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Cuneo: costrinse una connazionale a prostituirsi ed abortire, nigeriana condannata a 5 anni

Insieme ad una complice, già in carcere, fece bere ad una giovane incinta un cocktail di alcool e farmaci: si conclude così un'importante operazione della Polizia

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“Si conclude un’operazione lunga ed importante”. Il vice questore aggiunto Marco Mastrangelo commenta con soddisfazione la condanna a 5 anni di reclusione per una donna nigeriana coinvolta nell’attività di indagine che portò la Squadra Mobile di Cuneo ad arrestare un’altra nigeriana, Nancy Itama, la “maman” di una casa di appuntamenti.

In quell’occasione emerse il ruolo di una complice, Sharon Akporido: venne solo deferita, ma oltre un anno dopo è arrivata per lei la condanna per sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed induzione all’aborto. L’operazione fece emergere infatti una storia drammatica per alcune ragazze nigeriane, costrette a prostituirsi per pagare il debito che avevano contratto con chi le aveva aiutate ad arrivare in Italia.

Le giovani, che vivevano in appartamenti in via Basse di San Sebastiano e in via Roma in condizioni igieniche precarie, dovevano consegnare ogni giorno alla “maman” i soldi per le prestazioni. Una ragazza, incinta da 15 settimane, venne anche costretta ad abortire: le fecero bere un cocktail composto da alcool e 24 pastiglie di un farmaco solitamente utilizzato per l’acidità gastrica. La gravidanza venne interrotta, e lei rischiò la vita, arrivando in coma al Santa Croce e riprendendosi soltanto dopo una lunga convalescenza.

A minacciarla, costringendola ad abortire in quel modo, c’era anche Sharon Akporido. La giovane vittima l’ha riconosciuta, le indagini sono partite, condotte in prima persona dall’ispettore capo Mariella Faraco, che ebbe un ruolo fondamentale nella prima parte dell’operazione, ed è così arrivata la condanna a 5 anni. “La chiusura di un cerchio, siamo molto soddisfatti”, ha concluso il vice questore aggiunto Marco Mastrangelo.