Ad Alba Sergio Marchionne ricevette il “Tartufo dell’Anno 2007”

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La scomparsa prematura e improvvisa di Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fca, è coincisa con una dimostrazione di grande affetto e considerazione nei confronti del manager italo-canadese, ma la sua carriera è costellata di attestati di stima.

Anche la Granda aveva colto la portata rivoluzionaria dell’opera di Marchionne e, nello specifico, Alba aveva provveduto a celebrarne i primi significativi passi all’interno della Fiat. In particolare, all’interno della Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba del 2007 il manager fu insignito del prestigioso riconoscimento “Tartufo dell’anno”. Da pochi mesi aveva preso vita la nuova Fiat 500 che grande fortuna avrebbe avuto negli anni a seguire, e anche la Fiera albese scommise sul successo della rinascita di quel modello, tanto che utilizzo l’immagine della vettura carica di pregiati “tuber magnatum Pico” per la comunicazione ufficiale di quell’edizione della kermesse. Anche la rivista IDEA colse l’opportunità per dedicare a Marchionne un ampio servizio, per rendere conto della sua presenza ad Alba, al fine di ritirare l’esemplare del fungo ipogeo e per sottolineare l’operato dell’amministratore delegato della Fiat.

Sotto riportiamo l’articolo pubblicato sul numero di dicembre 2007 di IDEA in cui si racconta anche dell’incontro avvenuto presso il centro Ricerche “Ferrero” ad Alba, in occasione del conferimento del “Tartufo dell’anno”. Durante l’evento, alla presenza delle autorità cittadine, Sergio Marchionne, intervistato dal giornalista Giulio Anselmi, già tracciava i contorni del percorso poi seguito nei due lustri successivi.

In una gremitissima sala del centro Ricerche Ferrero di Alba, l’amministratore delegato della Fiat, Sergio
Marchionne, ha ricevuto sabato 1° dicembre, il «Tartufo dell’Anno 2007».

Dopo i saluti di rito – sul palco la presidente della Regione Mercedes Bresso, il presidente della Provincia Raffaele Costa, il sindaco di Alba Giuseppe Rossetto e il presidente dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Alberto Cirio – l’illustre ospite, è stato intervistato a tutto campo da Giulio Anselmi, direttore de La Stampa e chiamato nella capitale delle Langhe per ritirare un tartufo speciale.

L’esordio è stato entusiasmante: «La vera qualità di un manager non si valuta solo da quello che fa, ma, soprattutto da quello che lascia dopo di sè».

L’affermazione cade come un macinio sulla sala e invita ad una riflessione che non riguarda solo la Fiat, ma l’intero paese Italia. «Siamo la nazione con le più grandi potenzialità inespresse d’Europa, ma soprattutto un paese che non si vuole bene. Sulle prime quattro o cinque pagine dei giornali si legge solo di litigi e di discussioni politiche che non hanno impatto sul futuro dei giovani. Se non si smette con questi dibattiti “ad nauseam” non andremo molto avanti».
Anselmi a questo punto non si è lasciato sfuggire l’occasione per chiedergli: come dovrebbe allora la politica
reagire all’antipolitica?

Disarmante la risposta. «Non ne ho idea. Io faccio il manager, ma se la Fiat fosse gestita come il dibattito pubblico non starebbe più in piedi. In un’azienda le decisioni vanno prese alla velocità della luce, questa velocità non si riscontra in campo politico. Speriamo cambino metodo».

Quali sono allora le chiavi del successo per chi guida un’azienda?
«Sono cresciuto nell’ambiente militare in cui dovere e responsabilità sono cose di casa». Una responsabilità, che ha anche valenza sociale: «È il punto che fa la differenza fondamentale tra il capitalismo europeo e quello Usa e per un’azienda la responsabilità sociale è un valore aggiunto. Nel 2004 tutti i banchieri mi dicevano che dovevo chiudere uno stabilimento, o magari due, meglio se al Sud. Ma per la Fiat il Sud è un mercato molto importante. E poi come avrei potuto non pensare a chi in quegli stabilimenti lavora?».

Azienda e sindacati, altro tema forte, in attesa del contratto con i metalmeccanici…
«Spero che il contratto si chiuda prima di Natale, sarebbe un bel regalo per la Fiat e per chi ci lavora – ribadisce Marchionne – ma non è vero che sto cercando di scavalcare i sindacati, cerco solo di mantenere un rapporto diretto con i nostri 180 mila dipendenti. Che mi preoccupi di loro è normale. I 30 euro, dati ai dipendenti sulle future competenze, sono la prima mossa, non l’unica, dovevamo farlo per dimostrare che noi siamo pronti. Qui nelle trattative ci sono riti molto primitivi che non vedo in nessun altro Paese».

E nel futuro, quale l’augurio?
«L’obiettivo della Fiat per il 2008 è quello di raggiungere un risultato operativo di 3,7 miliardi. Quest’anno è stato di 2,9 e vogliamo arrivare a 5 nel 2010». E aggiunge: «L’Alfa deve cominciare lo stesso processo di Fiat. Un impegno che richiederà due, tre o forse quattro anni con l’ obiettivo di creare in Italia l’equivalente della Bmw in Germania. Lancia, invece, è un brand che può addirittura comportarsi con arroganza tanto in Europa viene considerato un esempio di stile. E l’anno prossimo al successo di Ypsilon e Musa si aggiungerà la nuova Delta». Tutto ciò senza però perdere un colpo, perchè avverte Marchionne: «la concorrenza è agguerrita, quindi la sfida comincia ogni mattina. E poi – conclude – perchè la Fiat ci sarà anche dopo di me».

Superfluo sottolineare che al termine di questa chiacchierata gli è stato consegnato un tartufo di tre etti donato per l’occasione da Andrea Rossano che lui ha ritirato con un gran sorriso dicendo: «Sarà il mio unico
atto di egoismo spietato: lo gusterò con pochi amici».

«La consegna del Tartufo dell’Anno – ha sottolineato il Presidente dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Alberto Cirio – ha saputo avvicinare due mondi, industria ed enogastronomia, diversi tra loro ma comunque uniti nella voglia di mettere in luce l’eccellenza del territorio piemontese».