Un miliardo di euro di fatturato. La cifra, di forte impatto, è stata evocata nel corso dell’assemblea dei soci del gruppo “Egea” che si è tenuta presso il castello di Grinzane Cavour.
Un traguardo ormai all’orizzonte, più che un obiettivo sfidante, visto che alla “multiutility” albese, sempre più punto di riferimento per energia e ambiente in tutta Italia e nel nord-ovest in particolare, non manca davvero molto per raggiungerlo (si prevede un valore della produzione, nel 2019, superiore ai 900 milioni di euro).
L’amministratore delegato di “Egea”, l’ingegner PierPaolo Carini, ha citato il traguardo imminente per mettere in evidenza un altro aspetto: «Solo con fatturati così im­portanti si può pensare di proseguire la nostra crescita sostenibile che si alimenta attraverso la valorizzazione delle “energie” del territorio, a favore delle quali mettiamo ogni anno a disposizione un significativo valore aggiunto, nel 2018 superiore a 50 milioni di euro. È una delle nostre “mission”: essere in linea con le nostre radici, dimostrandoci in concreto al servizio dei territori, in primo luogo alla nostra area d’elezione dove siamo nati e cresciuti».
I dati finanziari relativi al 2018 contenuti nel bilancio, anticipati dall’ingegner Carini e presentati dal direttore amministrazione, finanza e controllo, Valter Bruno, descrivono una “multiutility” che cresce e che ha voglia e capacità di crescere ancora di più. La produzione nel 2018 è salita a 781,4 milioni di euro, con un incremento del 24 per cento rispetto all’esercizio precedente; di poco superiore (23 per cento) risulta l’incremento dell’Ebitda (indice che aiuta a capire la capacità del Gruppo di generare cassa), il quale si attesta a 33,8 milioni di euro.
Assai significativo è il dato degli investimenti che nell’ultimo triennio, relativamente alle società del perimetro consolidato, hanno raggiunto i 58,7 milioni di euro.
Guardando al 2018, “Egea” ha investito 22 milioni di euro, cifra in aumento del 32 per cento rispetto ai 16,6 milioni messi in campo nel 2017.
Questi investimenti sono ri­conducibili soprattutto ai se­guenti servizi: ciclo idrico integrato (27 per cento), teleriscaldamento (24 per cento), illuminazione pubblica (17 per cento), progetti legati ai servizi ambientali e alle e­nergie rinnovabili (12 per cento) e distribuzione gas (9 per cento).
Nel suo intervento PierPaolo Carini ha preso in esame i vari àmbiti in cui operano le società del Gruppo, spiegando come «nella complicazione c’è la ricchezza, se si ha la determinazione di volerla affrontare», seguendo un piano strategico che poggia su tre concetti chiave: lealtà, ambiente e competenza.
Nello specifico, l’Amministra­tore delegato di “Egea” ha precisato che «lealtà è anche fare le cose per bene. L’altro giorno alle 3 di notte si è rotto un tubo in un piccolo comune dell’alta Langa: è subito intervenuta una nostra squadra di sei persone che alle 5,20 ha chiuso l’intervento. Quando gli abitanti si sono svegliati, l’acqua c’era di nuovo. È stato un
compor­tamen­to in ossequio a un patto di lealtà. Ecco perché il livello di soddisfazione nell’albese è così alto: chiediamo lealtà e la premiamo».
Sull’ambiente: «Oggi siamo tut­ti d’accordo che l’ambiente sia un grande, grandissimo valore. Ci sono studi che dicono che, se non ci muoviamo, tra due generazioni andremo sott’acqua, la Pianura padana, perlomeno. Noi che abbiamo il privilegio di lavorare in un settore in cui la strategicità è essenziale, ci dobbiamo attivare, consumando meno e, al contempo, consumando meglio. Poggia su questi principi l’ampio progetto di valorizzazione dell’ambiente e dell’energia che da sempre alimentiamo, impiegando a livello territoriale, con un approccio glocal, le migliori tecnologie sviluppate su scala globale».
E poi la competenza.
