All’insegna del grido di battaglia «Ades­so basta!» il primo cittadino della ca­pitale delle Langhe ha rotto gli indugi e invitato alla mobilitazione i colleghi amministratori, affinché si dia vita a una clamorosa manifestazione che renda evidente co­me la paziente attesa del completamento dell’Asti-Cuneo sia finita. Maurizio Marello ha scritto u­na lettera aperta dirompente al ministro dei trasporti, Danilo To­ninelli, al gruppo “Ga­vio” da cui dipende la società concessionaria dell’autostrada infinita non per la lunghezza, ma per la durata dei cantieri, al presidente della Re­­­gione Pie­monte, Sergio Chiam­­parino, al presidente della Provincia, Fe­derico Borgna, e so­prattutto ai sindaci e ai cittadini delle Lan­ghe e del Roero.
Eccone il testo integrale: «Ca­ris­simi, lo scorso 26 settembre siamo stati ricevuti a Roma dal mi­nistro dei trasporti, Danilo Toninelli. Abbiamo chiesto il ce­lere inizio dei lavori di completamento dell’autostrada A­sti-Cu­neo, anche perché l’Eu­ropa ne ha autorizzato i lavori. Il Ministro ci ha detto che voleva aprire un confronto con la concessionaria per definire il tutto e trovare una soluzione più favorevole ai territori e non al gruppo “Gavio”. è trascorso un mese e nulla è accaduto e mi risulta che nessun con­fronto sia stato aperto. Ciò detto, credo che sia finito il tempo dell’attesa responsabile. Siamo presi in giro da trent’anni. Adesso basta. Propongo di ritrovarci tutti al casello di Go­vone dell’Asti-Cuneo giovedì 15 no­vembre alle 10 per interrompere il traffico autostradale. Lo chie­do anche alle associazioni di categoria, industriali, com­mercianti, artigiani, agricoltori, autotrasportatori. Chiu­­dia­mo noi questa autostrada della vergogna, finché non ci dicano con certezza quando inizieranno i lavori per il suo completamento. Adesso basta!».
Notizie come queste… ringiovaniscono chi, come il sottoscritto, segue la questione Asti-Cuneo dalla primavera del 1986, quando nel capoluogo venne “presentato” a favor di stampa il progetto dall’autostrada, consistente in due o tre li­nee tirate a casaccio su una cartina geografica.
Fu quello l’inizio delle prese in gi­ro a cui accenna Marello.
In questi quasi 33 anni (come la A33, combinazione), ne so­no successe di tutti i colori,
me­no il completamento dell’asse viario, tra cui tre blocchi stradali e un paio di occupazioni della Pre­fettura di Cuneo da parte dei sindaci. A proposito, sapete quale fu il titolo a tutta pagina in cui, su un’altra testata, lo scrivente an­nunciava una di tali iniziative “di rottura istituzionale? “Asti-Cu­neo: basta prese in giro”, ed era il 17 di­cembre 1997. Sì, 1997.
Visto il ritorno al passato, ecco u­na proposta che si spera non sia ritenuta reato di lesa maestà, quale fu considerata allorché fu presentata negli anni ’90: non sa­rebbe assai più efficace se, oltre alle manifestazioni significative, ma poco più che simboliche, i sin­daci rassegnassero in blocco le dimissioni? Stavolta, visto che le elezioni si terranno in primavera, sarebbe meno doloroso…