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Come difendersi dal monossido di carbonio, i consigli della Croce Rossa di Cuneo

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Lo chiamano killer silenzioso e ogni anno miete circa 500 vittime. È il monossido di carbonio (CO), un gas incolore, inodore e insapore, non irritante e altamente tossico per l’organismo che si forma per un’incompleta combustione del legno, del carbone, o degli idrocarburi. Il monossido di carbonio ha tutte caratteristiche che lo rendono impercettibile ai nostri sensi, quindi estremamente pericoloso.

 

Per prevenire il formarsi di monossido di carbonio è fondamentale rispettare alcune semplici regole:

 

1. Fate controllare l’impianto di riscaldamento centrale Chiamate un professionista per eseguire regolarmente la manutenzione del vostro impianto di riscaldamento. Deve essere assicurata la tenuta delle canne fumarie e dei canali di fumo (ovvero i tubi che dalla caldaia/stufa si innestano sulla canna fumaria o direttamente sull’esterno), con particolare attenzione alle vecchie canne fumarie realizzate con tubi a innesto o in muratura.

 

2. Installate un sistema di ventilazione efficiente La carenza di aria fresca lascia campo libero alla formazione di monossido di carbonio negli impianti di riscaldamento. La soluzione migliore è garantire la corretta ventilazione e aerazione (griglie/bocchette a parete) dei locali dove sono installati o utilizzati gli apparecchi di riscaldamento (inclusi i piani cottura), in modo da assicurare l’afflusso di aria necessaria alla combustione, nonché la fuoriuscita dei fumi e di eventuali miscele di gas non combuste.

 

3. Controllate il camino Avete ancora uno di quei vecchi camini di una volta? Assicuratevi di farlo pulire regolarmente da un professionista, di controllare che funzioni in modo adeguato e che il fumo venga liberato all’esterno.

 

4. Fate attenzione con il riscaldamento di backup A volte usare un sistema di riscaldamento di backup è l’unico modo per avere una temperatura interna calda e accogliente. È comunque necessario evitare impianti che utilizzano combustibile in quanto questo tipo di impianti non ha uno scarico per rilasciare i gas di combustione.

 

La gravità di un’intossicazione da CO è proporzionale alla quantità fissata all’emoglobina. Il che significa che non dipende solamente dalla concentrazione di monossido nell’aria ma anche dal tempo di esposizione e dal volume respirato. Bambini e persone impegnate in attività fisica saranno soggette più velocemente all’intossicazione a causa della respirazione più rapida. I primi sintomi di intossicazione sono il mal di testa, la nausea, la percezione visiva sfocata e leggeri malesseri e palpitazioni, tutti sintomi che molto spesso vengono attribuiti ad altri stati patologici e che rendono perciò l’intossicazione da monossido molto pericolosa.

 

«Quando interveniamo con i mezzi di soccorso in convenzione con l’Emergenza Sanitaria, – spiega il presidente della Croce Rossa di Cuneo, Paolo Signoretti – è fondamentale garantire la sicurezza dei nostri operatori e allo stesso tempo saper riconoscere subito un’eventuale alta concentrazione di monossido di carbonio. Da qualche giorno abbiamo dunque acquistato un rilevatore di CO, già operativo sui mezzi di soccorso di base che operano giorno e notte nel territorio cuneese».

 

In caso di sospetta intossicazione:

 

· Allontanare l’eventuale intossicato all’ambiente contaminato e, se incosciente, posizionarlo sul fianco;

· Aerare i locali;

· Contattare il numero unico di emergenza 112 così da attivare la catena dei soccorsi.

 

«Nell’ultima settimana sono stati almeno 3 gli interventi di soccorso in cui la Croce Rossa, in provincia, è stata chiamata a intervenire – continua Signoretti – e, grazie al rilevatore di monossido, questa volta in dotazione all’ambulanza medicalizzata, è stato richiesto l’immediato intervento dei Vigili del Fuoco. Un fenomeno, quello dell’intossicazione da monossido di carbonio, abbastanza frequente e non troppo distante da ognuno di noi come si potrebbe pensare».

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