Pochissime settimane e, secondo qualcuno, per l’Asti-Cu­neo sa­remmo di nuo­vo in alto mare perché, si afferma, l’U­nione europea po­trebbe mettere, anzi di certo metterà, i bastoni fra le ruo­te al piano varato dal ministro Danilo Toninelli e dal Go­verno per terminare l’autostrada, dopo aver cestinato la so­luzione perseguita da Gra­ziano Del­­rio e abbracciata, prima che egli lasciasse il Dicastero a seguito del cambio di maggioranza, da Regione, Provincia e tanti amministratori locali.
Ribadito quanto qui scritto nei giorni della visita in Granda del “premier” Giuseppe Conte e di Toninelli, e cioè che la “ragion politica”, che fa premio sull’attaccamento al territorio, porta molti a tifare affinché l’ipotesi al­ternativa al “project financing” sia affossata da Bruxelles, invitiamo a leggere quanto scrive a proposito dell’autostrada e del­l’ap­palto, nello spazio delle lettere, l’ex sindaco di Cuneo, già sen­a­tore, Giuseppe Menardi.
Detto per inciso, sono i medesimi dubbi che da mesi, o meglio da anni, vengono esposti su queste pagine: come si fa a cambiare co­sì ra­dicalmente un progetto che è stato oggetto di un bando europeo, senza che nessuno trovi da ridire sul piano legale?
Ma veniamo alla cronaca.
Secondo le “voci”, la soluzione avallata dall’attuale Esecutivo, per l’Ue lederebbe le regole della concorrenza, in quanto troppo fa­vorevole al concessionario.
Pertanto il presidente della Pro­vincia, Federico Borgna, ha subito scritto la seguente lettera a­perta a Conte: «Appena tre settimane fa, con il ministro Danilo Toninelli, lei è venuto in provincia di Cuneo, ha visitato l’incompleto cantiere dell’Asti-Cu­neo e ha incontrato amministratori, rappresentanti di categoria e cittadini del territorio. Con noi ha preso un impegno chiaro e preciso sul completamento dell’autostrada e sulle tempistiche. Le abbiamo dato fi­ducia, ma, da quanto si legge sui giornali, sembrerebbe che al Ci­pe gli stessi fun­­zionari della Pre­sidenza del Consiglio dei ministri abbiano e­videnziato come la strada individuata dal Gover­no non sia percorribile. Abbia la saggezza di cambiare strategia, ri­prendere in mano il progetto di Delrio e far partire i cantieri davvero entro
l’e­­state, come pro­messo. Se deciderà di percorrere questa strada sarà possibile av­viare i lavori in tempo breve; se, invece, si continuerà sulla li­nea tracciata dal mi­nistro Toni­nelli, c’è il rischio con­creto che quel baratro che ha visto visitando l’au­tostrada resti lì per anni a “prendere in giro” tutti gli abitanti della provincia e a cagionare danni incalcolabili al no­stro sistema economico, al­l’ambiente e alla sicurezza della mobilità nel cuneese.
Signor Pre­sidente, da qui in avanti, se i la­vori non partiranno, sarà re­spon­sabilità sua e di tutto il Governo che lei presiede».
Prima di Borgna, sulla stessa li­nea, si è mosso Giuliano Vi­glio­ne, presidente
dell’Associa­zione commercianti albesi: «Indi­pen­dentemente dal colore politico del Ministro che aveva firmato il provvedimento di prolungamento delle concessioni autostradali avallato dall’Ue, e a meno di uno sblocco della vicenda nelle prossime ore che dia il via ai lavori, l’Aca auspica che il territorio, trasversalmente, chieda al Governo di recuperare la soluzione precedente, per non indugiare oltre nel­­l’ultimazione dell’opera. L’A­sti-Cuneo è una battaglia di tutti: cittadini, imprese, amministratori, rappresentanti delle varie for­ze politiche. è inaccettabile che resti incompiuta a causa di contese politiche, strumentalizzazioni e­lettorali e veti incrociati».
Da Roma la risposta, indiretta, è stata che sono falsi allarmismi…