Cuneo – Auto rubate, “ripulite” e rivendute: tre arresti

Complessa operazione condotta dalla Polizia Stradale: i responsabili creavano dei veri e propri cloni delle vetture in apparenza regolari, che poi indirizzavano anche sul mercato del Marocco

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Rubavano auto, poi le “ripulivano” per rivenderle sul mercato italiano ed estero. L’operazione “Amine”, dal nome di uno dei responsabili, ha consentito alla Polizia Stradale di Cuneo di smascherare un traffico di auto rubate importante.

I dettagli sono stati illustrati dal comandante Sara Mancinelli nel corso di una conferenza stampa. Tre persone sono state arrestate (di cui una ai domiciliari) dopo mesi di indagini: si tratta di due italiani di origine marocchina e di un marocchino, tutti residenti nel cuneese, tra i 22 e i 51 anni. C’è un quarto uomo coinvolto, residente nel modenese, destinatario dell’obbligo di presentazione giornaliera alla Polizia Giudiziaria. Sono responsabili di una serie di reati: furto aggravato, falso in atto pubblico, truffa e ricettazione.

Il modus operandi dei responsabili comprendeva diverse fasi: prima di tutto il furto delle auto. Dieci quelle sequestrate, dalle utilitarie a Mercedes di grande valore, per un totale di 300 mila euro. Le vetture venivano rubate con metodi fantasiosi e spregiudicati da note concessionarie della zona di Cuneo: gli arrestati si fingevano clienti, entravano e si impossessavano delle chiavi delle auto forzando i safety box. Altre volte agivano su internet, spacciandosi per dipendenti di un autosalone e contattando persone interessate a vendere la propria auto. Davano loro appuntamento proprio davanti alla concessionaria e dopo aver chiesto di provare l’auto, scappavano a bordo della vettura. Un’altra soluzione era ancora quella di acquistare auto incidentate a prezzi irrisori per poi “trapiantare” il numero di telaio originale su un veicolo identico rubato, potendo così utilizzare carte di circolazione e targhe genuine.

Poi scattava la seconda fase: la “ripulitura” del mezzo, che avveniva grazie a particolari attrezzi, i marcatori (anch’essi rubati), con i quali è possibile imprimere, dopo aver cancellato quello vecchio, un nuovo numero di telaio, che solitamente coincideva con quello di un veicolo identico ed effettivamente circolante. Quindi venivano compilate le carte di circolazione, frutto di un colpo messo a segno nel 2015 alla Motorizzazione, e riprodotte le targhe, creando dei veri e proprio cloni.

Le auto, trasformate in mezzi apparentemente senza nulla di irregolare, venivano poi parcheggiate in garage affittati a Cuneo o nelle immediate vicinanze, prima di essere rivendute sul mercato nazionale, ma anche all’estero, soprattutto in Marocco. Le indagini, che hanno consentito di sequestrare altro materiale di vario genere rubato in alcuni centri commerciali, proseguono, per accertare se gli arrestati siano responsabili di altri episodi simili.