L’arte povera di uno degli scultori viventi più importanti e riconosciuti al mondo è esposta a Cuneo fino al 2 febbraio. Da Versailles, al Louvre di Abu Dhabi al complesso monumentale di San Francesco: dopo aver incantato il mondo, il ga­ressino Giuseppe Penone torna nel­la sua Granda con una mostra realizzata dalla fondazione “Crc” in collaborazione con il Castello di Rivoli-Museo d’arte contemporanea: “Giuseppe Penone-Incidenze del vuoto”. Le due istituzioni hanno condiviso un progetto espositivo che trova spazio, oltre che in San Fran­cesco, nel capoluogo provinciale, anche nel giardino del Ca­stello di Rivoli, con opere differenti.
Inaugurata venerdì 11 ottobre, la mostra cuneese costituisce l’ennesima iniziativa culturale promossa dalla fondazione “Crc”: «Senza dubbio è l’evento culturale più importante che abbiamo proposto», ha detto il presidente della Fondazione, Giandomenico Genta, durante l’inaugurazione. «Siamo felici di aver proseguito questa nuo­va collaborazione con il Ca­stello di Rivoli, avviata sul territorio con diverse mostre. In quest’ottica porteremo avanti un percorso di eventi espositivi di rilievo internazionale che, siamo certi, sarà capace di coinvolgere e avvicinare all’arte contemporanea il vasto pubblico della città e della provincia di Cuneo. Giuseppe Penone è un grande maestro dell’arte italiana, tra gli esponenti dell’arte povera più importanti e riconosciuti a livello mondiale. Per noi è un onore ospitare le sue opere che trasmettono tante emozioni e sono spunti di riflessione per chi verrà ad ammirarle. La mostra è l’occasione per la nostra provincia per fare un ulteriore salto di qualità a livello culturale, uno degli obiettivi che si pone la fondazione “Crc”».
Il presidente del Castello di Rivoli-Museo d’arte contemporanea, Fio­renzo Alfieri, ha spiegato così la forza della mostra dell’artista originario di Garessio: «Sa agganciare e tirare su, costanti che dovrebbero sempre essere presenti per attirare la gente. I visitatori devono sentirsi a loro agio rispetto alla proposta, cioè venire agganciati, per poi es­sere tirati su, cioè coinvolti e felici dell’esperienza che stanno facendo. Ecco, la mostra ha queste caratteristiche fondamentali: non spaventa al primo impatto, coinvolge e attira tutti per poi sorprendere. è bello che questa iniziativa sia presentata in due diversi luoghi, grazie alla proficua collaborazione che abbiamo avviato con la fondazione “Crc e che vogliamo proseguire».
A curare la mostra, con l’assistenza di Giulia Colletti, è stata il direttore del Castello di Rivoli-Museo d’arte contemporanea, Carolyn Christov-Bakargiev: «Grazie alla collaborazione tra il Castello di Rivoli e la fondazione “Crc” siamo riusciti a realizzare una grande esposizione che si è concretizzata in due luoghi. Giuseppe Penone è tra i più grandi scultori viventi, la sua arte esplora i fondamenti della scultura come modo di conoscere e comprendere empiricamente il mondo, si basa sul principio di incarnare una consapevolezza fisica, tattile-visiva, di tutti gli organismi e delle loro trasformazioni. Penone percepisce il mondo e la vita in maniera scultorea, toccandone e accarezzandone le parti costitutive. Per l’esposizione di Rivoli ha scelto un tema positivo, verticale, alto, mentre qui a Cuneo ha portato opere che richiamano l’orizzontalità e il vuoto, co­me “Matrice”. Tutto il suo lavoro ruota attorno al rapporto con la na­tura, argomento che in questa epoca è molto sentito e problematico, visto che stiamo vivendo la crisi ecologica forse più grave della storia del pianeta. Ascoltare le ri­flessioni degli artisti, attraverso la loro arte, credo che possa essere davvero molto utile per pensare a un rinnovato rapporto con la natura».
La mostra è una riflessione sulla dualità tra vuoto e pieno come parti costitutive e materiali, attraverso una precisa selezione di opere che mettono in relazione le due sedi, in un sofisticato gioco di giustapposizione e rimandi. Le sculture esposte in San Francesco, a Cuneo, sono “Matrice”, una delle più rap­presentative di Giuseppe Pe­none, “Suture”, “Dafne”, “Gesti ve­getali” e “Identità”.
Lo stesso artista ha spiegato com’è avvenuta la scelta: «L’in­teresse per il vuoto e per la dualità è alla base delle opere presentate. C’è un rapporto continuo che si congiunge con l’idea del vuoto fisico. Il lavoro parte da queste riflessioni, poi c’è il dialogo con il contesto storico e con lo spazio che fa assumere alle sculture un significato diverso. In que­sto spazio espositivo di San Francesco, che ha una storia importante, ho tentato di rendere il volume visibile e di sottolineare i vuoti. Questi dialoghi hanno in­dirizzato le mie scelte».
La mostra, a ingresso gratuito, resterà aperta fino a domenica 2 febbraio. Si può visitarla, dal martedì al sabato, dalle 15,30 alle 18,30 e, la domenica, dalle 11 alle 18,30. L’allestimento è ac­compagnato da un catalogo con un saggio inedito e un’intervista a Giuseppe Penone realizzata dalla curatrice, Carolyn Chri­stov-Bakargiev.