Continua la discesa delle criptovalute, il Bitcoin dai massimi ha perso oltre l’80%. Oro in rimonta

L'esperto saluzzese Carlo Alberto De Casa: "Annus orribilis per le criptovalute. L’oro, invece, prova a recuperare terreno"

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Bitcoin: una parola arrivata alcuni mesi fa nelle case degli italiani che tentato di diversificare gli investimenti in un periodo storico complicato come questo. Dopo un boom da record, però, le criptovalute hanno subito un crollo clamoroso ed a spiegarci le conseguenze è il saluzzese Carlo Alberto De Casa, esperto di mercato finanziario per ActivTrades ed autore del libro “I segreti per investire con l’oro“.

“Il 2017 era stato l’anno del bitcoin, con un lungo rally, capace di portare le quotazioni della criptovaluta a sfiorare quota 20.000 dollari. 

Lo scenario, invece, si è completamente ribaltato nel 2018, che potremmo definire come l’annus horribilis delle criptovalute. L’intero settore, infatti, si e’ trovato nel mezzo di un vero e proprio bagno di sangue, con perdite spesso superiori all’80%. In alcuni quasi, quando i progetti non erano nemmeno partiti o, peggio ancora, quelli di vere e proprie scam (ossia delle truffe) le quotazioni hanno accusato perdite superiori al 90 o 95%, lasciando a mani vuote gli investitori saliti per ultimi sul treno delle criptovalute.

Ma esaminiamo nel dettaglio lo scenario, partendo dal bitcoin. La regina delle criptovalute, ha perso rispetto ai massimi del dicembre 2017 l’80% del suo valore. Ma a soffrire è l’intero settore delle criptovalute, la cui capitalizzazione è crollata da oltre 700 miliardi di dollari sin sotto i 130 miliardi di dollari.

Nel secondo semestre del 2017 le monete virtuali avevano conquistato l’attenzione del grande pubblico, grazie ad una crescita esponenziale, che aveva portato il Bitcoin a moltiplicare di venti volte il suo valore, salendo da 1.000 $ fino a sfiorare quota 20.000, con un’interminabile cavalcata. Incredibilmente, altre criptovalute, fra cui Litecoin, Ripple o Ethereum avevano fatto registrare salite ancora superiori, attirando l’attenzione del grande pubblico, facilmente affascinabile all’idea di monete alternative a quelle tradizionali e dall’ipotesi – soltanto in linea teorica – di facili guadagni.

Il contesto, però, è radicalmente cambiato con il nuovo anno. Nel dicembre del 2017 sui mercati dei derivati americani hanno fatto la comparsa i primi “future” aventi come sottostante l’andamento del Bitcoin. Questo ha permesso agli operatori di posizionarsi anche short, ossia al ribasso, sovrastando di fatto le posizioni long di chi li produceva (i cosiddetti “miners”) e di chi li acquistava negli exchanges, dove solitamente era possibile assumere soltanto posizioni rialziste, falsando in qualche modo il mercato, da cui erano tagliati fuori i venditori.

Nel corso del 2018 la bolla si è progressivamente sgonfiata. La quotazione del Bitcoin è dapprima caduta a 12.000 dollari, per poi proseguire nel suo cammino ribassista sino a 7.000 dollari, prima di un corposo – ma soltanto temporaneo – rimbalzo sino a 12.000$. Il trend ribassista, per le criptovalute, si apprestava a ripartire. Negli ultimi mesi il prezzo si era assestato fra i 6.000 ed i 7.500 dollari, prima di una nuova ondata di vendite che ha recentemente spinto il prezzo ai minimi da oltre un anno in area 3.800 dollari.

Il bagno di sangue coinvolge la gran parte del comparto delle criptovalute. Il Litecoin, per esempio, ha perso oltre il 90% dai massimi, crollando da 360$ ad appena 28. Lo scenario non è molto differente per Ripple, dove la discesa dai picchi è nell’ordine del 92%. Non è andata meglio a Cardano, Ethereum o OmiseGO, con performance in profondo rosso. La gran parte delle monete virtuali resta ancora ampiamente al di sopra dei valori precedenti al boom del 2017, ma anche in questo caso ad arricchirsi sono stati soltanto i primi arrivati. Proprio come avvenne nel Seicento con la bolla dei Tulipani in Olanda o, un secolo più tardi, con la corsa all’oro negli Stati Uniti.”

L’oro recupera terreno

Situazione diversa, invece, per il mercato dell’oro in ripresa dopo un periodo di leggero appannamento. De Casa, da grande esperto in materia (suo il libro: “I Segreti per investire con l’Oro”) ci spiega il momento storico del bene rifugio per eccellenza. “Ed a proposito di oro, invece, possiamo segnalare uno scenario in lenta ma progressiva ripresa, con un crescente interesse degli operatori verso il metallo giallo. Le quotazioni sono risalite oltre i 1.230 $. Non è facile fare previsioni sul prezzo dell’oro, ma se le quotazioni dovessero superare i 1.240$ potrebbe esserci spazio per ulteriori riprese. In particolare, poi, se la correzione delle borse americane dovesse proseguire anche nel 2019, le chance di altri rimbalzi dell’oro aumenterebbero.

L’allungo rialzista del metallo giallo ha trovato nuova linfa con le parole di Jerome Powell, governatore della Federal Reserve, che ha mostrato toni maggiormente accomodanti, rispetto ai precedenti meeting. I mercati hanno reagito muovendosi al rialzo, con la salita delle borse che è proseguita dopo la tregua sui dazi fra Cina e Usa, fattore positivo per il macrosettore delle materie prime.

La situazione grafica per l’oro appare dunque in miglioramento, con le quotazioni che si sono progressivamente allontanate dai minimi a 1.160$ di agosto ed anche dal supporto psicologico dei 1.200$. Una conferma al di sopra dei 1.240$ aprirebbe le porte ad altri rialzi, con target in area 1.265 e successivamente a 1.280. Anche un ritorno a 1.300 non parrebbe troppo lontano, soprattutto se la Fed dovesse mostrare altri segnali da colomba o se le borse americane tornassero a scricchiolare.”