Le Signore del vino dell’Unesco ambasciatrici dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini d’Alba

Nel Capitolo della Primavera in Langa protagoniste Raffaella Bologna, Ornella Correggia ed Enrica Scavino

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Il lavoro, la famiglia e una grande passione per la terra e le proprie radici. Che sia in Langa, nel Roero o ancora nel Monferrato, sono questi i tratti comuni delle Signore del vino protagoniste del primo Capitolo del 2019 dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini d’Alba andato in scena domenica 24 marzo al Castello di Grinzane Cavour. Il 285° nella storia dell’Ordine fondato nel 1967 e, come ogni anno in questo periodo, dedicato alla Primavera in Langa.

Per il momento culturale, il sodalizio ha scelto questa volta un’intervista tutta al femminile per avere una testimonianza di tre brillanti imprenditrici del mondo del vino tra i territori patrimonio dell’Umanità. Nel ruolo di moderatore, il giornalista Sergio Miravalle ha così condotto un vivace e frizzante dibattito tra Raffaella Bologna della Cantina Braida di Rocchetta Tanaro per il Monferrato, Ornella Correggia della Cantina Matteo Correggia di Canale per il Roero ed Enrica Scavino della Cantina Paolo Scavino di Castiglione Falletto per la Langa.

«Tre donne importanti, ognuna bandiera di un pezzo di questo territorio e della sua storia gloriosa» ha detto Miravalle presentando le ospiti. Figlie, mogli e madri a loro volta, cresciute chi più chi meno nell’ambiente del vino e diventate punto di riferimento per la propria cantina e di conseguenza anche per tutta la zona che rappresentano. Enrica, figlia di Enrico e nipote di Paolo Scavino, ha studiato Lingue e inizialmente non pensava che avrebbe lavorato nell’azienda di famiglia.

«Avrei voluto fare l’interprete, ma i miei studi sono tornati utili in questo mondo del vino sempre più internazionale e così ho potuto scoprire cosa sta veramente dietro a una bottiglia o un’etichetta e innamorarmi di questo mestiere, oltre che di un produttore che ho poi sposato».

Raffaella, figlia di Giacomo Bologna, si definisce «l’effetto effervescente» della sua famiglia,
predestinata al ruolo che ricopre oggi. «Sono stata coinvolta fin da subito nell’attività da mio padre e ho accettato volentieri per la grande gioia e soddisfazione che questo mondo sa dare. Dopo aver frequentato la scuola Enologica, alla morte di mio padre potevo scegliere se continuare gli studi all’Università a cui ero già iscritta in America, oppure tornare a casa e occuparmi dell’azienda. Non ho  avuto dubbi e sono rientrata a Rocchetta Tanaro e, grazie al vino e un Vinitaly, ho potuto anche conoscere quello che sarebbe poi diventato mio marito».

E ancora Ornella, «arrivata nel Roero per amore di Matteo», un vero leader per il territorio della Sinistra Tanaro. Alla morte prematura del marito ha deciso di continuare questo lavoro soprattutto in suo nome e per l’amore dei loro figli. «Non volevo sradicarli da casa e portarli via dalla loro vita. Quando mio figlio mi chiese “Ora il vino chi lo fa?” gli risposi “Lo facciamo noi”. Quella terribile estate del 2001 e dopo ancora ricevemmo tanta solidarietà dal mondo dei produttori, che ancora oggi ringrazio».

Tre racconti appassionati di donne di successo, tenaci e coraggiose. Che in un mondo come quello del vino spesso rivolto più al maschile, hanno saputo farsi strada, accomunate da simili capacità imprenditoriali e una sola missione: quella di valorizzare e confermare sempre più il nome della propria azienda di famiglia contribuendo anche alla notorietà delle terre Langhe, Roero e Monferrato. Il Capitolo della Primavera in Langa ha radunato oltre 80 Cavalieri nel maniero simbolo dell’Unesco e sede dell’Ordine. In sala anche Enzo Iacchetti, fresco di nomina a cavaliere onorario, accompagnato dal fedele cane Lucino che ha ricevuto un Collare dell’Ordine in qualità di “Miglior amico dell’uomo” e in rappresentanza dei preziosi cani da tartufo.

A fare gli onori di casa il Gran Maestro, Bianca Vetrino, che ha aperto la seduta accogliendo due nuovi maestri nel Consiglio Reggitore: il senatore Tomaso Zanoletti, da vent’anni alla guida dell’Enoteca Regionale Piemontese Cavour, e Luciano Bertello, da sempre promotore di cultura e iniziative tra le colline dell’Unesco. Infine, la nomina di 7 nuovi cavalieri e l’annuncio di alcuni tra i tanti appuntamenti del 2019, in Langa, ma anche nel mondo, tra le numerose delegazioni che sono nate e stanno crescendo tra New York e la Napa Valley, la Svizzera Hong Kong e Taiwan. La cerimonia del 285° Capitolo, iniziata con lo spettacolo
di Sbandieratori e Musici di Alba, si è conclusa con il pranzo a quattro mani nella sala Cavour preparato dagli chef stellati Marc Lanteri, padrone di casa, e Massimo Camia dell’omonimo ristorante di La Morra.

STORIA DELL’ORDINE. Il 22 febbraio 1967 in una piccola trattoria di Grinzane Cavour nasceva una confraternita enogastronomica denominata Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba. Ventuno furono i fondatori, disinteressati e indipendenti: si diedero uno statuto nel quale, ancora oggi, si legge che «scopo dell’Ordine è difendere e diffondere ovunque la genuina gastronomia, i vini e gli altri prodotti meravigliosi ed inconfondibili della terra di Alba e delle Langhe». Oggi l’Ordine annovera Cavalieri in tutto il mondo.

c.s.