Autostrada Asti-Cuneo: l’Osservatorio fa il punto sul tratto “Roddi Diga Enel” (VIDEO)

A seguito dell'incontro con i Sindaci dei comuni coinvolti nella realizzazione dell'opera, l'Osservatorio ha indetto una nuova conferenza stampa per fare il punto della situazione.

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Ad un mese di distanza dall’ultimo incontro, l’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero ha tenuto questa mattina una nuova conferenza stampa presso Radio Alba.

I membri dell’Osservatorio, in collaborazione con gli esponenti delle associazioni aderenti, hanno riproposto le argomentazioni di Ottobre, presentando anche molte novità.

A partire dall’incontro con i Sindaci, che si è svolto in data 11 Novembre a Verduno, dove si è in particolar modo discusso del tronco 2.6, ovvero “Roddi Diga Enel” lungo 9km, il quale è ancora suddiviso in due tronchi parziali A e B. Cesare Cuniberto, presidente dell’Associazione ComuneRoero, ha illustrato gli approfondimenti a cui l’Osservatorio è giunto nell’ultimo mese.

Il tronco A (verso Bra), lungo 5 km, necessita ancora di essere riprogettato, dopo che la galleria di Verduno è stata eliminata. A seguito di un’indagine dell’Osservatorio, si è scoperto che a Giugno 2018 cominciò un’indagine geologica necessaria per la riprogettazione. Inoltre, il tronco è diviso in quattro moduli. Partendo da Verduno, una prima tratta è di 2km in piano e dal punto di vista geologico presenta alcune fragilità. Un secondo tratto di 1-1,5 km con un viadotto alto 15m, partirebbe dalla zona dov’è presente l’ex ristorante “La Cascata” di Verduno, per poi concludersi in zona “Roggeri”. Superato il viadotto, si continuerebbe per 1-1,5 km in piano, per poi ritrovarsi su un’altro viadoto di circa 1km che si collegherebbe al moncone di Cherasco. Quest’ultimo porrebbe il problema dell’altezza, ovvero 30m, depositando così un problema d’immagine. In alternativa, si potrebbero costruire due viadotti di circa 100m ciascuno e il resto proseguirebbe in piano. Lo scorso anno è stata svolta un’indagine diagnostica sul percorso, che ha portato all’emanazione di un progetto definitivo. Quest’ultimo, però, deve ancora ricevere la valutazione dell’impatto ambientale per essere avviato. Silvio Veglio, Presidente dell’Osservatorio, ha sottolineato che non sarà il progetto definitivo ad essere azionato, ma bensì quello esecutivo che scenderà nei dettagli economici.

Su questi punti, l’Osservatorio ha posto le proprie considerazioni aggiuntive. La scelta di realizzare due viadotti è sicuramente la più economica, ma bisognerebbe anche considerare che quest’area è a rischio allegamento. Per questo motivo questa ipotesi è considerata pericolosa dai geologi. Per di più è necessario considerare il ciclo di vita dell infrastruttura, ovvero 100 anni. L’opzione con un viadotto darebbe maggiori garanzie, per quanto riguarda i rischi di crolli delle sponde e dei rii. Un’ulteriore approfondimento è stato svolto in merito alla soluzione del tunnel anche se ormai eliminata. Da un punto di vista geologico la situazione sarebbe stata critica, infatti lo scavo della galleria avrebbe incontrato dei terreni argillosi-gessiferi, rischiando così di intercettare la falda acquifera attivando le frane presenti lungo la collina. Come risaputo da tempo, l’area dell’ospedale è geologicamente fragile, quindi ogni intervento, che verrà eseguito in sua prossimità, dovrà prestarsi alla massima cautela. Per quanto riguarda le fasce fluviali, l’unica tratta critica sarebbe il primo tratto del lotto A, che partendo da Roddi, si trova a rischio allagamenti.

Il tronco B (verso Alba), lungo 4 km, presenta la possibilità di ritrovare reperti archeologici durante gli scavi. In questo caso l’intero lavoro dovrebbe fermarsi. Per quanto riguarda il discusso argomento della discarica, che come dichiarato più volte sarebbe servita a raccogliere i rifiuti speciali della galleria. Oggi, si pensa che il suo scopo possa essere di raccogliere i materiali in gesso e argilla (considerati rifiuti speciali) che si potrebbero riscontrare nel tronco A. Anche se si presentasse questa evenienza, potrebbero essere conseguiti agli appositi siti di dismesso dell’astigiano. Nonostante ciò, il punto su cui l’Osservatorio ci tiene a porre l’attenzione è sulla soluzione della Superstrada A33, in modo da poter evitare la costruzione del casello, al fine agevolare il servizio gratuito degli utenti dell’ospedale. Un’importante accento è stato posto sulla zona di accesso dal territorio di Bra all’ospedale. In merito, è intervenuto Angelo Mallamaci, Presidente Italia Nostra Bra, che ha espresso le sue preoccupazioni. Il presidente ha marcato la forte necessità del completamento dell’autostrada, in modo da poter finalmente agevolare la viabilità in città.

In coclusione, l’Osservatorio ha posto un riassunto di ciò che è stato detto, marcando i temi con delle semplici espressioni affermative o negative in merito alle opere sopracitate.

Sì alla superstrada, sì al minor impatto ambientale, sì alla realizzazione delle opere complementari. No al casello, no alla discarica!

Nel video, l’intervento dei membri di Italia Nostra Bra