Cuneo – La chirurgia toracica del Santa Croce continua a crescere: “Tra le realtà più importanti d’Italia”

L'arrivo del direttore della struttura Giulio Melloni ha dato un'importante accelerata al reparto, che in un anno esegue oltre 400 interventi

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La chirurgia toracica del Santa Croce di Cuneo è al livello dei migliori ospedali italiani ed europei. A dirlo sono i dati degli ultimi due anni di attività del reparto diretto da Giulio Melloni, arrivato da Milano e capace, insieme alla sua equipe, di dare un’importante accelerata.

“Il bilancio di questi due anni è assolutamente positivo – ha detto il primario nel corso di un incontro con i giornalisti organizzato per rendere noti i risultati raggiunti -. Qui ho trovato un ospedale moderno ed efficiente e collaboratori con cui si è potuto lavorare al meglio. I risultati ci stanno dando ragione e ne siamo felici, perché una provincia come la Granda deve poter contare su una chirurgia toracica di primo livello”.

Cinque i chirurghi che fanno parte della struttura, dove in un anno vengono eseguiti oltre 400 interventi. Nel 2015 erano circa 230: “Il numero delle operazioni è aumentato, ma è migliorata anche la qualità, che pone l’ospedale di Cuneo al livello dei principali centri italiani e mondiali. Il segreto? L’ottimo lavoro di squadra e la collaborazione con gli altri ospedali della provincia, fondamentale in questo processo”.

In questi due anni sono state introdotte novità importanti: la prima è la chirurgia toracica mininvasiva per la cura dei tumori del polmone: “Fino a 10 o 15 anni fa l’asportazione avveniva con lunghi tagli sul torace e con la divaricazione delle coste. Oggi è possibile farlo con piccolissimi tagli e soprattutto senza divaricare le coste, con grandi vantaggi per il paziente, che sente meno dolore e recupera più velocemente”. Con questo metodo, definito VATS Lobectomy, in un anno sono stati fatti 170 interventi per tumori allo stato iniziale, un numero tra i più alti in Italia.

La seconda novità è l’utilizzo della tecnologia avvenieristica della sala ibrida per la chirurgia toracica: “Riguardo questa casistica, siamo i primi in Italia e tra i primi al mondo: è un fiore all’occhiello del nostro reparto, che consente tecniche meno invasive per il paziente”.
E poi alcune nuove procedure introdotte al Santa Croce: le protesi tracheobronchiali e l’EBUS-TBNA, la biopsia transbronchiale eco-guidata, importante nella diagnosi e nella stadiazione del tumore del polmone. Metodi attivati insieme al reparto di pneumologia, una collaborazione che non avviene così frequentemente, ma che è garanzia di qualità per il paziente.

E non ci si ferma qui: “Ho un’equipe con molti giovani che mi spingono a migliorare ogni giorno la qualità del servizio – aggiunge ancora Melloni -. Per questo ci poniamo nuovi obiettivi, tra cui un percorso specifico di ‘fast track’, il decorso veloce, che punta a concepire il paziente come un atleta”. Funziona così: chi deve sottoporsi ad un intervento chirurgico, viene allenato con ginnastica che consente di prepararsi al meglio all’operazione. Non solo: terminato l’intervento, le persone già dopo 4 ore solitamente iniziano a fare attività per accelerare il decorso.

Chi sono i pazienti? In prevalenza uomini oltre i 70 anni. Un’altra notizia positiva riguarda le liste d’attesa, fortemente ridotte negli ultimi due anni: “Non si può aspettare oltre i 15-20 giorni. Parliamo di pazienti con tumori ai polmoni su cui è necessario intervenire il prima possibile”.