Oltre 3 milioni di euro, l’investimento più im­ponente della storia del­la Fondazione “Crc”. Sarà destinato all’agroalimentare, uno dei settori strategici per la provincia di Cuneo.
Una serie di interventi mirati presentati nel corso di un incontro svolto lunedì 1° ottobre all’interno dell’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo, l’occasione ideale per mettere a confronto gli illustri pareri di esperti del settore sulle sfide dell’innovazione a cui sono chiamate le imprese del no­stro territorio.
«Il sistema agroalimentare in provincia di Cuneo rappresenta il 43 per cento di tutto il Piemonte», ha spiegato il presidente della Fon­dazione “Crc”, Giandomenico Genta, introducendo il convegno. «Si tratta di un settore importantissimo per il nostro territorio, che offre prodotti di alta qualità. Tut­tavia ci sono grandi sfide che richiedono adattamento e innovazione per rimanere competitivi e crescere ancora. Gli scenari futuri dipendono dalle scelte che facciamo oggi, per questo abbiamo deciso di fare questo grande investimento, il più importante della storia della Fondazione su un unico intervento. Vogliamo dare una spinta alla competitività, tracciare una nuova strada».
Dopo Genta è stata la volta dei sa­luti del consigliere provinciale Luca Paschiero («è necessario creare una rete per lo sviluppo per poter fronteggiare le nuove sfide del settore») e del presidente della Camera di commercio di Cuneo, Ferruccio Dardanello, il quale ha fornito dei numeri: «In Granda ci sono oltre 21 mila realtà agroalimentari, quasi il 30% di tutte le imprese. Dobbiamo essere capaci di innovare per dare ai consumatori di tutto il mondo la garanzia che da casa nostra partono prodotti con pochi eguali al mondo».
Poi, dopo la presentazione del Quaderno 35 della fondazione “Crc”, è andato in scena uno dei momenti più attesi: la tavola rotonda moderata dal giornalista Tarcisio Mazzeo, responsabile del Tgr Piemonte, sulle sfide della competitività e dell’innovazione per il settore agroalimentare.
Ne sono stati relatori il presidente di Slow Food, “Carlin” Petrini, il presidente nazionale di Coldiretti, Roberto Moncalvo, il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiam­parino, il senatore Giorgio Ber­gesio, componente della Com­missione agricoltura e produzione agroalimentare dell’assemblea di palazzo “Ma­dama” e il presidente della Fondazione “Crc”, Gian­domenico Genta.
«Smettiamo di continuare a lodarci e concentriamoci sulle criticità», ha suggerito Petrini. «Innanzitutto il costo del lavoro insostenibile: pagare un giovane 1.100 euro al mese significa un costo di 32 mila euro per le aziende. Le piccole realtà così non assumono. Il sistema non può stare in piedi, è una situazione drammatica. E poi è necessario ridare vita ai piccoli borghi, che senza comunità sono senza anima. Oggi mancano i punti vendita dove si possono trovare i prodotti dei nostri territori: studiamo una “bottega 2.0” che permetta a questi presidi di vivere, anche questo è innovazione».
I temi sono stati ripresi da Chiam­parino: «Il costo del lavoro? La politica deve capire che prima di distribuire le risorse, bisogna produrle: la priorità dovrebbe essere l’abbattimento del cuneo fiscale, su cui si dovrebbero concentrare tutte le risorse che si possono recuperare, perché riuscire ad essere competitivi è fondamentale. Una buona notizia è che finalmente siano partiti i cantieri della banda larga nei comuni di prima fascia. Inoltre entro Natale verrà approvato dalla Regione il testo unico sull’agricoltura, che contiene temi di innovazione».
Moncalvo ha parlato degli esempi di innovazione a costo zero nell’agricoltura: «Esistono una serie di regole che non costano nulla e che, unite a un’opera di educazione della società, possono portare a risultati economici enormi. Un esempio: la legge dell’agricoltura multifunzionale. Semplicemente cambiando nome, ha allargato i mercati, generando fenomeni di vendita diretta come “Campagna amica” e creando nuova economia. Sempre parlando di norme, una grande criticità proviene dall’estero: una competizione si gioca se le regole sono uguali per tutti. Se qualcuno vince barando, questo non è valido».
«è vero, non ci possono essere queste differenze in Europa», ha concordato Bergesio, che si è poi concentrato sulle iniziative a supporto delle aziende agroalimentari del nostro territorio: «In Com­missione abbiamo presentato un disegno di legge che punta a valorizzare le piccole produzioni locali. Vogliamo fare in modo che vengano identificate e garantite queste realtà così importanti, attuando un percorso facilitato per chi produce e trasforma i prodotti a casa sua».
Infine il presidente Genta è tornato sull’investimento relativo ad “Agroalimentare 4.0”: «Abbiamo raccolto molte sollecitazioni che ci venivano dalle stesse aziende: con questi investimenti vogliamo far capire che il nostro territorio può essere davanti a tutti anche nel progettare iniziative che adesso ci sembrano lontane e irrealizzabili. Il nostro è un territorio davvero straordinario che, se lavora e si rimbocca le maniche, può dire la sua non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo».