Frazione Pollenzo di Bra, conosciamo il Rifugio di Fido. Gentile: “Mi appello al senso civico delle persone” (GUARDA le FOTO)

"Se non siete in grado di accudire un cane, un gatto o un qualsiasi altro animale d'affezione e se avete già meditato che alla prima difficoltà può esserci l'abbandono, per favore rinunciate"

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(foto Danilo Lusso - Ideawebtv.it)

​Il Rifugio di Fido, in via Langhe nella zona industriale della frazione Pollenzo di Bra, è la struttura intermedia tra il canile sanitario e il canile Rifugio ed è chiamata “area affidamento” perché offre una vetrina importante e sicura per le adozioni, accogliendo gli interessati per 8 ore al giorno e per tutti i giorni, esclusa la domenica.

Un lavoro certosino e di cuore, svolto dai volontari e coordinato da Gianna Gentile, presidente della Lida sezione Alba-Brareferente del Rifugio di Fido e referente dei volontari. Punto di riferimento per il territorio: per saperne di più, conoscere lo stato attuale del rifugio e per un appello contro gli abbandoni, abbiamo dialogato con la signora Gentile.

La struttura è in funzione dal 2004 e attualmente abbiamo una sessantina di animali. I Comuni collaborano con noi per i cani, perchè dei gatti non ne vogliono sentir parlare. Il randagismo felino è da prendere in considerazione, i privati fanno partorire le gatte, queste vanno in calore due volte all’anno e come minimo partoriscono cinque gattini per volta. Poi, vengono abbandonati. Nessuno se ne vuole far carico, allora è tutto basato sull’opera del volontariato e delle associazioni. Questo perchè i Comuni dicono che spendono, già, troppe risorse per i cani. La legge regionale 34 del 1993 cita che tutti gli animali presenti sul territorio, d’affezione, sono di proprietà del sindaco di competenza, per cui è il responsabile. Il Comune di Bra, però e per fortuna, è l’eccezione. Si è convenzionato con la sezione albese e braidese della Lida, ​Lega Italiana dei Diritti dell’Animale, per la tutela e il controllo della popolazione felina e corrisponde, annualmente, 2000 mila Euro. Se un gatto viene investito, decido di telefonare alla reperibilità del servizio veterinario e loro girano la telefonata all’associazione animalista. Noi veniamo finanziati con il cinque per mille o con qualche donazione, andiamo avanti così. Il Rifugio di Fido è gestito da una cooperativa sociale che ha vinto un appalto triennale e la struttura era nata come area per l’affidamento, e noi gli abbiamo dato un nome molto più semplice e molto più comprensibile.

Abbiamo recuperato tantissimi cani di privati, cani microchippati, i cui padroni non si trovano più. Il cane dopo 60 giorni, se nessuno lo reclama, risulta randagio e quindi pronto per essere adottato. Purtroppo se ne vedono di tutti i colori, ma chi soffre è sempre l’animale. Con l’intervento di Comune e ASL, vengono portati in canile. Alla base degli abbandoni, ci sono tanti casi sociali. Due nostre volontarie hanno creato una rete di stalli privati dedicati ai gatti e si appoggiano a privati di buon cuore, per le adozioni. Per i cani, occorre fare un colloquio conoscitivo nella nostra struttura con il volontario di turno, ci sono dei requisiti da rispettare e, se tutto corrisponde, ci sarà l’affidamento. Ci va il cane giusto alle persone giuste. Non diamo l’animale al primo che passa, ci vuole volontà e affetto. Abbiamo sette-otto volontari che turnano tutti i pomeriggi dal lunedì al sabato; tutte le mattine per dar da mangiare ai cani, fare le passeggiate e le pulizie, anche la domenica, sono presenti i bravi operatori della cooperativa. 

L’abbandono è una costante, tutto l’anno. Chi si trasferisce e non vuole più il cane, quello è un abbandono. La mancanza di microchip, fa alzare il numero purtroppo. Perchè le leggi non vengono fatte rispettare? Questo è un lassismo operativo. Mi appello al senso civico delle persone. Se non siete in grado di accudire un cane, un gatto o un qualsiasi altro animale d’affezione e se avete già meditato che alla prima difficoltà può esserci l’abbandono, per favore rinunciate“.