ELEZIONI 2019, Ceva: il candidato Roberto Bruno punta a un futuro di «respiro internazionale»

«Non sciolgo ancora le riserve sui dettagli del mio programma, ma Ceva ha bisogno di essere "svecchiata" in modo da risultare più attrattiva»

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Roberto Bruno

A Ceva i cittandini dovranno scegliere tra tre liste per eleggere il nuovo Primo cittadino, che prenderà il posto del Sindaco uscente Alfredo Vizio. 

Sciolte le riserve, ecco i nomi dei tre candidati per le elezioni amministrative 2019: Davide Alciati, Vincenzo Bezzone o Roberto Bruno. Forse è ancora presto per parlare nel dettaglio di programmi e della composizione delle liste, ma nell’attesa dell’ufficialità, abbiamo raggiunto telefonicamente il candidato Roberto Bruno, che per la prima volta aspira a guidare il suo paese, per capire quali siano le ragioni che lo hanno portato a questa scelta.

«Sono legato a Ceva fin dalla mia nascita, anche se, prima per motivi di studio e poi per lavoro ho vissuto per lungo tempo a Milano e all’estero. Vivere lontano mi ha aperto gli occhi su molti aspetti culturali e organizzativi, che potrebbero essere applicati anche al nostro comune».

Quali aspetti potrebbero migliorare la città in cui vive?

«Non sciolgo ancora le riserve sui dettagli del mio programma, ma Ceva ha bisogno di essere “svecchiata” in modo da risultare più attrattiva, abbiamo molti cittadini stranieri che abitano in questo comune e bisognerebbe favorire l’integrazione e questo penso fortemente possa avvenire solo creando nuovi posti di lavoro: se uno ha un buon impiego ha una stabilità economica e questo rende tutto migliore». 

Viaggiare le ha dato la possibilità di osservare le altre città, che cosa manca a Ceva?

«Secondo me il paese dobvrebbe offrire possibilità in più ai giovani e non sono a livello lavorativo, ma penso anche allo sport, bisognerebbe incentivare la pratica anche di sport minori, come il ping pong, o il teatro e non caricare necessariamente le famiglie dei costi dei corsi, che spesso sono molto ingenti e non tutti possono permettersi. Penso ad esempio alla costruzione di un polo sportivo dove oltre al basket possano essere promosse anche altre discipline. Inoltre bisogna puntare sul turismo, all’estero sono capaci di valorizzare dei beni che rispetto alle possibilità del nostro territorio appaiono miserrime, ma ci sanno fare. Noi dobbiamo imparare ad apprezzare il nostro territorio, lavorare per farlo conoscere e di conseguenza farlo amare anche ai turisti. Diciamo che il futuro che auspico per Ceva è di respiro più internazionale».