Il 2017 dell’ANPI Borgo San Dalmazzo e Valli chiude nel ricordo dei Barale

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L’anno di attività della sezione ANPI Borgo San Dalmazzo e Valli si è concluso domenica 31 dicembre nel ricordo di Giovanni e Spartaco Barale. Presso il cimitero comunale di Borgo dalle ore 10 si è svolta la commemorazione di padre e figlio trucidati dai nazisti a Castellar di Boves il primo gennaio 1944.

 

Dall’archivio ANPI:

 

Giovanni Barale, nato a Gaiola (Cuneo) il 25 gennaio 1887, ucciso dai tedeschi a Castellar di Boves (Cuneo) il 1° gennaio 1944, artigiano, Medaglia d’argento al valor militare alla memoria.

 

Aveva frequentato per cinque anni il Ginnasio nel Seminario di Cuneo, che aveva lasciato per trasferirsi a Boves, a impararvi il mestiere del carradore. Costruì carri a Genova, a Parigi, a Losanna e a Ginevra e, durante la Prima guerra mondiale fece l'”operaio militarizzato” alla Fiat. La sua partecipazione ai moti di Torino, “per il pane e la pace”, gli procurò l’invio al fronte sul Monte Grappa, dove combatté nel 3° Reggimento Genio della IV Armata. Nell’immediato dopoguerra Barale fu nel Cuneese un impegnato socialista e, quando nacque il PCd’I, non solo vi aderì, ma divenne il primo segretario della Federazione comunista di Cuneo. L’avvento al potere del fascismo non intimidì Barale, che passò all’attività clandestina sino a che, nel 1939, fu arrestato. Due anni di confino a Capestrane (L’Aquila), poi per il carradore il ritorno a casa e, il 25 luglio 1943, la ripresa in pieno dell’attività politica. Fu Giovanni Barale, infatti, a riorganizzare nel Cuneese il suo partito e a farne il perno del movimento unitario antifascista. Fu sempre lui che, dopo l’armistizio, si adoprò per reclutare i soldati e gli ufficiali del nostro Esercito, di ritorno dal Fronte occidentale, e a convincerli a battersi contro i nazifascisti, aggregandoli alla prima banda partigiana che l’artigiano aveva formato nel vallone di San Giovanni di Boves. La bottega di carradore di Barale era diventata così la sede del comando della formazione, collegata, tra le altre, a quelle di Pompeo Colaianni e Antonio Giolitti. Era il mese di dicembre del 1943 quando Barale ebbe, a San Dalmazzo, una preziosa informazione: fascisti e tedeschi stavano per effettuare un massiccio rastrellamento nel Cuneese e conoscevano perfettamente la dislocazione e la consistenza delle formazioni partigiane. Partì subito con un compagno per informare i vari comandi, ma intercettato dai tedeschi presso Castellar di Boves, fu gravemente ferito a una coscia nella sparatoria che ne seguì. Sfuggito alla cattura, Giovanni Barale trovò riparo in una chiesa. Il suo compagno riuscì ad avvisare il figlio dell’artigiano, Spartaco, che il giorno dopo, con un’auto guidata da Giacomo Rigoni, tentò di raggiungere la chiesa. Finiti a loro volta nelle mani dei tedeschi i due furono uccisi e anche il ferito, scoperto, ebbe la stessa sorte. I nazisti, la sera di Capodanno, diedero alle fiamme i tre cadaveri. Da quel giorno, la 177ma Brigata Garibaldi fu intitolata a Giovanni Barale. In suo nome combatterono, sino alla Liberazione, 200 partigiani; oltre ai numerosi invalidi e feriti, la 177 ma contò trentadue caduti.”

 

“Spartaco Barale, nato a Borgo San Dalmazzo (Cuneo) nel 1922, caduto a Castellar di Boves (Cuneo) il 1° gennaio 1944.

 

Il padre era stato il primo segretario della Federazione comunista cuneese e lui stesso, giovanissimo, era diventato nella clandestinità un comunista molto attivo. Dopo l’8 settembre 1943 il ragazzo si era impegnato, col padre, nell’organizzazione delle prime formazioni partigiane cuneesi. Caposquadra della 177ma Brigata Garibaldi, fu ucciso con un suo compagno in un conflitto a fuoco con i tedeschi, mentre tentava di portare in salvo il genitore. Giovanni era stato, infatti, gravemente ferito dai nazisti e aveva trovato rifugio in una chiesa; era stato intercettato dai soldati germanici, mentre si dirigeva verso i comandi partigiani della zona, per avvisarli di un imminente rastrellamento nazifascista.”

 

Alla commemorazione erano presenti, oltre al direttivo locale guidato da Maddalena Forneris, la presidentessa provinciale Ughetta Biancotto, il gruppo alpini Gaiola e bassa Valle Stura e, ospiti del Sindaco Gian Paolo Beretta, numerose delegazioni comunali, tra cui il Comune di Cuneo con l’assesore Mantelli, il Comune di Boves con il Sindaco Paoletti e il Comune di Alba con l’Assessora Cavallotto e il Consigliere Martinetti.

 

Durante la celebrazione, tra le altre cose, dopo il saluto del Sindaco e di Maddalena Forneris, Piero Quaranta ha donato alla sezione un fregio ligneo che rimanda alla figura di Giovanni, mentre il Sindaco Fabrizio Biolè ha letto ai presenti la poesia di Silvio Einaudi “A Giovanni Barale”; coro polifonico e trombettista hanno accompagnato la mattinata, che è culminata nella deposizione dei fiori sulla tomba della famiglia Barale.

 

La Presidentessa Maddalena Forneris: “Il sacrificio di Giovanni e Spartaco, la libera scelta di combattere coraggiosamente per la libertà come è stato per tutti i nostri amati partigiani: ecco i valori che in questi tempi di piccoli diffusi rigurgiti razisti e fascisti, è necessario ricordare, rinnovare e trasmettere ai ragazzi. La mattinata è stata importante e partecipata, ringrazio tutti gli intervenuti ciascuno per il proprio ruolo e ricordo che il tesseramento 2018 per l’ANPI è iniziato. Chi vuole condividere e dare una mano alle nostre iniziative, ci può scrivere alla mail [email protected]“.