Cuneo: facevano prostituire connazionali, arrestate madre e figlia cinesi| L’operazione della Squadra Mobile ha sgominato un’attività che si svolgeva in due appartamenti nel centro città

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Ragazze cinesi fatte prostituire e costrette a lavorare ininterrottamente 24 ore su 24 per modiche cifre, spesso avendo rapporti non protetti.

 

La Squadra Mobile di Cuneo ha arrestato due donne cinesi, madre e figlia, che gestivano un giro di prostituzione che avveniva in due appartamenti del centro di Cuneo. L’operazione è stata denominata “Without”, cioè “senza”, perché l’attività delle ragazze che venivano fatte prostituire, che andava avanti da più di un anno, avveniva senza protezioni, senza garanzie e senza orari.

 

Le indagini della Squadra Mobile sono partite dalle segnalazioni di alcuni cittadini, insospettiti dal continuo viavai nei due appartamenti: gli agenti, dopo le iniziali verifiche, attraverso intercettazioni sui telefoni delle due donne cinesi hanno potuto delineare un quadro più preciso della situazione. Le ragazze, una per appartamento, restavano negli alloggi per un paio di settimane, costrette ad estenuanti orari, senza mai, o quasi, poter uscire, e per un guadagno minimo; poi la rotazione, il ricambio che avveniva con regolarità per avere sempre nuove proposte per la clientela.

 

Lo sfruttamento era totale e completo, madre e figlia cinesi gestivano l’intera vita delle ragazze, che andavano dai 18 ai 40 anni e che per guadagnare qualcosa in più erano spesso costrette a fornire prestazioni sessuali senza protezioni. Gli appartamenti, affittati da due italiani non indagati, sono stati messi sotto sequestro.
 

 

“La tecnica per attirare i clienti era quella degli annunci on line e sui giornali specifici – ha spiegato il dirigente della Squadra Mobile Marco Mastrangelo durante la conferenza stampa convocata per illustrare i dati dell’operazione -. Le tariffe andavano dai 30 ai 70 euro ed i clienti erano numerosi, ma venivano accettati solo italiani”.

 

“Le ragazze venivano reclutate via internet e dovevano garantire determinate caratteristiche fisiche e di prestazioni – ha aggiunto l’ispettore capo Mariella Faraco, responsabile della sezione reati sessuali e contro minori e componente della rete antiviolenza di Cuneo – ; arrivavano da tutta Italia ed alcune erano irregolari, non parlavano bene l’italiano e per loro contrattavano prezzi e prestazioni le due donne arrestate”.

 

Il procuratore capo della Repubblica Francesca Nanni ha sottolineato “il grave sfruttamento a cui erano sottoposte le ragazze”, evidenziando la dimensione più ampia del fenomeno: “Queste ragazze lavoravano per qualche settimana a Cuneo, poi andavano da altre parti: c’è una rete più larga ed organizzata di prostituzione che supera il livello provinciale e regionale. Per questo non bisogna abbassare la guardia”.

 

Presente alla conferenza stampa anche il questore Giuseppe Pagano: “E’ un brillante risultato investigativo partito dalle segnalazioni di alcuni cittadini: ci tengo a sottolineare questo aspetto, perché i cuneesi sono sempre molto attenti, c’è un rapporto fiduciario che ci permette di raggiungere ottimi risultati”.

 

Gabriele Destefanis