Forma e contenuti inediti all’assemblea annuale di Confindustria Cuneo ad Alba, a cui ha preso parte il presidente nazionale Vincenzo Boccia

Alla fine restano ne­gli occhi il contagioso entusiasmo di un prete di 90 anni e la voglia di combattere di una giovanissima studentessa. L’invito a “seminare bon­tà” di don Mazzi e la forza con la qua­le Mafalda Collidà sprona a di­fendere il nostro ambiente sono tra le immagini più belle di un’assemblea an­nuale di Con­findustria Cuneo che voleva essere particolare e inedita.

L’obiettivo è stato centrato in pieno. A dirlo sono gli ap­plausi spontanei e convinti del­la sala del “Miroglio group” di Alba, la quale ha ospitato un evento che ha avuto il coraggio di affrontare temi non facili e di farlo con gli interventi di personalità in apparenza distanti tra loro.

Si può parlare di emergenza ambientale dando la parola a una ragazzina durante l’assemblea di Confindustria? Si può. Come si può fare impresa strizzando l’occhio alla sostenibilità e al progresso sociale, e dirlo in maniera differente, inedita.
E allora niente saluti istituzionali e tavole rotonde, ma una serie di interventi nello stile della “Ted conference” per trattare i 17 obiettivi che l’Onu ha inserito nell’“Agenda 2030” per lo sviluppo sostenibile.

Undici relatori, 8 minuti ciascuno. Li ha introdotti il presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola: «Oggi è anacronistico pensare che ci sia incompatibilità tra efficienza economica e progresso sociale, ma per fortuna c’è una presa di co­scienza da parte degli im­prenditori. Solo così si può contribuire a cambiare il mondo: non c’è futuro per chi non si preoccupa del bene comune. E conciliare interessi in apparenza contrapposti è un compito prioritario di un’associazione come Confindustria. Ur­ge una presa di coscienza delle responsabilità e una lotta ai cambiamenti climatici».

Quindi il presidente di “Asso­lombarda”, Carlo Bono­mi, partendo dall’analisi delle grandi aree urbane che caratterizzano il mondo economico, ha spiegato come il Paese possa essere competitivo: «Ab­biamo gli strumenti, ma dobbiamo essere capaci di metterci in rete pensando a un futuro davvero so­stenibile e dando risposte alle disuguaglianze. Chi lo deve fa­re? Noi imprenditori, che di­ventiamo attori sociali e non soltanto economici».

Il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boc­cia, ha affrontato nel dettaglio il punto 8 degli obiettivi indicati dall’Onu, quello che fa riferimento a occupazione e buona crescita: «Il lavoro era ed è un motivo di coesione dell’Italia: oggi c’è da fare un passo importante verso un’idea di società inclusiva che sta dietro al pensiero economico. Serve un percorso che porti alla legittimazione sociale delle imprese. La ricetta? Noi chiediamo meno tasse sul lavoro per aumentare i salari, un piano di inclusione dei giovani e infrastrutture, che collegano i territori e includono le persone».

Proprio di innovazione e infrastrutture ha parlato Rossana Re­vello, coordinatore del Grup­po responsabilità sociale d’impresa di Confindustria («Le in­fra­strutture sono la precondizione per la crescita: l’Italia è un po’ indietro per quelle materiali, ma ci sono miglioramenti nella digitalizzazione»), mentre il professor Roberto Cavallo Perin dell’Ateneo di Torino si è concentrato sul ruolo dell’U­niversità: «Vogliamo dare il nostro contributo per essere più bravi degli altri con l’innovazione e la ricerca, ma anche attraverso l’introduzione, a bre­ve, di un riconoscimento delle competenze, una certificazione diversa dalla laurea».

C’è stato anche spazio per una riflessione sul nostro cervello con la relazione dello psichiatra Luigi Sal­vatico, presidente del Comitato etico dell’Azienda sanitaria ospedaliera “Santa Cro­ce e Ca­rle” di Cuneo («Ab­biamo un potere talmente forte che non sappiamo come usarlo, qualcuno ce lo deve dire»),- Quindi è toccato all’intervento del direttore della Fondazione “Pirelli”, Antonio Calabrò, il quale si è soffermato sul tema del consumo e delle produzione responsabili: «A livello internazionale reggiamo il confronto perché sappiamo mettere insieme le persone e le tecniche. Però chiediamo che la nostra capacità di essere soggetti sostenibili e responsabili abbia delle risposte concrete dalle politiche».

Roberto Della Seta, presidente della fondazione “Europa ecologia”, ha parlato di acqua ed energia: «Le imprese italiane che hanno investito in sostenibilità ambientale vanno me­glio, ma noi siamo straordinari “Tafazzi”: la burocrazia strangola la crescita e la politica a volte non aiuta».

Infine è toccato al direttore di Con­fin­dustria Cuneo, Giuliana Cirio, la quale tra l’altro ha citato una frase dell’inventore Char­­les Franklin Ket­tering: «Sono interessato al futuro: è lì che passerò il resto della mia vita». Il modo migliore per chiudere un’assemblea che ha davvero colto nel segno.