Squalifica per insulti razzisti, la famiglia Scanavino: “Stefano ha sbagliato, ma sue parole solo frutto di tensione agonistica” | La famiglia del calciatore dell’Infernotto si scusano per l’episodio, ribadendo i propri valori di rispetto nel prossimo

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Preso atto della visibilità mediatica che è stata data alla squalifica di Stefano per presunti insulti a sfondo razziale, desideriamo chiarire che la storia della nostra famiglia nello sport, lunga ormai venticinque anni e oltre, e soprattutto nella vita, si è sempre basata sul rispetto dell’ altro, finalizzato a promuovere valori di uguaglianza e tolleranza.

 

Ed è con forza e convinzione che affermiamo che a questi valori è stato educato anche Stefano ed a questi valori lui si è sempre ispirato sia nello sport che nella sua vita quotidiana.
Stefano ha sbagliato nel pronunciare quella frase offensiva che tutti conoscete, ma vi preghiamo di considerarla per quella che è, e cioè come appartenente al tipico e discutibile linguaggio usato in campo durante una partita e non come frutto di una inesistente convinzione personale. Nella vita e nello sport Stefano frequenta molti altri ragazzi extra comunitari (alcuni anche nella sua squadra), e mai ha avuto problemi con loro, e meno che mai per motivi in qualche modo legati alle loro origini, alla loro nazionalità, al loro credo religioso. MAI.

 

Resta il fatto che l’ episodio è stato esecrabile e quindi da parte nostra (di Stefano ma anche della nostra famiglia) è giusto un atto di umiltà e di ammissione di colpe.
Ci rivolgiamo per questo motivo al ragazzo e giocatore Yasser El Malouani e a lui Stefano e la famiglia Scanavino tutta rivolge le proprie scuse, confermando che in quelle parole non c’era odio, ma solo tensione agonistica.
Inoltre ci scusiamo con la società Infernotto, che consideriamo seria e affidabile, al punto che due nostri ragazzi vi giocano. La società Infernotto non ha ovviamente alcuna responsabilità nell’ accaduto e anzi a lei va un plauso per essere un punto di riferimento costante in un territorio con una importante presenza extracomunitaria.

 

I giornali hanno svolto in modo corretto il proprio dovere di divulgazione della notizia, ma potete capire che tale clamore ha comunque creato in noi disagio.
Senza assolutamente voler sminuire la gravità dell’ accaduto, chiediamo a tutti di confermare la vostra onestà intellettuale e di informare anche del nostro pensiero: noi con Stefano vogliamo solo essere conosciuti e riconosciuti per chi siamo e non per chi siamo apparsi. E questo ovviamente vale soprattutto per Stefano.

 

Cordiali saluti.
Famiglia Scanavino
Torino, 13 novembre 2017