Presentato il progetto di film “La terra buona” del regista albese Emanuele Caruso

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Torna nei cinema il regista albese Emanuele Caruso con la sua seconda opera, LA TERRA BUONA, a quattro anni da “E FU SERA E FU MATTINA”, che rappresentò un caso nazionale tra le produzioni cinematografiche indipendenti, con 43.000 biglietti venduti e 300.000 euro di incasso.

 

LA Terra Buona è stato realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e la consulenza tax credit di FIP Film Investimenti Piemonte, che ha portato alla partecipazione del Gruppo Egea alla produzione del film, sostenuto inoltre dal Parco Nazionale della Val Grande e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. Il film è stato in parte prodotto in crowdfunding, tramite una raccolta Royalty Based sulla piattaforma “Produzioni dal Basso”. Oltre 500 sottoscrittori hanno finanziato la produzione con 80.000 euro, raggiungendo il record italiano assoluto di raccolta in azionariato popolare per una produzione cinematografica.

 

Siamo particolarmente orgogliosi di aver accompagnato questo progetto nel suo percorso di sviluppo – commenta Paolo Tenna, Consigliere d’Amministrazione di Film Commission Torino Piemonte e AD di FIP Film Investimenti Piemonte – e di poter ora prendere parte al lancio del film, momento felice e cruciale al tempo stesso. Il talento del giovane regista Emanuele Caruso ha trovato le attese conferme, garantendo un’importante ricaduta territoriale durante le cinque settimane di riprese che hanno inoltre coinvolto molte professionalità locali. La bontà artistica del lungometraggio ha trovato poi un fondamentale supporto nello strumento del Tax Credit: il coinvolgimento di un’importante impresa locale come Egea – intervenuta attraverso la consulenza di FIP – è stato infatti essenziale perché “La Terra buona” potesse vedere la luce, ulteriore dimostrazione di quanto il connubio cinema e impresa risulti strategico anche e soprattutto a livello locale”.

 

L’Amministratore Delegato del Gruppo EGEA, PierPaolo Carini: “Per noi sostenere ‘La Terra buona’ significa assecondare il nostro modo di essere: siamo una realtà multiservizi che si distingue per il peculiare stile con cui opera sul territorio. Non siamo solo semplici fornitori di energie, quali luce, gas, acqua, calore e cura dell’ambiente: siamo certi, infatti, che oggi le aziende, tanto più quelle come la nostra che si caratterizzano per i propri servizi ‘su misura’, devono saper essere ‘lievito’ per il territorio. Questo, declinato sulla nostra dimensione, significa valorizzare e alimentare la crescita delle ‘buone energie’ della comunità locale, come quelle culturali, sociali e umane. In questo senso, ‘La Terra buona’ è a tutti gli effetti, e non soltanto nel titolo, una ‘buona energia’: si tratta della seconda opera cinematografica di un regista albese emergente nonostante i soli 32 anni, come attesta il premio di miglior film indipendente del 2014 conferito al suo primo lungometraggio, ‘E fu sera e fu mattina’; valorizza la scelta di Emanuele Caruso di affidarsi al territorio piemontese quale cornice delle proprie pellicole per confrontarsi con il palcoscenico cinematografico nazionale e internazionale; rievoca la figura di Padre Sergio, che lontano dalle luci della ribalta ha letteralmente salvato un patrimonio culturale di inestimabile valore, restituendolo come un dono alla collettività; fa riscoprire uno stile di vita, solo apparentemente dimenticato, che mette al centro le persone, il dialogo e la natura; invita a riflettere sul ruolo che ciascuno, sia che si tratti di un singolo cittadino sia che si tratti di un’impresa, può giocare per migliorare il benessere di cui tutti beneficiamo”.

 

LA TERRA BUONA racconta tre vicende che si snodano intorno alla figura del monaco benedettino Padre Sergio, scomparso nel 2014 all’età di 83 anni. In oltre 40 anni il religioso aveva costruito una biblioteca, raccogliendo oltre 80.000 volumi, rari e pregiati, nell’antica Canonica di Marmora, a 1.580 metri in Val Maira (Cn). Luogo che, nella finzione cinematografica, è trasposto in Val Grande. Oggi la biblioteca di Padre Sergio, valutata oltre 2,2 milioni di euro, è un patrimonio che rischia di andare perduto. Una storia vera dunque, che si intreccia con quella di Mastro, oncologo in fuga dall’Italia per le sue idee poco convenzionali, e quella di Gea, ragazza malata che si aggrappa a un’ultima speranza di guarigione.

 

Prima dell’uscita in sala, prevista per il 1° marzo, nei mesi di gennaio e febbraio, in collaborazione con la Regione Piemonte, la Film Commission Torino Piemonte e il Parco Nazionale della Val Grande, il film è stato proposto in 70 Istituti scolastici del Piemonte, coinvolgendo circa 10.000 studenti.