L’ufficiale dei Carabinieri, criminologo e scrittore protagonista dell’incontro indetto in collaborazione con i Rotary club Cuneo 1925 e Cuneo Alpi del mare
Biagio Fabrizio Carillo, tenente colonnello dei Carabinieri, comandante dei Nas di Alessandria, i quali hanno competenza anche sulle provincie di Asti e Cuneo, sarà il protagonista dell’incontro “IDEA in noir” organizzato dai Rotary club Cuneo 1925 e Cuneo Alpi del mare, presieduti da Luigi Salvatico e da Giuseppe Malfi, in collaborazione con la rivista “IDEA”.
L’appuntamento, a ingresso libero, è fissato per le 18 di martedì 2 aprile presso il salone d’onore del municipio di Cuneo.
L’illustre ospite sarà protagonista dell’evento in qualità di criminologo e di scrittore.
Nel primo caso di questa duplice attitudine, che si affianca a quella professionale con la divisa dell’Arma, si tratta di un vero esperto, autore di testi accademici, ma anche di saggi divulgativi come “Sulla scena del crimine-I segreti dell’investigazione” (“Edizioni del Capricorno”), con illustrazioni di Carmine Cassese, il libro appena uscito, presentato in anteprima sabato scorso al “Torino crime festival”, reperibile in libreria, ma acquistabile anche in edicola, “in panino” con “La stampa” e i tre quotidiani del gruppo “Qn” (“Il giorno” di Milano, “Il resto del carlino” di Bologna e “La nazione” di Firenze).
Le seconde vesti, quelle dello scrittore, lo vedono autore, oltre che del volume appena citato, di romanzi “noir” di grandissimo successo, anch’essi abbinati ai quotidiani citati, oppure reperibili in libreria, redatti a quattro mani con Massimo Tallone.
In sei romanzi (è in preparazione il settimo), Carillo e Tallone hanno dato vita all’avvincente saga di Lola, ambientata nella Torino dei giorni nostri, e si sono guadagnati sul campo la definizione di “nuovi Fruttero & Lucentini”, dando vita alla corrente dell’“umanesimo urbano”. «La letteratura “noir” anticipa le problematiche della società», spiega Carillo. «Sono tanti gli ultimi, i quali sono i primi di cui la politica, ma anche sociologi, criminologi e psichiatri, si dovranno occupare».
Durante l’incontro a Cuneo, primo di una serie itinerante che toccherà altre città della Granda di qui alla fine del 2019, che fa seguito all’omonima, riuscitissima serata promossa poco più di un anno fa da “IDEA” al Teatro sociale di Alba, alla quale partecipò anche il criminologo Alessandro Meluzzi, ottimo amico di Biagio Fabrizio Carillo, il relatore parlerà della sua ultima opera letteraria e delle sue esperienze di investigatore, non tralasciando di affrontare alcuni casi eclatanti di cronaca nera che hanno interessato, e a volte sconvolto, l’opinione pubblica italiana.
Biagio Carillo senza dubbio possiede il dono di un eloquio in grado di coinvolgere e appassionare gli ascoltatori. Lo provano anche le numerose presenze in video e in radio, tanto in qualità di ufficiale dei Carabinieri, per quanto riguarda l’attività professionale, sia come criminologo e divulgatore, nonché come autore di libri di un genere letterario seguitissimo. Questo, unito a temi che senza dubbio suscitano interesse in moltissimi, rende ancora più invitante l’appuntamento del 2 aprile nel municipio del capoluogo della Granda.
Tanta capacità espositiva è stata riconosciuta, oltre che dai lettori dei suoi romanzi, dal conferimento, a Borgo San Dalmazzo, del premio intitolato al compianto giornalista della Rai Gianfranco Bianco, ottenuto insieme a Silvia Rosa Brusin, caporedattore di “Tg Leonardo”.
L’anno prima, a Torino, Carillo aveva ottenuto il premio “Vitaliano Brancati”, sempre per la sua opera di scrittore “noir”.
Quelli di cui parlerà nel salone d’onore sono temi che attirano l’attenzione di milioni di persone, purtroppo spesso affrontati, sui “mass media”, da chi non ha precise competenze e punta soprattutto sul “côté” morboso al fine soprattutto di fare ascolti e far parlare di sé.
Non è un rischio che si corre con Carillo, per la particolare sensibilità che lo contraddistingue, ma anche perché oltre trent’anni di servizio nell’Arma gli offrono le basi fondamentali del suo essere nello stesso tempo Carabiniere, criminologo e scrittore.
Né va trascurata la preparazione di cui può portar vanto, essendo egli stato allievo e collaboratore di eminenti studiosi come lo psichiatra forense Ugo Fornari, erede della cattedra lombrosiana, e Guglielmo Gulotta che fu discepolo di Marcello Cesa-Bianchi e autentico capostipite della psicologia giuridica italiana.
Fra i suoi saggi adottati a livello universitario citiamo “L’investigatore criminologo”, “Ricostruire il delitto”, “Investigare il crimine d’autore con la psicologia e criminologia investigativa” e “Tecnica dell’investigazione-L’attività della Polizia giudiziaria dalla notizia di reato all’accusa”.