Sino al 13 gennaio, la rinnovata sala espositiva del palazzo “Banca d’Alba” di via Cavour ospiterà “Ibrida”, una mostra collettiva di dieci artisti italiani nati tra il 1929 e il 1993 scelti per la loro ricerca che rielabora e indaga il superamento dei vincoli stilistici e concettuali del “medium” pittorico, ritrovando nella sperimentazione l’importanza essenziale del fare e della concretezza e coesione del pensiero.
«Il punto di partenza dell’allestimento», sottolineano Clarissa Tem­pestini e Alberta Romano, curatrici della mostra, «è una ricerca sulla pittura e sul confine oggetto-quadro come idea di origine creativa, intendendo la pittura come metafora della nascita dell’idea, dell’ispirazione dell’artista che nello studio si trova davanti alle infinite possibilità che una tela bianca porta con sé. La pittura vuole essere, quindi, metafora primordiale della nascita del lavoro e di quella scintilla che a un certo punto fa muovere la mano verso il gesto. Il gesto raccontato è quello visionario, quello che non si fer­ma sulla superficie, ma che sfida i propri limiti, andando oltre».
Il concetto di ibrido è espressione dell’intrinseca complessità e ambivalenza della natura umana, simbolo della feconda plasticità della natura e della fantasia dell’uomo.
È una zona liminale e di confine, categoria impura del pensiero che permette di addentrarsi nel territorio complesso delle arti figurative. Con la mostra “Ibrida” le delicate alchimie che governano il divenire della storia dell’arte coesistono con la tecnologia, le scienze sociali, la storia, la politica, la letteratura e la società, fra pensiero e azione, nell’esplorazione di un panorama culturale nazionale che tende a sfidare i propri confini e a creare nuove sfide e nuove aperture.
La mostra è stata presentata in precedenza al castello di Perno di Monforte d’Alba, una delle sedi storiche della casa editrice “Giu­lio Einaudi”, che fu, inoltre, residenza per lo studio e l’attività artistica degli scrittori einaudiani (tra i più assidui frequentatori, Primo Levi) e teatro di seminari e incontri tra le più grandi personalità della cultura italiana dell’età repubblicana.
Le opere in mostra presso la Banca d’Alba si presentano ai visitatori con l’intento di continuare a promuovere e a incentivare la cultura e la sua diffusione sul territorio, ma soprattutto, come sottolinea il presidente, Tino Cornaglia, «sono esposte in una sala completamente rinnovata. Una sala non solo espositiva, piuttosto una vera e propria “sala d’arte” che ci auguriamo diventi sempre più un punto di riferimento per l’esposizione delle arti visive. Il merito di questa trasformazione è frutto dell’impegno del nostro direttore generale, Riccardo Corino, che ne ha seguito le opere di ristrutturazione con impegno e determinazione, ascoltando le o­pioni di tutti noi. Questa mostra è senza dubbio la miglior occasione per vedere la bellezza di questo luogo, davvero per intenditori e oggi a disposizione, grazie a “Ibrida”, di un allestimento che racchiude in sé i concetti di cambiamento e movimento, ma nella sicurezza e nella costanza. Sono i valori che appartengono anche a noi come banca del territorio, al fianco dei nostri clienti, sempre attivi e attenti alle tecnologie, ma rigorosi nelle scelte che contano».
La multidisciplinarietà raccontata da “Ibrida” si compone di tanti aspetti e sfumature che variano d’intensità e forma, e che si diversificano anche per tipologia di approccio artistico.
Ci sono artisti come Elio Marchegiani, Maurizio Donzelli e Cch che hanno fatto della propria pratica artistica un campo di sperimentazione costante, senza precludersi alcuna forma di espressione, anzi ibridandone ogni volta i confini per potenziarne l’originalità.
Altri artisti, come Patrizio Di Massimo, Michela Nosiglia, Priscilla Tea e Alice Visentin, più focalizzati sullo sviluppo di un singolo “medium”, hanno alle spalle un variegato e interessante uso delle proprie fonti, dimostrandosi così in grado di dare forma a universi
u­nici e inesplorati che varcano le soglie dell’immaginario finora esistente in favore di visioni nuove. Corinna Gosmaro, Luca Loreti e Namsal Siedlecki tentano, invece, di superare le soglie della materia, ibridando le forme, le composizioni e i dogmi che la compongono. è uno studio, il loro, che partendo dalla sperimentazione strutturale, apre la strada a riflessioni concettuali attorno e oltre la materia da loro plasmata. «La mostra d’arte contemporanea in Banca d’Alba», ribadisce Mario Musso, vicedirettore generale, «è nata grazie a un casuale incontro di lavoro con il professor Gregorio Gitti che ha portato alla realizzazione di questo significativo momento. Io, che sono un uomo di numeri, di bilanci devo ammettere si è trattato di una sfida stimolante, entusiasmante… frutto di una collaborazione proficua che deve riconoscere la disponibilità di tanti attori ai quali giunga il nostro sincero “Grazie”».
«In verità», afferma il professor Grippi, «con questa iniziativa abbiamo “accelerato” e intensificato il desiderio di una comunità di artisti e di amici, ma anche di Banca d’Alba che stava “progettando” di animare questo spazio attraverso iniziative culturali. Ho così pensato fosse interessante gemellare Perno ad Alba attraverso l’istituzione della banca. La mia idea si è rivelata una proposta interessante, sposata all’istante con grande entusiasmo… Non posso certo nascondere di essere colpito dalla bellezza e dalla velocità con cui Banca d’Alba ha allestito al proprio interno una vera e propria galleria d’arte, regalando a tutto il territorio, e non solo, una mostra veramente suggestiva».
«è uno spazio davvero sapientemente rinnovato», sottolinea Fabio Tripaldi, assessore comunale alla cultura, «che Banca d’Alba ha mes­so a disposizione della cittadinanza offrendole un valore ag­giunto, così come un valore aggiunto sono le mostre che negli ultimi anni costellano il panorama albese, in affiancamento alle tante proposte legate al turismo enogastronomico. È importante per un’of­ferta di qualità legata al buon cibo, al buon bere e naturalmente a buona offerta artistico-culturale. Per ciò occorre ringraziare la Banca d’Alba, vicina ai turisti, ma an­che ai concittadini».