C’è la nuova legge nazionale sulle foreste, approvata dal Consiglio dei Ministri

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Testo Unico Forestale e con l’ok al provvedimento, dopo 17 anni di attesa, si interviene con una nuova disciplina, organica e concreta, per la valorizzazione dell’immenso patrimonio boschivo nazionale attraverso una sua gestione corretta e attiva.

 

In Italia le foreste occupano 12 milioni di ettari. Il Piemonte è la prima regione italiana con un’estensione di 976.953 ettari sui 2.538.297 ettari di superficie complessiva: 663.070 ettari sono in territorio montano. Nei boschi subalpini “dimorano” quasi un miliardo di alberi, con la presenza di 52 specie arboree e 40 arbustive. Nella provincia di Cuneo, in testa alla classifica regionale, lo sviluppo della vegetazione boschiva è di 268.381 ettari sui 689.090 di estensione totale. Di fronte a una risorsa così straordinaria, quali norme prevede  la nuova Legge?

 

Attiva la strategia forestale nazionale: un nuovo strumento di programmazione e pianificazione di durata ventennale per ridare centralità alle politiche forestali anche costituendo la Direzione Forestale del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, che sarà nei prossimi giorni affidata alla dottoressa Alessandra Stefani: già comandante regionale del Piemonte del Corpo Forestale dello Stato e vicecomandante generale dello stesso Corpo.
Rilancia le attività della filiera vivaistica forestale nazionale, con lo stesso Ministero coordinatore di una tavolo fra tutti gli Enti competenti in materia per avviare la raccolta e la divulgazione dei dati quantitativi e qualitativi dei boschi presenti sul territorio. Definisce in modo chiaro cosa è un bosco e le aree ad esso assimilato. Fissa i criteri minimi uniformi per le attività di gestione forestale, assegnando a ogni Regione il compito tradurli in pratica, ma tenendo conto dell’estrema varietà degli ecosistemi forestali italiani. Individua i principi cardine per la promozione e l’esercizio delle attività di gestione delle ricchezze selvicolturali.

 

Disciplina in modo più rigoroso la trasformazione delle aree boscate in altra destinazione d’uso, mantenendo saldo il principio dell’obbligo di compensazione dell’intervento con monetizzazione o lavori di rimboschimento sul territorio.
Stabilisce criteri innovativi per facilitare e incentivare la gestione di superfici forestali accorpate, anche quando i proprietari sono molti e le superfici unitarie piccole. In questo senso, la Regione Piemonte, su proposta dell’assessore, Alberto Valmaggia, ha approvato la Legge riguardante l’Associazionismo Fondiario.

 

“La riforma – sottolinea il viceministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Andrea Olivero – alla quale ho dedicato molto lavoro e molta passione, era attesa da decenni. Sono soddisfatto. Con la sua approvazione si chiude un percorso impegnativo, che ha coinvolto in modo proficuo tantissimi attori attraverso il tavolo nazionale filiera legno e gli incontri mirati sul territorio. La fase di ascolto – che ha visto un importante appuntamento anche a Cuneo nello scorso mese di maggio – ci ha permesso di raccogliere le richieste degli interlocutori e di confezionare una Legge che definisce un percorso necessario e fondamentale: il passaggio da una visione dei boschi museale e, spesso, legata al loro stato di abbandono a una gestione degli stessi dinamica e attiva, ma sostenibile. In modo da coniugare le esigenze ambientali con nuove opportunità di occupazione per quanti vivono nelle aree considerate, a torto, marginali”.

 

Quale sarà il prossimo iter burocratico del provvedimento?Il decreto deve ora essere sottoposto alla valutazione della Conferenza Stato Regioni e delle Commissioni Parlamentari, che potranno dare un parere prima dell’adozione formale dell’atto. Tutti passaggi che necessitano di poco tempo e possono essere fatti anche in questo scorcio finale di Legislatura, persino a Camere sciolte. Siamo dunque ormai in dirittura d’arrivo”.

 

Cosa significherà e quali vantaggi porterà la Legge per il patrimonio forestale piemontese e quello della provincia di Cuneo?In Piemonte è stata approvata di recente, grazie all’assessore Valmaggia, un’ottima Legge regionale che si pone nella stessa direzione di quella nazionale. La legge nazionale, però, può aiutare a superare alcuni limiti burocratici che permangono nelle autorizzazioni alla gestione forestale e può spingere il settore, nelle nostre terre particolarmente attivo, a crescere ancora. In montagna e sull’alta collina aumentano i terreni abbandonati e poterli gestire con strumenti adeguati può essere un buon modo per dare lavoro e insieme combattere il dissesto idrogeologico. In diverse aree della provincia stanno nascendo unioni fondiarie proprio con questo scopo”.