Ad Alba, riflettere per prevenire il rischio idrogeologico (FOTO VIDEO)

Alla base l'idea e la necessità di promuovere un cambiamento di paradigma, per passare da una "cultura dell'emergenza" a una "cultura della prevenzione" in materia di disastri ambientali.

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Sono passati 25 anni da quanto le acque del Tanaro, esondato nelle prime ore di un mattino di novembre, invasero le strade di diversi comuni piemontesi, come Alba, Asti e Alessandria. E nei giorni in cui è ancora vivo il ricordo e il dolore di quel drammatico evento, l’ANCE, l’Associazione nazionale dei costruttori edili, ha organizzato nella città di Alba l’incontro dal titolo “Il rischio idrogeologico in provincia di cuneo”. Alla base l’idea e la necessità di promuovere un cambiamento di paradigma, per passare da una “cultura dell’emergenza” a una “cultura della prevenzione” in materia di disastri ambientali.

Diversi gli interventi che si sono susseguiti con l’intenzione di creare le fondamenta di quello che si spera possa essere un dibattito proficuo tra imprese, istituzioni ed enti locali in materia di prevenzione. Non una prevenzione dal fiato corto che cerchi di arginare i possibili danni nell’arco di pochi anni ma strategie pensate su un segmento temporale molto più esteso, con un notevole vantaggio in termini economici – un’azione preventiva garantisce una spesa 7 volte inferiore per le gestioni emergenze idrogeologiche.

In questa occasione sono stati presentati i dati di una ricerca del REF di Milano, centro studi che si occupa di tematiche inerenti servizi pubblici locali, che ha evidenziato come l’Italia sia un paese ad alto rischio idrogeologico, e il piemonte una  tra le regioni più a rischio. Negli ultimi 6 anni sono stati aperti 87 stati di emergenza per eventi di carattere nazionale, aventi quindi un eco su larga scale. La conta dei danni ammonta a un fabbisogno 9,4 miliardi di euro, anche se solo solo il 10% è stato effettivamente trasferito ai comuni danneggiati.

L’Italia è quindi un paese in emergenza perenne, anche a causa di una scarsa e insufficiente prevenzione. Dal 1999 al 2017 per la mitigazione del rischio idrogeologico sono stati stanziati appena 5,6 miliardi di euro a livello nazionali. Cifra che stride se letta in relazione alla conta dei danni degli ultimi anni. E di questi solo il 44% si è tradotto in progetti portanti a un effettivo compimento su scala italiana, 70% se consideriamo solo il Piemonte.

Quello della prevenzione deve essere un movimento economico, legislativo e culturale, ha affermato l’assessore ai trasporti e alle infrastrutture Marco Gabusi, aggiungendo come sia necessario da un lato coinvolgere direttamente i comuni, le imprese e i proprietari terrieri e industriali, e dall’altro sollecitare il governo nazionale fornendo spunti di lavoro da mettere in pratica.

Una prima proposta preventivata sarà quella di adottare lo schema tipo di bando di gara ANCE per le prossime procedure di gare di appalto, nella speranza di poter promuovere in un secondo momento una legge a livello regionale che possa tutelare maggiormente il territorio, prediligere le aziende locali ed eliminare una concorrenza sleale.

L’obiettivo prefissato è quello di mitigare sempre più il rischio idrogeologico, attraverso un controllo attento, dei piani regolatori e la sensibilizzazione dei comuni interessati a una gestione ragionata degli interventi infrastrutturali.

La Società Cooperativa E.R.I.C.A. ha inaugurato, al termine dell’incontro, una nuova stazione meteorologica nei cortili della propria sede, offrendo così un nuovo strumento per conoscere, e prevedere, le mutazioni climatiche e i loro possibili effetti sull’ambiente.