Aumenta la popolazione di Cherasco, ci scrive un lettore: “Porsi il problema dei trasporti”

In una lettera giuntaci in redazione, si analizza la situazione dei trasporti in provincia e, in particolare, nell'albese e braidese

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Con riferimento all’articolo sull’incremento della popolazione a Cherasco, è necessario osservare che, in un Comune di circa diecimila abitanti, ci si deve porre il problema dei trasporti, considerando anche il notevole afflusso turistico in occasione delle varie manifestazione che si tengono lungo l’anno in Città.

Lungo la Val Tanaro, era stata, saggiamente, prevista la costruzione di una ferrovia, che, da Ormea, si snodava attraverso Ceva, Bastia Mondovì, Bra, Castagnole Lanze ed Asti, ferrovia la cui tratta nel corso superiore del fiume, da Ormea a Ceva, è, al momento, sottoutilizzata, poiché solcata da treni turistici, lo stesso dicasi per la tratta compresa tra Castagnole Lanze ed Asti, la tratta compresa tra Bra e Castagnole Lanze è agibile solo fino ad Alba, seppur con gli approvabili lavori di elettrificazione, mentre, da Ceva a Bra, nessun treno è mai più transitato da quasi venticinque anni, ovvero da quando la disastrosa alluvione del 1994 ha portato alla dismissione della linea, ancorché siano stati stanziati adeguati fondi per il suo ripristino.

Nondimeno, da Narzole a Bra, i binari sono ancora percorribili, seppure a trazione termica, essendo stato smantellata la catenaria: di questo potrebbe avvantaggiarsi davvero la Città di Cherasco, tanto per il traffico pendolare quanto per quello occasionale. Il dislivello che separa la stazione ferroviaria dall’altipiano su cui giace il centro storico può essere superato mediante un sistema ettometrico a portata sufficientemente alta: valga un comune ascensore verticale con galleria d’accesso od una funicolare inclinata, naturalmente, con divieto di accesso alle autovetture dei non residenti ed agli autobus turistici.

Analogamente, si potrebbe pensare ad una soluzione simile per Narzole e per Roreto di Cherasco, realizzando una fermata prima che la linea scompaia nella galleria, anzi, proprio in questo preciso punto, potrebbe partire un breve tronco, di lunghezza inferiore a i quattro kilometri, per entrare nello scalo di Bra da Ovest e, da lì, proseguire verso Alba e, quando la tratta sarà risanata, Asti od Alessandria, senza eseguire inversione di marcia.

Una Città sostenibile è servita da una mobilità sostenibile.

Roberto Borri