Obbliga una giovane disabile a prostituirsi: donna arrestata nell’astigiano

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Lo scorso 24 aprile, personale della Sezione di Polizia Giudiziaria – Aliquota di Stato della Procura di Asti, ha dato esecuzione alla misura della custodia cautelare che il Gip dr. G.Morando di Asti ha adottato a carico di una donna gravemente indiziata dei delitti, compiuti nell’astigiano, di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione in danno di due donne, una delle quali invalida civile al 100% per problemi psichici.

L’indagata è stata rintracciata presso la sua abitazione dove si prostituiva e faceva prostituire le altre donne. Il 29 aprile il Gip ha condotto l’interrogatorio di garanzia e la donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Le indagini, delicate ed articolate, sono state dirette dal PM dr. G.Fiz, a partire dal febbraio 2019 subito dopo la preoccupante segnalazione raccolta dalla Sezione di Pg, sul conto della giovane disabile. Stante il timore di gravi atti di pregiudizio in danno della persona disabile, le indagini sono state condotte con la massima velocità: numerosi i testimoni sentiti, gli accertamenti sui siti internet per escorts effettuati, i servizi di osservazione e le operazioni tecniche compiute.

E’ così emerso che la donna arrestata, dopo aver intrapreso una relazione amicale con la persona disabile, l’avesse indotta al meretricio con la prospettiva di facili guadagni. L’indagata si premurava quindi di ricercare i clienti, presentarli alla persona disabile e di trattenere parte dei proventi delle prestazioni sessuali erogate nell’alloggio preso in locazione dall’indagata stessa. Secondo il racconto della persona disabile, l’indagata “le faceva fare brutte cose” con persone diverse, la prima riservando a sè “i clienti più belli e giovani” e si faceva consegnare “la gran parte del denaro“; inoltre, in un’occasione, l’avrebbe obbligata ad effettuare le prestazioni sessuali nonostante fosse indisposta, addirittura picchiandola.

Il Gip di Asti, considerati i gravi indizi di colpevolezza, ha ritenuto che la sola misura carceraria fosse idonea a contenere nel modo più tempestivo ed efficace il comportamento posto in essere, tra l’altro, estremamente “offensivo e deprecabile“. Proseguono le indagini per far luce completa sulla vicenda.