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Traballa il dominio del centro-sinistra

Le quattro città delle “sette sorelle” chiamate al voto, tutte a trazione Pd, hanno visto Alba cambiare direzione. Ballottaggi a Bra e Fossano. A Saluzzo conferma di larga misura e questo fa riflettere, pensando al successo di Cirio

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«L’immensa soddisfazione per la vittoria alle elezioni regionali, ottenuta con margini che nemmeno osavamo immaginare, fa il paio con quella per l’esito delle comunali di Alba, con l’elezione di Carlo Bo a sindaco già al primo turno. Mi sono spe­so molto per favorire questo risultato, perché non dimentico mai di essere di Al­ba, co­me ha dimostrato la mia scelta di rilasciare le prime dichiarazioni te­levisive dopo la certezza del successo della mia candidatura nella capitale del­le Lan­ghe». Questa è l’incoronazione del successore di Maurizio Marello da par­te del neogovernatore del Piemonte, Alberto Cirio.
Come spieghiamo nella pagina dedicata agli esiti dello scrutinio delle elezioni comunali albesi, vi sono stati alcuni inediti ed estesi intoppi che hanno tardato l’ufficializzazione della non necessità del ballottaggio.
Ma il dato è acquisito quando scriviamo e sarà già certificato quando i lettori di “IDEA” avranno questo nu­mero della rivista fra le mani.
Dunque nella città delle cento torri si sono invertiti i ruoli rispetto a cinque an­ni fa: come allora, a sorpresa, Marello e il centro-sinistra si imposero al pri­mo turno, altrettanto hanno fatto Bo e la coalizione di centro-destra, andando contro i pronostici che davano per assai probabile il ritorno alle urne domenica 9 giugno per disputare il “round” decisivo.
Nel 2014 il centro-sinistra fece man bassa nelle quattro delle “sette sorelle” che dovevano cambiare, oppure rinnovare, le proprie guide amministrative.
Ora il vento ha cambiato direzione e di certo almeno una delle roccaforti del Pd e dei suoi alleati è caduta. Si è confermata, invece, quella di Saluzzo, con Mauro Calderoni assestatosi al 54, 35% e quindi indiscutibile supervincitore.
Per Bra e per Fossano, invece, sarà necessario il ballottaggio.
Sotto la Zizzola Gianni Fo­gliato (centro-sinistra) è in forte vantaggio su An­na­lisa Genta (centro-destra), la quale pe­rò dovrebbe avere maggiori possibilità di apparentarsi Sergio Panero, ago della bilancia con un bottino di voti di tut­to rispetto. Nella città degli Acaja la situazione è speculare, con in vetta Dario Tallone del centro-destra, il quale conta dieci punti percentuali in più di Paolo Cor­tese (centro-sinistra), ma con la presenza di Cristina Ballario che ha raggiunto un 19% che può spostare molti equilibri.
Braidesi e fossanesi, quindi, in queste ore sono impegnati nelle trattative per gli eventuali apparentamenti che, per avere il massimo effetto propulsivo, dovranno essere resi noti il prima possibile.
La grande “performance” del primo cittadino uscente e subito confermato di Saluzzo offre lo spunto per mettere nero su bianco alcune riflessioni ispirate dalle reazioni scomposte di alcuni, troppi, com­mentatori di sinistra in merito alle elezioni di domenica.
Costoro, epigoni di coloro i quali il 4 marzo 2018 dissero che il corpo elettorale è composto da una maggioranza di subumani (e fa piacere constatare come i medesimi subumani, anche quelli ritenuti “politicamente amici”, abbiano punito in modo severissimo chi, amministratore pubblico di scarso rilievo, si riempiva la bocca con quella sprezzante definizione), hanno parlato di “classi subalterne” (Gad Lerner) e di massa di votanti privi della licenza media (Gianni Cu­perlo), per limitarsi ai giudizi più “soft”.
Ebbene, proprio il caso saluzzese dimostra in modo incontrovertibile come gli elettori, recandosi alle urne (e, purtroppo, anche non facendolo, delusi, anzi schifati dalla politica), compiano scelte oculate, ben meditate sulle quali si può dissentire, ma che è esercizio di ra­ra arroganza criminalizzarle quali frutti di becera ignoranza.
Nella città del Marchesato lo stesso identico corpo elettorale ha rieletto al primo turno Calderoni sindaco e, nella medesima giornata, ha dato il 50,32 per cento al candidato presidente della Regione Pie­­monte Alberto Cirio. Più chiaro di così…
La gente, il tanto vituperato (solo quando non ti vota) popolo, ragiona e si orienta verso le persone e i programmi che più lo convincono. Va da sé che ciò non smuoverà d’un millimetro le granitiche i­dee dei talebani, in genere petalosi, che vorrebbero istituire il
pa­tentino per consentire di votare, osando affermare che occorre rivedere il suffragio universale. Ma consola verificare come costoro, a ogni elezione, si avvicinino di più alla meritata estinzione politica.

BaNNER
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