Le PMI del Food portano i mercati esteri a casa | La strategia Unionalimentari delineata da Rossetto e Invernizzi dopo il summit albese: “La nostra internazionalizzazione aiuta i territori di origine e li rafforza su industria e turismo”

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Le PMI alimentari portano i mercati esteri a casa. Anzi, come hanno spiegato Pierantonio Invernizzi e Giuseppe Rossetto, rispettivamente alla guida di Confapi e di Unionalimentari della provincia di Cuneo, “faremo sentire i mercati esteri in casa”.

Il gruppo direttivo che riunisce e rappresenta il mondo della imprenditoria agroindustriale diffusa della Granda gioca l’asso della internazionalizzazione abbinata alla promozione della conoscenza dei territori di produzione e quindi di provenienza delle delizie che arrivano sugli scaffali e sulle tavole di sempre più nazioni in Europa e nel resto del mondo.
“Si tratta – aggiunge Invernizzi, direttore commerciale e marketing di Inalpi – di una strategia e di un metodo consono alla filosofia della nostra associazione e delle PMI che rappresentiamo. Vale a dire, la internazionalizzazione intesa non come delocalizzazione bensì come strumento per accrescere la capacità produttiva e commerciale delle imprese associate all’estero favorendo la visibilità dei nostri territori di originario insediamento. In tal modo, l’industria, promuovendo se stessa sui nuovi mercati, sostiene il territorio della Granda e del Piemonte anche in termini di attrattività turistica e ricettiva. Una politica della quale andiamo orgogliosi e che ha nella partecipazione ai grandi eventi fieristici, in Italia e oltre confine, un tassello decisivo. La partnership con ente fiere di Parma, artefice di Cibus e Cibus tech, si consoliderà nell’anno entrante con un rafforzamento del marchio Good Food Piemonte come fattore aggregante di un vasto paniere agroindustriale”.
Sottolinea ancora Rossetto, in veste anche di padrone di casa con il fratello Elio in cascina San Cassiano che ha ospitato il summit direttivo: “Ringrazio tutti i partecipanti espressione dei nomi tra i più importanti del Food non solo territoriale ma nazionale, da Albertengo a Panealba a Campiello, perché l’alto e qualificato livello di partecipazione è segno anche di volontà di condivisione strategico programmatica e operativa. Le linee guida molto specifiche e fin d’ora applicative che sono scaturite dal confronto odierno, pongono le basi per un rafforzamento delle intese anche con Api Torino e con Unionalimentari nazionale. In particolare, in luogo di convenzioni generaliste e talvolta onerose sia per le imprese che per l’associazione, abbiamo stabilito il principio della libera iscrizione delle nostre aziende di categoria a Unionalimentari Italiana su base singola e volontaria, per poter fruire di servizi aggiuntivi o gratuiti o a tariffa ridotta. Agiremo su più livelli, sul versante locale rafforzeremo le sinergie con Parma e con Cibus lasciando libertà di adesione in parallelo a tuttoFood con cui è in relazione Unionalimentari nazionale”.
Il contributo che si intende apportare è di maggiore coinvolgimento delle PMI negli andamenti delle esportazioni. “Con le strategie delineate – concludono Invernizzi e Rossetto – i 17.000 posti di lavoro creati dalla provincia di Cuneo nei settori agricolo e industriale alimentare possono diventare molti di più incoraggiando la crescita del settore della trasformazione e interagendo con il turismo legato all’arrivo dei grandi buyers dall’estero”.