Villanova Mondovì: successo di pubblico per “Una serata con Biagio Fabrizio Carillo” (FOTO E VIDEO)

Ieri sera è stato inaugurato il ciclo di serate organizzate dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso

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È stato il Tenente Colonnello dei N.A.S dei Carabinieri di Alessandria-Asti-Cuneo, Biagio Fabrizio Carillo, ad inaugurare il ciclo di incontri organizzato dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso di Villanova Mondovì.

Carillo, criminologo e affermato scrittore, ha raccontato le fasi salienti della sua vita che lo hanno portato ad avvicinarsi al mondo della letteratura.

«Tornare qui mi fa molto piacere, è  un po’ come tornare a casa.» – ha detto il Tenente Colonello – «nel 1986 venni mandato qui in servizio quasi per uno scherzo del destino: io avevo chiesto di essere mandato il più vicino a casa.  Mi proposero Borgo San Dalmazzo, ma non ero molto dell’idea, così un amico mi disse “fatti mandare a Mondovì, c’è l’autostrada, il treno, non è così male”, non c’ero mai stato, ma accettai. Venire qui sicuramente ha dato una svolta alla mia vita.»

Lina Turco, una degli organizzatori, insieme a Beppe Bottero ha moderato l’intervento, ricordando un’intervista nella quale Carillo parlando dei personaggi dei suoi romanzi aveva dichiarato: «Gli ultimi sono gli invisibili, gli sconfitti di seconda categoria, perdenti senza paladini, che rischiano di diventare visibili solo con azioni cruente».

Il lavoro letterario di Carillo è caratterizzato dal sodalizio con Massimo Tallone; i loro romanzi sono stati apprezzati al punto da valergli il paragone con Fruttero e Lucentini.

Nel corso della serata sono stati toccati temi importanti di attualità, come il femminicidio, la violenza domestica, ma anche l’omosessualità; i presenti hanno rivolto molte domande per cercare di capire quanta distanza realmente ci sia tra il lavoro degli inquirenti che indagano su un fatto di cronaca nera e quello che i media ci trasmettono.

Si è parlato anche della protagonista dei romanzi noir targati Tallone&Carillo: Lola, una ragazza minorenne, finisce in galera e dopo sei anni passati in carcere, dove ha appreso molte tecniche di criminologia si improvvisa investigatore. Un ruolo che in genere è affidato ai maschi, basti pensare a tutti i romanzi gialli o alle serie tv. Lola si muove in una Torino reale, descritta in ogni dettaglio, familiare a chi conosce bene la città, i loro racconti prendono molto dalle esperienza personale, come ha spiegato il Tenente Colonnello.

Durante il suo intervento Carillo ha fatto un’osservazione ricca di significato riguardo l’accrescimento valoriale di ognuno:

«Si chiama cultura, che non vuole dire solo studiare. Cultura si fa leggendo, imparando, trasmettendo. Si fa con il lavoro, si fa educando».