Gianna Gancia (Lega): “Terza età e famiglie dimenticate dall’UE dei tecnocrati”

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Europa matrigna nei confronti non solo dell’impresa e del lavoro ma anche degli anziani. Una questione di assoluto primo piano ma di cui in queste elezioni la quasi totalità dei partiti ha preferito non parlare. Un silenzio che è stato rotto da Gianna Gancia, candidata della Lega nella circoscrizione del Nordovest e autrice di un recente intervento pubblicato sul Sole 24 Ore.

Nell’Italia nord occidentale – secondo le statistiche demografiche più recenti aggiornate al 31 dicembre 2018 – le tre principali regioni totalizzano una popolazione residente oltre i 65 anni di età che si avvicina ai 4 milioni di cittadini: 2,2 in Lombardia, 1,1 in Piemonte e oltre 400mila in Liguria. Si tratta del 25 per cento del totale degli abitanti.

Siamo arrivati al festival dell’ipocrisia nelle politiche Europee, che a fronte di un aumento dell’età media e delle persone ultra65enni hanno lasciato del tutto immutate, e quindi inadeguate, le proprie linee di intervento – spiega Gianna Gancia – da una parte continuando a mettere paletti anagrafici che escludono da ogni forma di aiuto imprenditoriale e occupazionale una fetta sempre più ampia di persone, dall’altra lasciando regioni e territori locali completamente soli a se stessi nella gestione di questi nuovi scenari demografici“.

L’Unione europea ha pensato di risolvere ogni problema attraverso la legittimazione del permissivismo in materia di immigrazione, con il risultato di un aumento del lavoro sommerso, sottopagato e insicuro che lungi dal risolvere i problemi delle famiglie, con anziani a carico, li aggrava impedendo loro di accedere ad aiuti pubblici e obbligandole a erodere i propri risparmi.

L’Europa del buon senso – spiega in conclusione la candidata Gancia – è quella che non fa perdere gli anni migliori, perché la terza età, attraverso una specifica direttiva Ue, può veramente tornare a essere l’età delle opportunità, della serenità e del benessere: sia per i nostri anziani, sia per le loro famiglie, creando occasioni di lavoro giovanile e adulto qualificato e di invecchiamento attivo. Ciò può essere fatto subito dopo le elezioni, dedicando le risorse dei vari fondi di coesione sociale, ovvero i nostri soldi, alla creazione di nuove forme di organizzazione dei servizi urbani, abitativi e socio sanitari che permettano di ridurre i costi impropri e aggiuntivi oggi a carico di ognuno e che gli enti locali non possono più coprire a causa degli estremisti dell’austerità, loro sì i veri estremisti, che da 5 anni ci governano da Bruxelles. Anche qui è necessario che il nord-ovest, attraverso il voto del 26 maggio, possa tornare a utilizzare i fondi versati a Bruxelles senza dover più subire diktat e direttive anacronistiche“.

c.s.