi mette al primo posto la prevenzione dei tesserati – spiega ai nostri microfoni Fabrizio Alandi, rappresentante Aic Piemonte-VdA e membro del consiglio direttivo nazionale Aic –  Prima di tutto vengono i ragazzi e la salute pubblica. Se però il 3 aprile, o comunque nei giorni immediatamente successivi, si dovesse ripartire, con la riapertura delle scuole, non vedo perchè non si dovrebbe ripartire anche con i campionati”.

La linea dei calciatori piemontesi (e più in generale di tutto il mondo dilettantistico) è quindi chiara: “Dato per assodato un periodo di ripresa degli allenamenti ed ipotizzando, sempre nella migliore delle ipotesi, di riprendere a giocare il 19 aprile, ci sarebbero secondo noi tutti i tempi tecnici per completare la stagione. L’Eccellenza ad esempio ha ancora nove partite da disputare: da quel giorno a fine maggio si avrebbero a disposizione 7 domeniche e 6 mercoledì, quindi non vediamo particolari difficoltà nel riuscire a calendarizzare le ultime gare. I nostri tesserati e i loro compagni sono pronti a fare qualche sacrificio, ma hanno voglia di portare a termine la stagione”.

Proprio l’Eccellenza potrebbe andare incontro però ai limiti imposti dalle fasi nazionali (oggi entro il 24 maggio bisogna dare una vincente dei playoff): “Siamo quasi certi che questa data slitterà ancora, ma da quando sta emergendo potrebbe anche essere scelta la linea di eliminare le fasi nazionali, che alla fine non farebbero altro che determinare delle gerarchie per i ripescaggi e poco altro. Insomma, qualche soluzione si può trovare, ma a patto di finire la regular season”.

C’è la voglia di finire, quindi, a patto che tutto riprenda con regolarità almeno dopo Pasqua: “Questo è il desiderio, ma ovviamente tutto dipenderà dalle decisioni governative e dalle eventuali decisioni della Lega nella riunione del prossimo 23 marzo. Ovviamente, se si dovesse fermare definitivamente il calcio professionistico, ci allineeremmo, ma non è detto che sia così. Ipotesi alternative per la chiusura dei campionati? Non ne abbiamo ancora fatte proprio per questa ragione. Teniamo però in considerazione una cosa: la Serie A ha paventato l’ipotesi di inserire playoff e playout dovendo calendarizzare anche le partite europee, oltre a dover finire entro la data di inizio degli Europei, sempre ammesso che si disputino. Questo problema nel calcio dilettantistico non esiste e quindi, comunque, si avrebbe più tempo per portare a termine la stagione”.

La salute prima di tutto, poi la volontà di finire con regolarità. Una linea precisa, confermata anche dai tesserati Aic distribuiti tra le squadre cuneesi. Insomma, staremo a vedere.