Cinque anni e tre mesi di reclusione per un marocchino di cittadinanza italiana RAZKI Brahim di 53 anni, che sbarcato all’aeroporto di Cuneo Levaldigi da Casablanca nella giornata di ieri, si è trovato saldare il conto per fatti di gravissima rilevanza risalenti all’anno 2007 commessi a Varese.
A quell’epoca l’uomo era stato denunciato dalla moglie per gli innumerevoli atti di violenza fisica e sessuale subiti dalla stessa, oltre che per i molteplici maltrattamenti operati sui tre figli minori e gli svariati soprusi reiterati nel tempo.
Nel corso degli anni l’uomo avrebbe lasciato la famiglia per vivere con un’altra donna in Svizzera e nel contempo, per sviare la giustizia, avrebbe modificato le proprie generalità adottando un altro nome (alias) .
Tutto questo è stato reso vano al suo primo rientro in Italia tramite l’aeroporto di Levaldigi, quando ad attenderlo, c’erano gli uomini della Polizia di Frontiera Cuneese diretti dal Dr Martino SANTACROCE, che mediante approfonditi accertamenti nelle banche dati internazionali e attraverso il codice identificativo assegnato al momento della rilevazione delle impronte digitali, sono riusciti ad individuarlo tra i passeggeri del volo proveniente da Casablanca, nonostante nel frattempo lo stesso avesse cambiato il suo cognome in Marocco.
Lo stesso veniva arrestato per i reati di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia, in esecuzione all’ordinanza di carcerazione emessa dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Varese e condotto al carcere Cerialdo di Cuneo.
L’attività della Polizia di Stato nell’ambito della sicurezza aeroportuale, è stata particolarmente implementata al fine di monitorare soprattutto i voli internazionali in arrivo e partenza e proprio questo risultato dimostra il grado di attenzione della Polizia negli accertamenti e nelle verifiche dei passeggeri e dei voli.
Anche le attività cc.dd. di retro valico della Specialità di frontiera, sono state particolarmente implementate, con maggiori pattugliamenti lungo la fascia confinaria con la Francia, soprattutto lungo le arterie che conducono al Colle di Tenda ed al Colle della Maddalena, dove sono stati attivati posti di blocco e di controllo e una serie di attività info-investigative per contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina con particolare riferimento per la tratta di esseri umani e del falso documentale.