Mondovì celebra il giorno del Ricordo: il dramma delle foibe nelle parole degli esuli (FOTO E VIDEO)

A Mondovì la commemorazione con la deposizione della corona d'alloro si è svolta questa mattina nei "Giardini Martiri delle Foibe", di fronte alla stazione ferroviaria

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La signora Olovic

Oggi, 10 febbraio, tutta Italia celebra le vittime delle foibe e dell’esodo che coinvolse fiumani, istriani e dalmati.

A Mondovì la commemorazione con la deposizione della corona d’alloro si è svolta questa mattina nei “Giardini Martiri delle Foibe”, di fronte alla stazione ferroviaria, dove l’Assessore Cecilia Rizzola ha ripercorso gli avvenimenti storici insieme all’On. Mino Taricco.

«Sono nata a Fiume, sono venuta via il 4 luglio del 1947. Io e la mia famiglia siamo andati a Genova, ma per Istriani e Fiumani non c’era posto, non affittavano le case. Mio papà trovò posto da una signora al Ponte di Savignone, per me è stata come una nonna. Avevo 10 anni, mio fratello sei. Un giorno andai dal calzolaio, che mi disse “ti piacciono quegli alberi lì di fronte? Se vinciamo noi alle elezioni, al primo impicchiamo te, a seguire tuo fratello, i tuoi e per ultimo il prete”. Non ho mai raccontato questo episodio ai miei genitori» – racconta la Signora Olovic – «Devo dire però che molte persone sono state buone con noi, ho un bel ricordo della gente di Busalla, dove poi ho incontrato mio marito. Da Trieste a Genova arrivammo con il carro merci».

In video il suo racconto:

 

Le parole di Paolo Bonanno, che noi conosciamo soprattutto come pilota di Mongolfiere, suo zio fu una delle vittime delle foibe: «Sono nato nel ’44 in Istria, i miei genitori mi hanno raccontato di mio zio, che era carabiniere. Una sera non lo videro tornare a casa, lo andarono a cercare nelle foibe, lo trovarono con le unghie, denti e occhi strappati e con gli attributi tagliati e piantati in bocca»