Come superare i vincoli del Patto di Stabilità? Il parere dell’esperto Matteo Barbero

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Sono stati una cinquantina, tra under 35 anni e amministratori pubblici, tra cui il sindaco di Cuneo e presidente della Provincia, Federico Borgna, i partecipanti all’incontro sul tema “I segreti del bilancio comunale” organizzato dall’Associazione Monviso in Movimento guidata dall’assessore regionale Alberto Valmaggia. La serata è stata introdotta e moderata da Luca Gosso: già sindaco di Busca e ora componente della segreteria di Valmaggia.

 

L’argomento è piuttosto complicato – ha esordito Gosso – ma per chi si occupa di cosa pubblica è fondamentale capire un bilancio nei dettagli per poter amministrare bene e cogliere tutte le opportunità di spesa disponibili”. Al convegno ha partecipato il viceministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Andrea Olivero, tra gli iscritti all’Associazione.

 

Per essere buoni amministratori e, poi, buoni politici – ha sottolineato Olivero – bisogna avere cognizione delle questioni e saperle gestire. I politici non devono risolvere tutto da soli, non tocca a loro redigere un bilancio, ma sono tenuti a conoscerlo per comprendere gli spazi entro i quali possono muoversi con l’obiettivo di effettuare le scelte necessarie. Il buon politico deve essere onesto certamente, ma anche consapevole del suo ruolo. Perché quando è onesto ma non consapevole dopo un po’ di tempo o scoppia e si allontana dalla cosa pubblica o diventa cinico, che è la prospettiva più drammatica in quanto può commettere atti illeciti oppure non assumere più decisioni”.

 

Relatore della serata è stato Matteo Barbero esperto in programmazione controllo finanziario e collaboratore del quotidiano economico “Italia Oggi” sugli Enti locali. Nella lunga e articolata illustrazione Barbero ha spiegato, nei particolari, la composizione di un bilancio comunale costituito dalle varie forme di entrate e di uscite. “Queste ultime – ha affermato  – secondo la banca dati del sistema  Siope, dal 2008 al 2016 sono aumentate da 47 a 50 miliardi di euro come spesa corrente mentre sono scese da 20 a 10 miliardi come spesa in conto capitale, cioè gli investimenti”.

 

Quali i motivi? Ci sono Comuni che hanno avanzi di amministrazione, ma non li possono investire perché devono rispettare i vincoli imposti del Patto di stabilità statale. Per ovviare a questo paradosso negli anni passati lo stesso Stato e, in Piemonte, la Regione, quest’ultima non nel 2017, hanno aperto degli spazi finanziari: non soldi veri, ma virtuali che hanno consentito ai Comuni di spendere in parte i soldi in cassa. Nei prossimi tre anni questo percorso avrà nuove possibilità di utilizzo, ma avendo ben chiare alcune regole: approvare il Bilancio di previsione entro il 31 dicembre e programmare gli interventi e averli già cantierabili, cioè con il progetto esecutivo.

 

Lo Stato per il 2017 ha reso disponibili 700 milioni di euro, ma la partita è ormai chiusa. Nel 2018 e nel 2019 ci sono spazi per 900 milioni di euro. Con la priorità data a lavori di edilizia scolastica, di impiantistica sportiva, di prevenzione sismica e del rischio idrogeologico e a opere nei Comuni terremotati, a quelli che si sono aggregati attraverso la fusione o con popolazione fino a 5000 abitanti anche senza progetto. “A parte i Comuni sotto i 5000 residenti – ha precisato Barbero – bisogna rispettare le regole della programmazione tempestiva degli interventi e della loro progettazione esecutiva già pronta. Altrimenti, se non vengono osservate l’anno seguente gli spazi non saranno più concessi”.

 

La Regione, invece, visto che il proprio bilancio non consente di concedere nuovi spazi finanziari, ha in cantiere un percorso totalmente innovativo. Su proposta dell’assessore Aldo Reschigna, la Giunta Chiamparino ha approvato la delibera in cui si prevede di costituire un Fondo nel quale i Comuni che vogliono possono depositare il loro avanzo di amministrazione il quale, poi, attraverso Accordi di programma tra l’Ente di governo piemontese e i singoli Comuni vengono restituiti a questi ultimi, nella quantità determinata dallo stesso Accordo, e diventano immediatamente spendibili.  Si calcola che nel 2018 si rendano disponibili 30 milioni di euro.

 

Per sottoscrivere l’intesa – ha ricordato Barbero – nel 2018 c’è tempo  fino al 15 aprile. Per gli anni successivi la scadenza sarà il 15 marzo. Il modello, ancora da affinare nelle prossime settimane, può davvero innescare un meccanismo virtuoso in grado di mettere in circolo risorse preziose per gli investimenti che ora sono bloccate”.