Soccorrere un ferito in un fiume sotterraneo | Esercitazione congiunta del CNSAS nella Grotta della Mottera in Val Corsaglia

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Raggiungere, soccorrere e portare in salvo un infortunato all’interno di un fiume sotterraneo.

Questo l’obiettivo di una complessa esercitazione congiunta di soccorso speleologico effettuata il 9 e 10 giugno nel torrente della Grotta della Mottera in alta Val Corsaglia, presso il Comune di Frabosa Soprana (CN).

Protagoniste la I De­legazione Speleologica (Piemonte e Valle D’Aosta) e la vicina XIII De­legazione Speleologica (Liguria), del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS).

L’esercitazione – resa ancor più complessa dalle abbondanti piogge cadute in Piemonte e in Liguria nelle ultime settimane – rientrava nel programma di formazione e mantenimento dei tecnici del CNSAS specializzati nel soccorso speleologico ed ha avuto lo scopo di affinare le metodologie di intervento congiunto necessarie in operazioni di soccorso dove l’ostilità dell’ambiente richiede una forte cooperazione fra più squadre di soccorso del CNSAS.

Le operazioni di recupero sono iniziate sabato 9 con l’invio di una squadra di speleosoccorritori partiti dalla base operativa di Cuneo con il nuovo mezzo acquistato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. Questi hanno raggiunto e risalito la parete arrivando all’ingresso fossile della Grotta della Mottera.

L’accesso alla cavità si apre a quota 1325 m sopra la cascata di 80 m formata dal torrente che ha originato la grotta stessa.

Il sanitario specializzato in soccorso medicalizzato in ambiente ipogeo ed i tecnici addestrati per il primo intervento si sono addentrati risalendo il fiume sotterraneo mantenendosi sempre sulle pareti asciutte e sul soffitto tramite speciali tecniche di progressione su corda. La squadra di primo intervento ha quindi raggiunto il luogo dell’incidente simulato a 1000 m dall’ingresso, ha poi prestato il primo soccorso e condizionato il figurante stabilizzandolo e valutandone le condizioni mediche.

Intanto, altre due squadre hanno realizzato una speciale linea telefonica – lunga oltre 1 km – in grado di garantire le comunicazioni da ogni punto della grotta all’ingresso e da qui, tramite ponte radio, al campo base realizzato presso la Capanna Scientifica Guglieri­ Lorenza, gestita dal Speleo Club Tanaro del CAI, dove è stata allestita la Direzione Operazioni.

Comunicate all’esterno le condizioni del ferito, dalla Direzione Operazioni è stato pianificato il recupero: tre squadre di tecnici attrezzisti si sono alternate lungo il percorso allestendo speciali dispositivi di recupero su corda. Hanno quindi sospeso e trasportato la barella col ferito – accompagnata dal medico e da numerosi tecnici barellieri – al di sopra delle acque correnti percorrendo in condizioni di sicurezza il lungo meandro scavato dal fiume sotterraneo fino allo sbocco esterno.

L’esercitazione è proseguita senza interruzioni durante tutta la notte e si è conclusa domenica 10 con un pieno successo. Ha permesso ai volontari di procedere nel percorso formativo previsto per i tecnici del CNSAS – unica organizzazione italiana in grado di portare soccorso medicalizzato in ambiente ostile. E’ stata un importante banco di prova per valutare l’operatività di squadre provenienti da differenti delegazioni specializzate in soccorso speleologico in interventi di particolare complessità.