Una manifestazione a Cherasco martedì 26 e poi presidio per un mese della Prefettura

«Il tempo è scaduto». La Granda non può più aspettare ed e­sige risposte concrete sull’Asti-Cuneo.

Il presidente della Provincia, Federico Borgna, ha chiamato, i sindaci e il mondo produttivo ed economico della Granda hanno risposto, riunendosi nella sala “Luigi Einaudi” del Centro in­contri dell’ente provinciale per predisporre e condividere alcune iniziative di protesta. Sono iniziative forti, «non nei nostri co­stumi», come ha sottolineato il presidente della Camera di commercio, Ferruccio Dardanello, il quale però ha aggiunto: «Non ce la facciamo più ad aspettare, è il momento di voltare pagina».

Le mobilitazioni cominceranno martedì 26 febbraio, quando, di mattina, ci sarà una protesta in cima alla salita Bergoglio, a Ro­reto di Cherasco, uno dei punti che paga in modo più pensante, in termini di traffico, soprattutto pesante, l’impossibilità di percorrere l’autostrada.

Il giorno dopo, mercoledì 27, inizierà il presidio permanente davanti alla Prefettura, quindi il 26 marzo la mobilitazione si sposterà a Roma, di fronte al Ministero delle infrastrutture.
La data scelta per l’inizio e la fine delle proteste, il giorno 26, non è casuale. Il 26 settembre 2018 ci fu infatti l’incontro tra la delegazione cuneese e il ministro Danilo Toninelli, il quale ribadì la volontà del Governo di concludere al più presto l’opera.
«Il 26 marzo saranno passati sei mesi», ha spiegato Borgna. «Per il nostro territorio significano un costo di 50 milioni di euro. Questo è un tema che riguarda tutta la Granda, non solo una parte. La comunità provinciale ha un credito nei confronti dello Stato italiano».

Bruna Sibille, sindaco di Bra, l’ha definita una situazione kafkiana, spiegando come si tratti di una «partita che si vince o si perde tutti insieme».
Il primo cittadino di Alba, Mau­rizio Marello, è stato molto duro: «Ho un sospetto terribile, cioè che la situazione in cui siamo finiti sia frutto di un disegno preordinato per arrivare a una determinata gestione e ottenere dei soldi. Questa storia va avanti da 40 anni e ogni volta si ricomincia tutto da capo: altro che barzelletta, purtroppo è una tristissima realtà».
«Facciamo ridere tutto il mon­do», ha rincarato Dardanello. «Non possiamo più aspettare, dobbiamo avere risposte e siamo pronti a mettere in pratica azioni di protesta non comuni all’indole di questo territorio».

L’assessore regionale ai trasporti, Francesco Balocco, ha chiosato: «Sergio Chiamparino attende u­na risposta da Toninelli ormai da nove mesi: la Regione ha messo la questione in cima alla lista, il Go­verno evidentemente no. U­na volta iniziate, le opere vanno fi­ni­te. Spero che ci sia un po’ di saggezza e si chiuda a farsa».

A essere pesantemente penalizzata dalla mancanza dell’autostrada è anche la realtà economica e produttiva della Granda, rappresentata dal Patto per lo sviluppo: «Cerchiamo di tenere alta l’attenzione sul tema delle infrastrutture», ha detto il presidente, Luca Crosetto. «Purtroppo non c’è solo l’Asti-Cuneo, ci sono tante altre criticità, e non c’è più tempo, perché l’economia non aspetta. Abbiamo la necessità di avere risposte urgenti».
Ha aggiunto Giuliano Viglione, presidente dell’Associazione com­mercianti albesi che coordina l’associazione “Langhe Roero-Tavolo delle autonomie per il territorio”: «è assurdo che un’opera completata per il 95 per cento, con l’ok dell’Europa e le risorse, non sia finita». Erano presenti i parlamentari Mino Taricco, Chia­ra Gribaudo, Marco Pe­rosino e Monica Ciaburro.

Sono intervenuti anche i segretari provinciali Fai, Alberto Gia­ccardi, e Astra, Guido Rossi, e del consigliere regionale del MoVi­mento 5 stelle Mauro Campo.