«Non basta la buona volontà, servono tre imperativi: “Stu­diare, studiare, studiare”. Le società nel nostro perimetro di consolida- mento contano circa 600 collaboratori, che diventano 1.200 se si considerano tutte le società del Gruppo. La loro età media è cresciuta, pure perché sono entrate a fare parte della nostra multiutility anche persone che avevano perso l’occupazione; abbiamo quasi il 40 per cento di diplomati e oltre il 10 per cento di laureati. Svol­giamo corsi professionalizzanti e formativi in­sieme all’università
“Boc­coni” di Milano e al Poli­tecnico di Torino, collaborando costantemente con
Confindu­stria. Nuove iniziative sono pronte a partire, come il corso di formazione rivolto agli ingegneri; altre sono in avanzata fase di progettazione, alla luce dei continui contatti con le realtà nazionali di riferimento, tra cui, solo guardando alle partnership più recenti, l’università “Federico II” di Napoli».
Entrando nel merito delle attività svolte, l’ingegner Carini ha spiegato: «Sia­mo il primo operatore na­zionale per numero di comuni teleriscaldati (16) e con il nostro progetto per teleriscaldare l’intera città di Alessandria, che replica, implementandola ulteriormente, l’iniziativa già avviata con successo nel quartiere “Cristo”, abbiamo l’onore di essere i promotori del più importante caso italiano dell’anno per quanto concerne l’efficienza energetico-ambientale in area urbana. Sul ciclo idrico integrato, operiamo per larga parte in Granda, in quella che è l’unica area fortemente interconnessa della provincia piemontese, cosa che ha consentito di non avere interruzioni di servizio anche in un’estate avara di piogge come quella del 2017 e anche durante gli eventi calamitosi».
Sui numeri relativi al bilancio consolidato 2018, il direttore amministrazione, finanza e controllo del Gruppo, Valter Bruno, ha aggiunto: «La notevole crescita del fatturato è riconducibile anche all’ampliamento del perimetro di consolidamento: il bilancio 2018 rappresenta, infatti, le attività di 23 società, tra cui figurano anche le nove realtà societarie che nel 2017, seppure già operative nel contesto del Gruppo, non rientravano ancora nel perimetro di consolidamento. È risultato determinante anche lo sviluppo della vendita di energia elettrica e gas che nel corso del 2018 ha avuto un fortissimo incremento, segno di una grande fidelizzazione dei clienti e di una fiducia sempre crescente nei confronti del Gruppo, specie in àmbito “corporate”, quindi a livello di aziende di medie e grandi dimensioni.
Se analizziamo gli investimenti effettuati negli ultimi tre anni si nota l’elevata componente infrastrutturale, che determina, a fronte di periodi di concessione estesi tra i 29 e i 45 anni, una significativa incidenza degli investimenti, soprattutto in fase di avvio. Questo si riflette naturalmente a livello di esposizione finanziaria dei relativi progetti. Nel corso del 2019 il Gruppo sarà fortemente impegnato negli investimenti per la realizzazione dell’importante progetto del teleriscaldamento di Alessandria, che amplierà notevolmente il numero di utenze servite dalla nostra rete e, al contempo, garantirà alla Città un contributo al miglioramento della qualità ambientale».
Il presidente uscente del Con­siglio di sorveglianza di “Egea”, Felice Cerruti, ha presentato la relazione sull’attività di vigilanza svolta. Nel dibattito successivo, moderati dalla giornalista de “Il Sole-24 ore” Filomena Greco, l’ammi­nistratore delegato Carini, il presidente di
Co­nfservizi Pie­monte e Valle d’Aosta, Sandro Baraggioli, e il giornalista del quotidiano di Confindustria Cheo Condina hanno analizzato il bilancio sociale, il documento che misura gli effetti determinati a livello locale dalle attività di “Egea” in termini di occupazione, opportunità per l’indotto, sviluppo e benessere sociale.
Il giornalista economico ha sottolineato come quello delle “multiutility” sia «un settore in costante evoluzione, nel quale negli ultimi tre-quattro anni c’è stata una grande spinta all’aggregazione. L’“input” a livello governativo, infatti, è stato volto a operare affinché si creassero poli per aiutare le piccole realtà per affrontare sfide che diventano sempre più importanti in vista della liberalizzazione del mercato prevista per luglio 2020. È un settore in cui, da una par­te, gli enti pubblici sono co­stretti a fare un parziale passo indietro, sia per piccole che grandi realtà, mentre dall’altra parte le società più piccole sono costrette a valutare l’ingresso di grandi soggetti nei loro capitali, per essere in grado di affrontare il mercato».